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GRAZIANO PELLÈ, IL NEO PAPERONE DAI 1012 MINUTI IN SERIE A

12.07.2016 | 10:50

Se la Chinese Super League non avesse limitazioni quanto al numero di stranieri tesserabili, oggi gli aeroporti di tutto il mondo sarebbero pieni di giocatori – di belle speranze e non – pronti ad imbarcarsi per l’Oriente, al grido di “mal che vada, almeno un contratto da 500mila a stagione posso strapparlo anch’io”. Invece no, il munifico massimo campionato della Cina prevede un massimo di 5 stranieri per club, nello specifico quattro extracomunitari e un asiatico, così da preservare un’identità calcistica ancora tutta da costruire, con l’obiettivo di rendere competitiva a medio termine la Nazionale maggiore. Quindi niente overbooking, dovrebbe essere normale il traffico aereo verso la terra raggiunta da Marco Polo dopo 3 anni e mezzo di viaggio. Lo avete già capito, la premessa implicita è rappresentata dal clamoroso trasferimento di Graziano Pellè allo Shandong Luneng, attuale fanalino di coda del torneo che continua a pescare a mani basse dalle maggiori serie europee, proponendo contratti che definire faraonici è riduttivo, oltremodo. L’attaccante salentino guadagnerà circa 38 milioni di euro da qui alla fine del 2018: un ingaggio monstre che, rapportato su parametri temporali inferiori, corrisponde rispettivamente a 1,25 milioni al mese, 292mila euro a settimana, 41mila euro al giorno, 1700 euro all’ora, 28 euro al minuto. Cifre quasi tutte arrotondate per difetto. Il discorso chiaramente è più ampio, innanzitutto perché l’ariete quasi 31enne – con i suoi 16 milioni a stagione – diviene l’italiano più pagato della storia del calcio. Giovinco guadagna 8,5 milioni a Toronto, bonus compresi, mentre gli azzurri militanti in Serie A sono nettamente distanziati (De Rossi 6,5; Buffon 4 milioni). Inoltre, ed è questo il dato più significativo, Pellè agguanta Zlatan Ibrahimovic al quarto posto della classifica generale, al lordo degli ex aequo: soltanto Ronaldo, il tandem Messi-Hulk (altro neo acquisto della Super League) e Neymar prendono più di lui. Alla faccia di chi riteneva che quell’inopinato gesto a Neuer dal dischetto gli sarebbe costato caro. È costato caro all’Italia semmai, non certo a lui. A parte il fatto che, se contro la Germania avesse realmente fatto seguire i fatti alle intenzioni, magari oggi staremmopelle scavetto facendo ben altri discorsi. Ad ogni modo, a Graziano la vetrina di Euro 2016 è servita, eccome, per centrare questo bingo dagli occhi a mandorla. Non soltanto i due gol in fotocopia contro Belgio e Spagna, ma tutto il repertorio della prima punta esibito in bella mostra, tra sportellate, sponde aeree e sortite offensive varie.

Nelle scorse settimane si era palesata la possibilità di tornare in patria, con la Juve che ci aveva fatto un pensierino, mentre Ronald Koeman avrebbe fatto carte false per rinverdire all’Everton il felicissimo connubio che aveva già portato i due ad essere co-protagonisti ad Alkmaar, Rotterdam e Southampton. Ma l’offerta dello Shandong, impossibile da rifiutare, ha fatto chiaramente saltare il banco: aspetto tecnico in secondo piano, ok, ma al cospetto di cotanto cash anche giocatori con mezzi tecnici superiori  sarebbero andati persino su Marte a giocare. Evidentemente era destino che la sua carriera continuasse a svilupparsi al di fuori dei nostri confini, quasi una costante dal 2007 a questa parte eccezion fatta per la stagione 2011-12 trascorsa tra Parma e Sampdoria (con i blucerchiati in B). A proposito di Parma, proprio in maglia ducale Pellè ha realizzato, badate bene, il suo primo – e sinora unico – gol in Serie A nei soli 1012 minuti raggranellati in 24 apparizioni: storia del 18 dicembre 2011, ironia della sorte contro il “suo” Lecce, la squadra con cui ultimò la formazione giovanile e che lo lanciò nel grande calcio, facendolo debuttare in A l’11 gennaio del 2004 contro il Bologna. Già, sottovalutatissimo dal nostro calcio il nuovo Re Mida del pallone nostrano, che è stato più protagonista tra i cadetti – 19 segnature senza mai sfondare davvero – indossando nel corso degli anni anche le casacche di Catania, Crotone e Cesena. La consacrazione è arrivata in Olanda, non subito però. Van Gaal, che lo aveva adocchiato all’Europeo Under 21, lo porta all’AZ nel 2007. L’esperienza di Alkmaar, impreziosita dalla vittoria di una Eredivisie e di una Supercoppa nazionale, si rivela non esaltante dal punto di vista realizzativo (94 presenze e 16 reti in quattro stagioni), ma decisiva per il breve incrocio con Rambo Koeman, che nell’estate del 2012, dopo l’ultima parentesi nel Bel Paese, lo richiama alle sue dipendenze per consegnargli le chiavi del Feyenoord. E il bomber, nato a San Cesario di Lecce il 15 luglio 1985, ripaga pienamente la fiducia del boss del De Kuip, andando a bersaglio ben 55 volte nelle 66 partite giocate nelle varie competizioni. Il 12 luglio 2014 il Southampton ne ufficializza l’acquisto per circa 11 milioni di euro e anche in Premier League, sempre agli ordini di Ronald, l’attaccante pugliese riesce a farsi valere: 23 gol in due campionati, più altri 7 nelle coppe. Il resto è attualità: sogno Europeo sfumato sul più bello ed esilio dorato in Cina, l’eterno snobbato Graziano Pellè è il nuovo Paperone del calcio italiano.

Foto: sito ufficiale Shandong Luneng-Askanews