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Grimaldi esclusivo: “Vi presento Farias, tra sonno e picanha”

24.11.2014 | 16:40

Diego Farias in copertina. Dopo il gol al Genoa, ieri l’attaccante brasiliano si è ripetuto al San Paolo, la sua doppietta ha consentito al Cagliari di fermare la corsa del Napoli: due tap-in d’autore, figli dell’innato senso dell’inserimento, la capacità di farsi trovare al posto giusto al momento giusto. E le reti avrebbero anche potuto essere tre, con un pizzico di fortuna in più Diego avrebbe potuto portare a casa il pallone e regalare l’intera posta ai sardi. Formatosi nel settore giovanile del Chievo dopo gli inizi nel Campo Grande a Rio de Janeiro, Farias è il prodotto della buona gavetta: Hellas, Nocerina, Foggia, Padova e Sassuolo le tappe intermedie prima dello sbarco all’ombra del Sant’Elia. Il club di Giulini lo ha prelevato in prestito dal Chievo, riscatto già prefissato in poco meno di 2 milioni di euro, la società di Campedelli non si è riservata il diritto di controopzione. Per conoscere meglio il giocatore abbiamo intervistato in esclusiva il suo agente, Mariano Grimaldi:

 

“Diego è l’antidivo per eccellenza, una delle persone più riservate di questo mondo, sta raccogliendo ciò che merita. A differenza di diversi coetanei, alle serate preferisce il sonno. Sì, una delle sue peculiarità è proprio questa. È un professionista serio, molto schivo e che adora dormire, non rinuncia mai alle sue 10-11 ore di sonno. Un passaggio fondamentale per rendere al meglio, insieme ad un’alimentazione sana, basata su riso e carne. Si è formato così, sin dai tempi del Chievo, dove è cresciuto bene dopo averlo scoperto in Brasile nell’ambito della mia attività di scouting”.

 

Torniamo al pomeriggio di ieri, le sensazioni a caldo?

 

“Diego è nato il 10 maggio, una data storica per i napoletani che nel 1987 proprio in quel giorno festeggiarono il loro primo scudetto. La prima volta che mise piede al San Paolo andammo insieme. Ai tempi giocava nella Nocerina e assistemmo proprio ad un Napoli-Cagliari. Finì 6-3, per i sardi segnò tre volte Larrivey e Diego, uscendo dall’impianto di Fuorigrotta, mi disse: ‘un giorno sarò protagonista in questo stadio’. E ieri, quando sono andato a prenderlo dopo la partita per poi andare a cena (alla quale si riferisce questa foto, ndr) è stata la prima cosa che mi ha ricordato. Anzi no, prima veniva il rammarico per il mancato terzo gol, che avrebbe permesso al Cagliari di vincere”.

 

Un chiaro sintomo del fatto che punta sempre al massimo?  

 

“Esattamente”.

 

Zeman lo aveva apprezzato a Foggia e lo ha rivoluto con sé

 

“Hanno un grande feeling, il suo gioco ne esalta le caratteristiche. Sono due professionisti di poche parole, silenziosi, c’è una bella affinità di carattere. Ma in generale il ragazzo ha un rapporto straordinario con tutto lo staff, da Cangelosi a Modica, massima concentrazione sul lavoro”.

 

Tanti brasiliani soffrono di saudade, il discorso vale anche per Diego?

 

“No, il Brasile lo trova a casa mia: mia moglie è brasiliana, i miei tre figli sono suoi coetanei, son cresciuti assieme. In caso di eventuale nostalgia, ci si rifugia nella Picanha, la tipica carne brasiliana, abbiamo un rapporto bellissimo, anche con la sua famiglia”.

 

Quanto può influire il ritorno di Sau, attualmente infortunato?  

 

“Premesso che Farias in seno al tridente d’attacco è molto versatile, ieri Zeman sul 3-3 ha fatto entrare due ‘96, Donsah e Caio Rangel. La testimonianza che con il boemo vince sempre la meritocrazia, fa la formazione sulla base della settimana di lavoro e la comunica ai ragazzi soltanto 10 minuti prima di scendere in campo. Sin qui ha giocato cinque partite da titolare, in altri quattro casi è entrato nella ripresa, ha la fiducia del tecnico ed è già concentrato sulla sfida alla Fiorentina di domenica prossima”.

                                                                              Jody Colletti                 Twitter: @jodycolletti