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EL TATA PER IL BARCA

24.07.2013 | 11:16

Gerardo Daniel Martino (Rosario, 20 novembre 1962) è un allenatore di calcio ed ex calciatore argentino, da poco divenuto allenatore del Barcellona. È soprannominato El Tata, ovvero il saggio ed è noto per la sua visione di gioco (che si porta dietro dall’esperienza di giocatore quando agiva a centrocampo), il rapporto coi giocatori e la predisposizione a un gioco esteticamente piacevole.

Gerardo Martino è di origini italiane. I suoi nonni erano infatti di Ripacandida, provincia di Potenza.

Martino iniziò a giocare a calcio all’età di 10 anni nel Newell’s Old Boys di Rosario, la sua città natale. Fece il suo esordio nel calcio professionistico a 17 anni, il 15 giugno 1980, in una partita di Primera División tra Newell’s Old Boys e Platense. Nel corso dei 15 anni trascorsi da giocatore dei Newell’s, divenne il detentore del maggior numero di presenze in Primera División con 468 partite giocate, del maggior numero di presenze complessive scendendo in campo 505 volte segnando 35 reti e del maggior numero di titoli conquistati con il club (1987-1988, 1990-1991 e 1992, assieme a Norberto Scoponi e Juan Manuel Llop).

Attualmente è considerato il miglior giocatore ed uno dei massimi idoli della storia leprosa. Nel 2003 si classificò al 1º posto per numero di voti in un sondaggio apparso sul sito ufficiale del club rossonero come Miglior giocatore della storia del Newell’s Old Boys. Il 22 dicembre 2009, a seguito di tali meriti, la città di Rosario intitolò una tribuna dello Stadio Marcelo Bielsa al centrocampista argentino.

Ottenne il suo primo riconoscimento nella Primera División 1987-1988, quando i Newell’s Old Boys conquistarono il loro secondo titolo nazionale. Questa stagione è ricordata non solo per la vittoria del campionato, ma anche per essere stato conquistato esclusivamente da calciatori argentini, raro avvenimento nel mondo del calcio.

La stagione seguente partecipò alla Coppa Libertadores raggiungendo la finale ma uscendone sconfitto in partita doppia contro il Nacional di Montevideo.

A distanza di tre anni vinse da protagonista, sotto la guida di Marcelo Bielsa, il suo secondo titolo nello spareggio della Primera División 1990-1991.

Il rapporto con Bielsa (importantissimo anche per la sua carriera futura di allenatore): Dal 1990 al 1992 fu allenato ai Newell’s Old Boys da Marcelo Bielsa (soprannominato El Loco, “il pazzo”), un famoso e discusso allenatore argentino noto per praticare un calcio molto offensivo e spettacolare, che si dice l’abbia ispirato dal punto di vista tattico. Il suo sistema di gioco preferito è il 4-3-3, un modulo molto offensivo che prevede che le tre linee della difesa, del centrocampo e dell’attacco giochino molto vicine in modo, così che la squadra riesca ad attaccare con quanti più giocatori possibile. Inoltre Martino chiede ai suoi giocatori di pressare molto gli avversari e tenere la palla, caratteristica che negli ultimi anni ha reso celebre il Barcellona allenato da Guardiola.

Il rapporto fra Martino e Bielsa nacque ai tempi in cui quest’ultimo allenava i Newell’s Old Boys. La squadra aveva vinto il torneo di Apertura (uno dei due gironi in cui è suddiviso il campionato argentino, che però valgono come delle competizioni a sé) nella stagione 1990-1991, a cui però avevano fatto seguito due campionati giocati in maniera mediocre. Il terzo campionato, la Chiusura del 1991-1992, cominciò ancora peggio, con una sconfitta con il San Lorenzo per 6-0 in Coppa Libertadores. Bielsa racconta che dopo la sconfitta si chiuse in una stanza, chiuse le tende e si mise a piangere. Riflettendo sulla situazione della squadra decise che non avrebbe cambiato il suo sistema di gioco ma che avrebbe invece insistito. I Newell’s Old Boys si ripresero e arrivarono fino alla finale di Coppa Libertadores, che persero contro la squadra brasiliana del San Paolo. Di quella squadra Gerardo Martino era il centrocampista centrale e uno dei giocatori più importanti; Bielsa diceva di lui che era «un giocatore eccezionale, di un altro pianeta, che pensa in maniera differente dagli altri. Ho sempre detto che era il leader del gruppo, calmo e sereno quando ce n’era la necessità. Dopo le sconfitte era quello al quale rivolgevano lo sguardo i giocatori più giovani».

A metà del 1991 tentò il salto nel calcio europeo trasferendosi al Tenerife con il quale disputò solamente 15 partite prima di far ritorno in patria.

