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De Paul: “Nell’Udinese sono diventato un leader. Pereyra è come un fratello”

12.11.2020 | 14:12

Rodrigo De Paul, stella dell’Udinese, si è raccontato in una lunga intervista al quotidiano La Nacion:
“A volte mi sento molto sotto pressione, perché voglio che tutto vada bene: che ai miei fratelli non manchi nulla, crescere con la Nazionale, che l’Udinese migliori. E la situazione può essere travolgente. Così mi affido a mia moglie, che mi aiuta a liberare la testa, e a mia madre, che si prende cura di tutta la famiglia in Argentina. Essere un professionista mi rende felice. Tutto quello che ho ottenuto nella mia vita calcistica è stato essere un professionista. Per questo motivo sono diventato un giocatore importante in Nazionale. So che essere diventato il 10 dell’Udinese non è come esserlo del Psg. Ma perché dovrei cambiare? Sono immensamente felice per le cose che ho realizzato, vedendo da dove vengo, la famiglia che ho formato.
I leader non hanno bisogno di gridare per essere ascoltati. Danno l’esempio, mettono la faccia per i compagni. Col tempo, con gli anni, sono diventato un leader. Mi piace questo tipo di pressione, queste responsabilità. Io vivo per il calcio, mi piace allenarmi e cerco di convincere anche i miei compagni di fare il loro meglio, perché sono convinto che si giochi come ci si allena. I leader devono soddisfare determinati requisiti, mi sento preparato e so che i miei compagni di squadra mi vedono in questo modo. Mi prendo questa responsabilità, anche se ci sono momenti in cui non è facile, ci sono altre cose in testa, tutti abbiamo una vita. Ma non mi pesa.
Sono passati quasi sette anni da quando ho lasciato l’Argentina. A quei tempi il Racing non aveva un posto dove mangiare o un nutrizionista. Uscivi dall’allenamento e andavi a mangiare con qualcuno prendendo una Coca-Cola. Con il tempo si vuole migliorare, e il contesto aiuta. All’Udinese ho incontrato un ottimo nutrizionista che non mi ha imposto di mangiare questo o quello, si è seduto con me e mi ha spiegato il perché. Perché è importante non mangiare zuccheri o perché è importante mangiare carboidrati il giorno prima della partita. Questo mi dava diverse soluzioni in campo. Ovviamente non giochi meglio perché mangi meglio, è una stupidaggine. Ma mangiare bene, fa affaticare meno e questo libera la testa per prendere le decisioni migliori. Ti aiuta a riprendere più velocemente da una partita con l’altra, meno infortuni. Se aprite il frigorifero di casa mia, vi rendete conto che non è molto divertente: c’è molta frutta, verdura, pane integrale, frutta secca.
All’Udinese Tucu Pereyra è come un fratello per me, ma quando ci alleniamo non ci si può rilassare. A volte mi accusa: “Sei un’altra persona, sei pazzo”, dice. Sa che se lo devo rimproverare, lo farò. Lo capisce. Ora c’è Nahuel Molina, mi è vicino perché gioca a destra e lo faccio impazzire. Ma quando l’allenamento finisce, stiamo lì a bere mate. Sanno che ho un ruolo in campo. E alla fine, c’è un momento per tutto”.
Foto: sito Udinese