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DELE ALLI, UN BOLIDE DA PRIMO DELLA CLASSE

18.11.2015 | 10:32

Lo scenario era da brividi. La prima gara ufficiale della nazionale francese dopo la strage di Parigi, tutto lo stadio di Wembley che cantava la Marsigliese. Ricordi, emozione, commozione. E il calcio pronto ad addolcire per 90 minuti il dolore e la speranza di tanta gente travolta dall’ingiustificabile furia del terrorismo. In una cornice particolare e inedita per una semplice amichevole, la magia di Dele Alli si incastona come la più brillante delle gemme di un talento ormai pronto a esplodere e a consacrarsi a livelli altissimi. Quando Rooney, al minuto 39 del primo tempo, gli ha servito quella palla sulla trequarti, forse solo lui aveva in mente di finalizzare in quel modo un’azione nata dal nulla. Anzi, lui e Karl Robinson, probabilmente l’unica altra persona al mondo che già sapeva come sarebbe andata a finire. Parliamo del tecnico del Milton Keynes (ancora oggi in carica) che ha avuto il piacere di lanciarlo nel calcio professionistico in terza divisione nel 2012, quando il giovanissimo prodotto del vivaio locale (all’epoca di anni ne aveva appena 16) già faceva intravedere qualità fuori dal comune. La sintesi di questo discorso ce l’ha fornita con quel bolide dai 20 metri. Non una soluzione banale, non una traiettoria che si vede spesso. La palla si è insaccata nell’ultimo quadratino di porta disponibile alla destra di Lloris, che di esperienza ne ha sicuramente più di lui e che di reti come quella di ieri sera non ne ha subite poi così tante in carriera.

E pensare che il destino di Alli fino a qualche mese fa sembrava segnato. “Il mio idolo? Steven Gerrard”, ha candidamente ammesso e ribadito ogni volta che la stampa inglese lo ha interrogato sul suo futuro ormai scritto in Premier League. In effetti la favola non è andata così lontana dalla sua realizzazione: i Reds hanno pensato davvero di riporre nelle sue mani il pesantissimo scettro di erede di un simbolo del calcio e dello sport in generale, capace di siglare 180 reti in 689 presenze e 17 anni di militanza sempre con la stessa maglia, oltre a 11 trofei nazionali e internazionali. Poi è arrivato il Tottenham, più rapido, scaltro e soprattutto consapevole di avere a che fare con una potenziale icona del calcio continentale. Una convinzione frutto anche dei numeri sfornati con il Keynes: 22 gol in 74 presenze, nonostante il suo mestiere principale non sia proprio quello di spedire la palla in fondo al sacco. Alli è un centrocampista totale, impiegabile anche da trequartista o come mezz’ala in una mediana a tre. Le sue caratteristiche principali? Ormai in molti le hanno notate. Forza fisica (grazie anche ai suoi 188 centimetri di altezza) e stacco imperioso, visione di gioco, tecnica e senso del gol. E un tiro dalla distanza che sta già deliziando l’esigente pubblico inglese. Doti che più e più volte gli hanno permesso di essere paragonato proprio al suo giocatore ideale. Le cui orme non sta però seguendo, almeno a livello di club: gli Spurs lo hanno messo sotto contratto fino al 2020, una mossa di mercato concretizzata nelle ultime ore dello scorso mercato invernale. Cinque milioni di sterline l’esborso economico, da allora 2 gol in 10 presenze in Premier. Un bottino destinato a crescere, senza dimenticare che, in tutta questa baraonda di cifre, accostamenti e storie di vita vissuta, Dele Alli ha ancora 19 anni. E per chissà quanto tempo resterà uno dei rimpianti di maggior spessore della leggendaria Kop


Foto: England on Twitter