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Farioli: “La Samp voleva vincere la Serie B, per loro ero troppo giovane. Il Nizza ha avuto coraggio”

19.10.2023 | 23:30

Intervenuto ai microfoni di Nice Matin, il tecnico del Nizza, Francesco Farioli, si è così raccontato, partendo dal suo sogno di lavorare con Roberto De Zerbi: “Non posso non citarlo. Quando ho iniziato ho detto ai miei figli che sognavo di lavorare con De Zerbi, che era al Foggia in Serie C, nel 2013. Poi le stelle si sono allineate e ho avuto l’opportunità di lavorare con lui. Internet ha reso le cose molto più semplici, puoi attraversare il mondo in 1 minuto. La base è il desiderio. Ho scritto l’articolo sul suo Foggia dopo una cena in Qatar. Non avevo molto tempo libero, quasi mi addormentavo mentre lo scrivevo. Ho creato un’opportunità che mi ha cambiato la vita. Quindi sì, il desiderio fa tutto”.

Poi ha proseguito parlando della scelta che lo ha portato sulla panchina del Nizza: “Fin dai primi contatti ho cercato di conoscere soprattutto la rosa della scorsa stagione. Florent Ghisolfi, l’ho conosciuto durante i vari incontri. Al primo meeting di 5-6 ore era presente anche Dave Brailsford che parlava delle mie idee, i miei progetti, le questioni gestionali, i concetti di gioco… Poi ho conosciuto Jean-Claude Blanc, Fabrice Bocquet e Jean-Pierre Rivère. Con tutte queste interviste, avevo la sensazione che avessero tutti gli strumenti per decidere. Ero entusiasta, ma cauto. Ho capito che era qualcosa di concreto quando mi hanno detto di venire a firmare. Quello che mi è piaciuto è stato poter presentare tutti i miei metodi per 10 giorni di riunioni e discussioni. Mi piace presentarmi con le mie qualità e i miei difetti. Sono molto esigente, ho detto che ho fatto tanti video, che per me era importante. Ho presentato i miei punti forti e deboli. Ci siamo capiti fin dai primi momenti nel formare la rosa, avevamo affrontato tutte le problematiche. Quindi abbiamo iniziato a lavorare con grande lucidità

Infine: “È stato coraggioso assumermi da parte di Florent e del consiglio di amministrazione, ma è stato intelligente. Alla Sampdoria avevo sentito di nuovo il discorso sull’età, che voleva vincere la Serie B e quindi cercava un allenatore con più esperienza in panchina. Un allenatore si giudica sempre per le sue scelte. Che sia all’inizio della carriera o un esperto che ha vinto tutto come Mourinho. Ero giudicato così giovane che oggi non mi sembra così complicato come quando avevo 21 anni e dovevo spiegare il calcio a un portiere di 35 anni. Tutte le mie esperienze mi hanno esposto e mi hanno permesso di essere pronto. Due persone non possono permettersi di mancare all’allenamento: l’allenatore e il capitano. Tutti li guardano”.

Foto: Instagram Nizza