Nel 1992 tornò al Newell’s Old Boys e conquistò il suo terzo titolo, il Clausura 1992. La stagione seguente giocò al fianco di Maradona, durante la breve parentesi di quest’ultimo nel club di Rosario. A causa di problemi con la dirigenza nel 1994 si trasferì al Lanús nel quale militò per sei mesi disputando il Clausura 1994.

Per il suo attaccamento al Newell’s, fece il secondo ritorno al club che lo lanciò nel calcio professionista per la seconda metà del 1994, ma il rinnovarsi dei problemi con la dirigenza lo costrinsero a lasciare la squadra definitivamente nel 1995.

Pose fine alla sua carriera di calciatore dopo aver militato per il Barcelona SC in Ecuador e per l’O’Higgins in Cile.

Nel 1981 ricevette la sua prima convocazione per una rappresentativa nazionale, l’Under-20. Con la maglia albiceleste partecipò Mondiali Under-20 del 1981 scendendo in campo in due occasioni.

Il 19 febbraio 1991, scese in campo per la prima ed ultima volta con la maglia della nazionale maggiore guidata da Alfio Basile. Venne schierato nel secondo tempo durante un’amichevole contro l’Ungheria vinta per 2 a 0 dall’Argentina nello stadio Cordoviola di Rosario.

Nel 1998, a due anni dal ritiro come calciatore, intraprese la carriera di allenatore nel Brown di Arrecifel, il quale si trovava all’epoca in Nacional B, chiamando ad assisterlo due suoi ex compagni di squadra del Newell’s campione di argentina nel 1988, Jorge Pautasso e Jorge Theiler.

In seguito allenò il Platense nel corso del 1999 e l’Instituto Córdoba tra il 2000 e il 2001.

Nel 2002 ricevette le prime offerte dall’estero e si sedette alla guida del Libertad in Paraguay dove ottenne i primi risultati da allenatore conquistando i tornei di Apertura e Clausura del 2002 e di Apertura del 2003.

Alla fine del 2003 venne ingaggiato da un’altra squadra paraguaiana, il Cerro Porteño, che puntava alla conquista del titolo nazionale e alla lotta per la Coppa Libertadores. Sotto la sua guida il club di Asunción conquistò i tornei di Apertura e Clausura 2004.

Una volta ottenuta la consacrazione in Paraguay vincendo quattro tornei (gli ultimi tre dei quali consecutivamente), Martino decise di prendersi qualche mese di ferie e si dimise da tecnico del Cerro Porteño alla fine del 2004. Come dichiarato dal presidente del club, El Tata aveva espresso il suo desiderio di trascorrere del tempo con la sua famiglia.

A metà del 2005 decise di tornare al lavoro in Argentina sedendosi sulla panchina del Colón per il campionato di Apertura 2005 ma il suo mandato fu breve (solamente sei partite) poiché gli scarsi risultati lo portarono a fare ritorno in Paraguay.

In quell’anno fece ritorno al club con il quale aveva conseguito il maggior numero di successi, il Libertad. Come durante il suo primo anno, vinse i tornei di Apertura e Clausura 2006 raggiungendo inoltre le semifinali di Coppa Libertadores.

Alla fine del 2006, in seguito ai risultato ottenuti con Libertad e Cerro Porteño, la Federazione calcistica del Paraguay lo scelse come commissario tecnico per la guida della Nazionale paraguaiana in luogo di Aníbal Ruiz.

Il suo lavoro di commissario tecnico della Nazionale paraguaiana iniziò nel marzo 2007 e lo portò a conquistare, nel settembre 2009, l’accesso ai Mondiali di calcio 2010. Il 2 maggio 2011 gli viene prolungato il contratto fino al 2013.

Il 29 luglio 2011 si dimette dalla carica di ct della nazionale paraguaiana dopo aver perso la finale della Coppa America 2011 contro l’Uruguay.

Il ritorno in patria al Newell’s

Il 26 dicembre 2011 viene annunciato il suo ingaggio da parte del Newell’s Old Boys, sua ex squadra da giocatore, in sostituzione di Diego Cagna. Sotto la sua guida la squadra di Rosario si laurea campione nel Torneo Final 2013.

Il 23 luglio 2013 è diventato il nuovo allenatore del Barcellona fortemente voluto dalla stella argentina Messi, il quale ha mosso i primissimi calci da piccolo giocatore proprio con la maglia del Newell’s, tra il 1995 e il 2000, iniziando proprio durante l’ultima stagione di Martino al Newell’s da calciatore. Martino che tra l’altro era proprio l’idolo indiscusso del papà di Leo Messi, Jorge, tifoso proprio del Newell’s.