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I cambi della Lazio. Cancellieri, l’indice di liquidità e il vice Immobile che potrebbe essere…Tare

09.03.2023 | 12:30

Tare Igli conferenza 19-20 Lazio Twitter

Il servilismo è il peggiore esercizio che ci sia. Morale: scrivo di Lazio, parlo di Lazio, tifo Lazio e porto avanti la mia teoria (indifendibile). Ma bisognerebbe essere capaci di commentare le partite della Lazio, trovando i difetti di una prestazione come quella di martedì contro l’AZ Alkmaar. Perché difetti ce ne sono stati, errori tanti – atteggiamento compreso – ma ci sono vizi originari che ora la Lazio sconta a caro prezzo. Il punto è un altro: piuttosto che commentare la partita della Lazio (magari trovando le cose che non vanno), ci si aggrappa a riflessioni patetiche. Una su tutte: “Pochi tre cambi”. In sostanza ci vuole spiegare che intende occuparsi di tattica quando non è capace di occuparsi di nulla. Se non quello di sfoderare il famoso esercizio “ti difendo fino alla morte”. E il beneficiario è soltanto uno. Se il salmone avesse saputo leggere la distinta, sarebbe arrivato alla logica conseguenza che ci sarebbe stato poco da cambiare. E che soprattutto la Lazio non ha un centravanti di riserva, unico club tra i 20 in Serie A. Il direttore sportivo Tare (quello dei Durmisi e dei Muriqi, degli Escalante e dei Pereira, dei Vavro a 11-12 milioni e ci fermiamo qui per carità di patria) prima della partita ha dichiarato che Cancellieri ha rappresentato una scelta condivisa di mercato. Addirittura in un commento  sulla “Gazzetta dello Sport” abbiamo capito meglio il famigerato errore, quello di aver schierato i titolari e di non aver puntato su Marcos Antonio, Luca Pellegrini e Basic. Se fosse successo questo, avrebbero detto che sarebbe stato meglio schierare i titolari. Gente che parla e scrive sempre dopo, in base al risultato come spesso accade in Italia. Sono tutti allenatori, con la penna in mano, ma solo in base a simpatie o antipatie. Raccontiamo la verità, non quella di Tare: Cancellieri era stato programmato come operazione propedeutica all’arrivo di Ilic alla Lazio, arrivo che poi non si è materializzato. Lo sanno anche i muri di Tirana dove il salmone costa un tanto di meno al chilo e magari è più saporito. Cancellieri è costato 7 milioni più bonus, non bruscolini: gli auguriamo di dimostrare il suo talento, ma non è un centravanti e non lo è mai stato. Se lo diventasse, sarebbe un miracolo. Ma queste cose Tare non le spiega, racconta solo ciò che gli fa comodo. Tare è stato un centravanti, magari potrebbe essere lui il … vice Immobile: si scaldi per Bologna, chissà. Intanto il salmone parla di cambi che se lo incontrassero a Coverciano gli direbbero “vieni qui a studiare, ti spieghiamo che il pallone è rotondo e non quadrato”. Senza un attaccante di scorta, e con Immobile infortunato, diventa impossibile competere per tre competizioni e anche per due. A Bologna giocheranno Pedro, Felipe Anderson e Zaccagni. In Olanda Pedro, Felipe Anderson e Zaccagni. Nel derby Pedro, Felipe Anderson e Zaccagni. A meno di intuizioni diverse, ma con Cancellieri e Romero il livello – con tutto il rispetto – si abbasserebbe. Dite voi come sia possibile gestire una stagione così, è un pieno di superficialità. Al netto degli errori di martedì che, lo diciamo onestamente, avrebbero dovuto portare a una gestione diversa della partita. Alla larga dai sanguinosi errori in uscita, compreso quello di un Milinkovic-Savic oggi lontano parente del grande centrocampista che è. Sarri si sarebbe dovuto fare sentire sul mercato? Forse. Ma la domanda è: chi ha bloccato l’indice di liquidità, l’allenatore o il direttore sportivo? Il salmone e il pescecane dovrebbero saperlo, gli stiamo dando qualche attimo (meritato) di notorietà. Altra cosa: qual è stata l’ultima cessione VERA del direttore sportivo nelle ultime due o tre sessioni, non un prestito secco e con diritto di riscatto, ma VERA? Zero. Così l’indice di liquidità si blocca. E così il direttore sportivo possiamo farlo anche noi, domattina. Questa storia prima o poi finirà, il salmone abbrustolito emergerà dalla acque. Forse conviene a Sarri, più di tutti, che giugno arrivi presto.

Foto: twitter Lazio