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DOUGLAS, GLI OCCHI DELLA LAZIO

28.11.2015 | 11:00

L’idea di dover sopperire alla pesantissima assenza di Stefan De Vrij per l’intera stagione, affidandosi esclusivamente ai centrali che sono attualmente nella rosa a disposizione di Pioli, alla dirigenza della Lazio (e anche ai tifosi) proprio non piace. “A gennaio arriverà un difensore”, hanno assicurato a più riprese Lotito e Tare. E il profilo finito al centro del radar biancoceleste – a maggior ragione dopo averlo potuto visionare dal vivo giovedì scorso all’Olimpico in Europa League – ha un nome e un cognome precisi: si tratta di Douglas Silva Bacelar, semplicemente noto come Douglas. Centrale brasiliano del Dnipro classe 1990, sarebbe proprio lui in cima alla lista dei desideri della società capitolina per provare a mettere una pezza – almeno nella seconda metà della stagione – all’emergenza difensiva inaugurata al secondo anno della gestione Pioli. I numeri non mentono: solo in campionato, la Lazio ha incassato 21 reti, le stesse del Verona ultimo in classifica. Il diretto interessato – sotto contratto fino a dicembre del 2017 – ha palesemente aperto alla possibilità di un trasferimento a gennaio in Italia: “Mi piacerebbe la serie A, assolutamente. La Lazio? Tutto può essere”, ha chiosato senza volersi sbilanciare troppo. Già, perché quello romano non è l’unico club sulle sue tracce. Il suo agente, Malik Arutiunov, ha dichiarato che le big della Turchia (Galatasaray, Fenerbahce, Besiktas) hanno chiesto informazioni sul suo assistito. Sette milioni di euro il valore del suo cartellino, una cifra lievitata soprattutto grazie alla scorsa ottima annata in Ucraina e anche in campo europeo. Il duo Lotito-Tare sarà disposto a sobbarcarsi quest’investimento o alla fine deciderà di puntare su un tassello magari già collaudato nel nostro campionato? Non resta che attendere l’inappellabile sentenza della sessione invernale.


Quello che di sicuro si può già dire è che Douglas è un autentico armadio: 190 centimetri di altezza, forza fisica da vendere, abile anche in fase di impostazione dalla terza linea. Proprio com’è solito fare De Vrij: quando non sono Biglia e Parolo a cucire gioco in mediana, ci pensa l’olandese con il suo preciso lancio lungo sugli esterni. Giunto alla sua terza stagione nel Vecchio Continente, prima di sbarcare a Dnipropetrovsk il centrale carioca si era distinto solo in patria. Un anno allo Juventude, appena 4 presenze all’América Futebol Clube, poi il triennio decisivo con il Vasco da Gama. Qui alza al cielo il primo e unico trofeo vinto in carriera, la Coppa del Brasile, nel 2011. E nonostante il suo impiego sia limitato (32 presenze complessive, condite anche da una marcatura), il Dnipro decide di investire denaro per accrescere un progetto ambizioso e in rapida espansione affidandogli le chiavi della propria retroguardia. Quattro anni di contratto, un chiaro segnale per il futuro. E i risultati si vedono sul campo sin da subito: nei suoi primi due anni in Ucraina, Douglas contribuisce alla conquista di un secondo e un terzo posto, garantendo al club la partecipazione in pianta stabile alle competizioni europee. Nella scorsa edizione dell’Europa League sfiora anche il colpaccio: i biancocelesti si devono arrendere solo in finale al fortissimo Siviglia di Bacca. Ma per Douglas il riconoscimento arriva soprattutto dall’Uefa, che lo inserisce nel suo undici ideale dell’intera competizione. Se nel suo immediato futuro i colori sociali che indosserà non cambieranno, dipenderà dalla Lazio e dalla voglia di portarlo in Italia. Intanto Douglas è lì, a guidare il suo Dnipro alle spalle dell’imprendibile coppia Shakhtar-Dinamo Kiev. E a mandare un messaggio puro e semplice alle pretendenti: a 25 anni si sente pronto per il definitivo salto di qualità.


Foto: goal.com