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De La: “Sarri? Mi auguro resti, non posso costringerlo. Mercato? Se vanno via tutti vuol dire che…”

10.05.2018 | 14:05

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, da Castelvolturno ha presentato in conferenza stampa il ritiro estivo soffermandosi anche sul futuro di Maurizio Sarri e non solo. Queste le sue principali dichiarazioni: “Noi abbiamo anche un piede in Cina, un albergo a 12 piani e 5 stelle, uno stadio da 60 mila posti. Sono molto propositivi ma sono lunghi nel realizzare le promesse. Noi aspettiamo, ma se abbiamo una possibilità cinese noi anticiperemo il ritiro iniziando in Cina, poi andando in Trentino. Noi non siamo disponibili a fare da attrazioni alla Charlie Stillitano. È vero che i soldi sono importanti, ma lo sport poi ne risente. Noi siamo un’industria e come tale dobbiamo ragionare, rimanere in Europa è fondamentale. Il 4 di agosto abbiamo una prima vera partita importante, contro una delle due finaliste di Champions League, il Liverpool. Però io invito le famiglie a venire a Dimaro, in Trentino. Sarri? Auguriamoci che rimanga. Non posso costringere le persone con la forza. Noi abbiamo un appuntamento settimana prossima, lui ora deve preparare la partita fuori casa. Io sono sereno, tranquillo, non preoccupato. Sarri l’ho scelto io, contro il parere di tutti, tra l’altro. O tra i dubbi. Credo che abbia fatto tre anni importanti, ma c’è sempre uno scambio e una reciprocità. Non credo che lui possa lamentarsi. Ha un tipo di allenamento molto stressante, un gioco particolare, tutti quanti gliene siamo grati. Visto che abbiamo investito su di lui, ci auguriamo che rimanga. Non è una questione di soldi, alle volte possiamo prendere giocatori da altre squadre blasonate e farli rendere. Basti pensare a Callejon, che ha fatto moltissimi gol al primo anno. Napoli è una città complicatissima, con delle situazioni ambientali e con discutibili gestioni locali. Auricchio ci ha detto che voleva fare lavori a settembre-ottobre, chiudendoci settori durante la Champions League. I lavori devono iniziare il 21 maggio. Noi vincevamo anche prima, con giocatori di minor livello e con un monte salariale di un terzo o un quarto siamo arrivati secondi con Mazzarri. Lui e Benitez non se ne sono andati via per brutti rapporti con me, Mazzarri voleva andare alla Juve dopo due anni, l’ho fatto rimanere per altri due. Dopo quattro anni un progetto si può anche chiudere. E ho detto può, non “deve”. Lo spagnolo aveva un contratto annuale con opzione per il secondo anno, che lui pensava non avessi esercitato, tanto che ebbe problemi con la moglie. Noi siamo arrivati quinti e non terzi per qualche errore sbagliato. Non è che abbiamo fatto male. Tutte le pedine in campo sono andate bene, la società è portante in ogni attività: il produttore è più importante del regista. Noi cerchiamo di condurre l’azienda nel miglior modo possibile. Mercato? Se vanno via tutti vuol dire che incassiamo un miliardo e ognuno per conto suo. Il progetto Napoli continuerà. Alla grande. Cosa ho fatto io per 14 anni? L’ho portato avanti con un certo ardore, con capacità, oppure no? Io ho scelto Sarri, ho rischiato. Mi hanno messo i manifesti per Napoli che dicevano ‘cretino hai preso Sarri’, io sono stato zitto. Poi c’è stata una cavalcata eccezionale. Non siamo riusciti a essere continuativi perché sapevamo che, senza una gestione in un certo modo, dovendo fare un preliminare potevamo finire la benzina a marzo-aprile”.

Foto: Napoli Twitter