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Football cover: 3-3 al S.Paolo, mercato e guida tecnica

26.09.2014 | 11:42

FOOTBALL COVER: la rubrica dedicata ai protagonisti, agli episodi, ai momenti del nostro calcio

 

 

Il 3-3 del San Paolo rappresenta la perfetta fotografia degli errori commessi in sede di mercato e del cuore di un tecnico battezzato, a torto e con puntuale fretta da presunti esperti calcistici, come specialista delle promozioni ma inadeguato per la massima serie. La scorsa stagione ha visto il Napoli protagonista con la vittoria della Coppa Italia, ma il trofeo ha offuscato, soltanto in parte, le numerose occasioni perse in campionato, un terzo posto raggiunto ben lontano dalle big Juventus e Roma, capaci di vincere e convincere tramite un superiore gioco corale e un fondamentale equilibrio tattico.

La caterva di milioni incassati un anno fa dalla cessione di Cavani fu in parte impiegata sul mercato, concentrandosi sul colpaccio Higuain e su diversi volti nuovi nel ruolo di centrocampista avanzato. Callejon e Mertens hanno dimostrato con i fatti di rappresentare i potenziali crack del futuro, ma alla lunga si può alzare l’asticella soltanto se tutti i reparti si trovano qualitativamente sullo stesso livello. A Napoli ciò non è avvenuto, non si è fatto tesoro dei precedenti errori, non si è preso spunto da quanto emerso in campo, nemmeno in vista di un preliminare di Champions sicuramente alla portata dei partenopei. Un paio di rinforzi difensivi e alcuni centrocampisti in grado di agire da diga nel cuore del campo, seguendo tale percorso la squadra di Benitez avrebbe potuto colmare il gap rispetto a Juventus e Roma e dire nuovamente la propria in Europa.

E’ vero, in alcune gare, in primis Atletico Bilbao e Chievo al S. Paolo, la mala sorte ha avuto un ruolo cruciale, ma alla lunga i nodi vengono sempre al pettine, non bisogna nemmeno scordarsi il goal vittoria in pieno recupero contro il Genoa. Con il Palermo è andato in onda un film già visto; squadra spaccata a metà, Koulibaly non basta per ricompattare il reparto e se anche l’elemento più esperto e quotato, Albiol, non risulta impeccabile, ecco che emergono tutti i problemi difensivi di un reparto privo di un portiere esperto, del livello di Reina, in grado di dare sicurezza all’intero reparto. Le partenze di Behrami e Dzemaili sono passate quasi tra l’indifferenza generale, ma tatticamente si tratta di elementi preziosissimi, in particolare l’ex laziale, spesso e volentieri l’unico centrocampista in grado di tappare i buchi e bloccare sul nascere le ripartenze avversarie.

Esiste però l’altro lato della medaglia, il bicchiere mezzo pieno, o meglio pienissimo per questo 3-3 e lo vedono a Palermo, dove mister Iachini si sta prendendo tantissime rivincite. Da tanti, troppi addetti ai lavori è stato battezzato esclusivamente come tecnico adatto per trionfare tra i cadetti ma non all’altezza per la massima serie. Il mister con il cappellino sta smentendo con i fatti i propri detrattori, mettendo in campo un Palermo che fa punti e convince, ancora a secco di vittorie, ma sul giusto cammino. Sfortunato all’esordio con il pareggio della Sampdoria nel finale e la prima vittoria rimandata sul più bello, il Palermo ha giocato a viso aperto nella tana dell’Hellas ma è uscito sconfitto ed ecco circolare le prime indiscrezioni su una panchina traballante. Con un mercato probabilmente mal impostato, concentrato negli ultimi giorni su numerosi stranieri che hanno bisogno di tempo per ambientarsi nel nostro calcio, Iachini ha dovuto fare di necessità virtù, schierando quasi in toto l’11 della serie B, privo del bomber Hernandez, con l’aggiunta di Rigoni.

Al S. Paolo è stata data fiducia a Bamba dal 1′, sulla carta ci si aspettava in estate un altro Palermo nell’11 titolare ai nastri di partenza, ma a fare la differenza ci ha pensato la guida tecnica. In pochi giorni due pareggi convincenti tramite il gioco e la mentalità contro big del calibro di Inter e Napoli, la squadra rosanero ha un’anima, un’identità di gioco, Iachini ha saputo rigenerare Vazquez ex oggetto misterioso e in grado di fare la differenza in ogni categoria, ha dato fiducia al tandem Dybala – Belotti, dimostrando come spesso la pazienza, nel primo caso, e la volontà di realizzare investimenti sui giovani talenti italiani alla fine pagano, non dovendo necessariamente girare mezzo mondo per scovare i campioni del futuro. I rosanero si coccolano i propri talenti e un tecnico che dall’intero ambiente calcistico merita soltanto rispetto, visibilità, attenzione e riconoscimenti. Non esiste categoria per un Signor Allenatore, Iachini merita di stare nel calcio che conta, non ha bisogno di dover dimostrare nulla, il campo gli sta dando ragione, il 3-3 del S. Paolo ne è l’ennesima prova.

 

                                                                                                                   Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net