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Dybala: “Quando ero bambino giocavo a scacchi, da mio padre ho preso la passione per le auto”

11.11.2020 | 19:32

Paulo Dybala, spesso al centro dell’attenzione per il momento negativo che sta attraversando in maglia bianconera, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni di Vanity Fair. Così l’attaccante della Juventus che si è raccontato a 360° gradi: “Gioco a scacchi, è vero. Fino all’età di 18 anni ho anche partecipato a diversi tornei nella mia città, Cordoba. Vincevo quelli provinciali, poi ho fatto il salto a livello nazionale e ho conquistato un buon secondo posto. Sono paziente, studio le mosse dell’avversario e gli faccio male quando posso. Nel mio lavoro cerco sempre di avere obiettivi a corto raggio, perché sono i più facili da raggiungere. Il mio rapporto con il tempo, fondamentalmente, è questo. La barba? Proprio non mi cresce.  I miei occhi invece sono verdi, anche se la mia ragazza dice che sono celesti. Li ho presi dal mio nonno paterno. È morto quando avevo 4 anni, ma in famiglia si raccontano tante storie. Papà era un uomo tranquillo, silenzioso, che amava il calcio più di ogni cosa e ha trasmesso la passione a noi fratelli. Ci portava ovunque potessimo giocare, ovunque ci vedesse felici. Era un amante delle macchine e le cambiava spesso. In cosa gli assomiglio? Nella passione per il calcio. o sto molto attento a spendere soldi, una raccomandazione che mi ripetono sempre i miei familiari. Il gorilla che ho in salotto? L’ho trovato a una cena di beneficenza a Parigi, organizzata dal mio ex compagno di squadra Blaise Matuidi, per finanziare alcuni progetti di solidarietà in Africa. Ma non sono un collezionista (ride), ho solo acquistato questa. Collezioni solo maglie da calcio, ne ho a centinaia. Quelle che scambiamo a fine partita, più quelle che mi regalano o che ordino ai miei compagni di nazionale che giocano all’estero. Senza contare le divise che compro su Internet. Follie? Soltanto sfiorate. Una casacca di Del Piero, all’asta, mi è sfuggita per un soffio. E una di Maradona indossata in una partita contro il Brasile, che qualcuno ha accettato di pagare più di me.” Coronavirus: “Io l’ho già avuto, casomai devono essere i tifosi a doversi preoccupare quando incontrano me. I negazionisti hanno lo stesso valore intellettuale dei terrapiattisti. Non fatemi aggiungere altro…”

Foto: twitter Juve