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FRANCO DI SANTO, UN TRIS CHE SA DI CONSACRAZIONE

02.10.2015 | 09:05

L’avversario di sicuro non era dei più irresistibili, ma una tripletta in campo internazionale ha sempre un peso specifico importante. Di quelli che ti garantiscono la copertina e che, allo stesso tempo, ti mettono addosso una pesantissima etichetta: quella di trascinatore della squadra. E la prestazione di Franco Di Santo in Europa League contro l’Asteras Tripolis è l’esempio pratico che meglio riassume questo discorso. Sbarcato il 25 luglio allo Schalke 04, l’italo-argentino classe 1989 si è guadagnato lo scettro di uomo-simbolo del secondo turno del giovedì europeo. Un tris messo a segno nel primo tempo, a blindare un fondamentale successo per volare a quota 6 nel girone K che comprende anche Sparta Praga e Apoel. La prima perla al 28′: cross dalla destra di Riether, Di Santo sbuca in mezzo ai due centrali e di punta insacca sul palo più lontano. Passano 9 minuti ed ecco il raddoppio: sul corner battuto da Geis l’esterno destro sfrutta i suoi 193 centimetri di altezza e la mette dentro sul primo palo. Ma la serata di grazia non è ancora finita e, a 60 secondi dallo scadere della prima frazione, arriva il 3-0 su rigore. Di Santo in perfetto stile Lewandowski, la targa di man of the match è già sua dopo appena metà partita. Breitenreiter gli concede la meritata standing ovation poco dopo l’ora di gioco, i tifosi rispondono in massa. A suggellare una prova da mille e una notte.


Era dalla stagione 2008/2009 che le qualità di Di Santo erano già chiare a tutti. Tra questi c’era ovviamente il Chelsea, che lo preleva quell’estate dai cileni dell’Audax Italiano per 7 milioni di dollari. Il ragazzo sa farsi apprezzare dalle parti dello Stamford Bridge, al punto da guadagnarsi in pochi mesi la prima squadra nonostante l’allora tecnico dei Blues Felipe Scolari lo avesse pubblicamente bollato come ancora troppo acerbo per il grande salto. 8 presenze complessive, poi il trasferimento in prestito di 6 mesi al Blackburn, con la convinzione di giocare con continuità la seconda parte dell’annata successiva. Una rete in 22 apparizioni, un’altra esperienza da mettere alle spalle. E un curriculum da aggiornare e da spedire al Wigan, altra tappa di un viaggio della speranza. Il triennio nella contea di Greater Manchester si rivela piuttosto positivo: Di Santo mette in mostra le due doti tecniche, ottimo palleggiatore abile a inserirsi negli spazi, a puntare la difesa avversaria e a trovare la via del gol. Qualità che gli consentono anche di trionfare in Coppa d’Inghilterra, suo primo e unico trofeo conquistato finora. Ma è il passaggio in Bundesliga al Werder Brema il momento decisivo della sua carriera. I 17 centri in salsa tedesca sono il preludio di un nuovo biglietto staccato con destinazione Gelsenkirchen. Rescissione del contratto nella scorsa estate e accordo fino al 2019. Altro giro, altra corsa: l’8 agosto il primo acuto in DFB Pokal ai danni del Duisburg, ieri sera la prestigiosa tripletta europea che sa di definitiva consacrazione. Se il buongiorno si vede dal mattino, ai tifosi dei Minatori non resta che leccarsi i baffi.


Foto: Schalke on Twitter