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De Laurentiis: “Volevo Allegri prima di Benitez. Su Callejon e Higuain…”

06.03.2017 | 23:30

De Laurentiis

Il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha rilasciato un’ampia intervista agli spagnoli de El Pais alla vigilia del match contro il Real Madrid. Ecco i passaggi più significativi: “Domani ci sarà una grande atmosfera. Il 29 dicembre è iniziata la vendita dei biglietti, sono finiti in quattro giorni. Mentre quelli per il Bernabeu erano esauriti dopo 45 minuti. Quando ho acquistato il Napoli ho iniziato con dei contratti come quelli del cinema. Sono l’unico al mondo con i diritti d’immagine di ogni giocatore. Quando ho comprato Higuain è stato complicato, perché il Real ne deteneva il 50%. I giocatori non hanno una formazione giuridica, non capiscono i contratti. Né hanno un’educazione commerciale. Higuain successo o fallimento? Un successo enorme. Il Real non gli ha dato la visibilità che gli ha dato il Napoli. A volte i media creano degli eroi, ma non sempre questi possono sopportare il peso di esserlo. Gonzalo aveva una clausola di 90 milioni: se ci fosse stato qualcuno abbastanza matto o interessato a pagarla, io non avrei potuto dire nulla. Ed è stato così. Ci sono giocatori che accettano di essere considerati come parte della mia famiglia e mi considerano un padre. Quelli che non sono così, meglio venderli ogni tre anni. Higuain ha fatto una delle sue stagioni migliori qui, ma il secondo anno ci ha fatto perdere la qualificazione alla Champions con un rigore sbagliato. E anche il secondo posto. Lui ha una famiglia straordinaria, esemplare. Il fratello però mi diceva sempre ‘Non gli piace giocare con Callejon, compra altri giocatori’. Ma io amo Callejon. Non ho mai considerato questa richiesta, anzi, gli ho aumentato gli anni di contratto fino a quattro. Non sono un uomo che si fa ricattare. I trascorsi con Benitez? Un grande allenatore, anche se confonde il calcio inglese con quello spagnolo e italiano. E’ il suo difetto. Se scelgo io gli allenatori? Certo, anche se in quel periodo volevo Massimiliano Allegri. Mi piaceva molto per quello che aveva fatto al Milan, ma mi disse che voleva aspettare. Così ad un certo punto pensammo a Benitez, andammo a vederlo a Londra e ci piacque. Sembrava un napoletano, era gentile, ci ha invitato a mangiare, così facemmo il contratto. E quando tornai a Roma Allegri mi chiamò e mi disse: “Presidente, io posso”, ma era tardi. Come finì? Rafa mi disse di voler tornare in Inghilterra dalle sue figlie e sua moglie. Gli offrii una villa a Roma, buone scuole, americane, i cavalli per una delle sue figlie, che amava andare a cavallo. All’altra piaceva il violino, gli ho detto che potevano andare ogni volta che volevano a Napoli, un’ora di treno. Mi rispose che non volevano comunque lasciare l’Inghilterra. Peccato con il Bilbao, perdemmo una partita stupida, non dico che lo fece apposta, ma forse la sua mente era altrove, o voleva per andare in un’altra squadra. Ci sono cose che le persone non conoscono. Difficile essere presidente all’ombra di Maradona? No, è un onore. E ‘come quando ho fatto il mio primo film con Alberto Sordi. L’ombra di Maradona è un privilegio. Ma dobbiamo essere sinceri, il Napoli non ha vinto molto nella sua storia. Ha avuto grandi giocatori, ma ha avuto per la maggior parte Maradona. Nei miei 12 anni di gestione, Napoli è l’unica squadra italiana che ha trascorso sette anni di fila in competizioni europee. Ho i conti in ordine ed è un record di squadra. Ma essendoci stato Maradona, sembra che io non ho fatto nulla!”.