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DAWSON, L’EX RAGAZZO DEL PUB CHE HA FERMATO IL TOTTENHAM

27.04.2016 | 09:30

“Manca poco al grande sogno”, lo ripete continuamente Claudio Ranieri, quasi fosse un mantra. Il tecnico testaccino, che in Italia mai è passato per stratega della panchina pur avendo guidato in carriera tutti i top club tranne il Milan, è sul punto di prendersi la soddisfazione più grande per un allenatore: vincere la Premier League. Il campionato più patinato e ricco del mondo, il campionato dei petroldollari (Manchester City), delle grandi Company americane (Manchester United e Liverpool) o multinazionali (Arsenal) e di Roman Abramovich, precursore della colonizzazione col suo Chelsea. E sta per vincerla con una formazione che era partita per salvarsi, magari in modo più tranquillo rispetto alla scorsa stagione. Il fenomeno Leicester ha contagiato tutti col trascorrere delle settimane: dopo quello della rispettiva squadra del cuore, gli appassionati italiani vanno subito in cerca del risultato delle Foxes. Una favola che vi stiamo raccontando costantemente, non paragonabile ai trionfi di altri outsider, compresi Cagliari e Verona (altro tipo di squadre, altro contesto, altro calcio). Per il resto ci aggiorna puntualmente lui, il 64enne allenatore romano che con le sue conferenze stampa ad effetto – compreso il recentissimo dilly ding, dilly dong già divenuto un tormentone – ha conquistato la stampa inglese che mai era stata troppo tenera con lui. Al punto da appiccicargli, ai tempi in cui guidava il Chelsea, l’epiteto di Tinkerman. Termine dal significato non univoco, si spazia dall’essere perennemente indeciso alla capacità di arrangiarsi alla bell’è meglio.

No, oggi non tracceremo il profilo di un altro beniamino del King Power Stadium, bensì dell’uomo che ha avvicinato ulteriormente il Leicester alla vittoria finale. Stiamo parlando di Craig Dawson: tranquilli, il noto telefilm di fine anni 90 con l’inespressivo protagonista non c’entra. E neanche l’ex bandiera del Tottenham, oggi militante nell’Hull City. L’identikit corrisponde a quello del quasi 26enne esterno difensivo del West Bromwich, affidabile ma non certo una primadonna. Non ancora perlomeno. Ebbene, se il vantaggio di Mahrez e compagni sugli Spurs è salito a 7 punti, quando mancano appena 3 giornate al termine del torneo, il merito principale è proprio suo. Indiscusso protagonista dell’ultimo monday night disputatosi nel catino dei bianchi del nord di Londra: al 33’ del primo tempo una sua goffa autorete, nel tentativo di anticipare Vertonghen, aveva spianato la strada agli uomini di Pochettino. Ma 40 minuti dopo lo spilungone (188 cm per 83 kg) ha trovato il modo migliore per farsi perdonare dai Baggies, svettando più in alto di tutti sul corner di Gardner: Lloris anticipato, palla nel sacco e White Hart Lane gelato al cospetto della banda di Tony Pulis, che, pur avendo più nulla da chiedere al campionato, è andata nella Capitale a giocarsela fino alla fine. Frustrando così le residue velleità di Harry Kane e soci. Per Craig, nato a Rochdale il 6 maggio del 1990, si tratta del gol numero 31 in carriera: 6 li ha realizzati proprio con la maglia del WBA, addirittura 21 con quella della compagine della sua città, che lo ha fatto esordire tra i professionisti – in quarta serie – nella stagione 2009-10 dopo averlo prelevato dal Radcliffe Borough; i rimanenti 4 nella parentesi trascorsa nel 2013 tra le file del Bolton, che lo aveva preso in prestito dal West Bromwich con cui aveva firmato nel 2011. Il tutto in 222 gare ufficiali. A questi numeri, vanno poi aggiunti quelli dell’Inghilterra Under 21: 6 reti in 16 apparizioni con Stuart Pearce al timone. Procedendo a ritroso, va raccontato in chiusura un piccolo aneddoto riguardante gli inizi. Ai tempi in cui giocava nel  St Clements, team giovanile di Rochdale, Dawson dava una mano nel locale di famiglia: il classico ragazzo del pub che raccoglieva i bicchieri.   

Ad ogni modo, se tutto andrà per il verso giusto, sul Leicester gireranno film che magari sbancheranno il box office. Ancora tre punti (o un altro passo falso del Tottenham) per scrivere la storia: ne sentiremo parlare anche quando i nostri capelli saranno diventati bianchi, c’è da scommetterci. E, seppur indirettamente, un ruolo fondamentale in questa cavalcata leggendaria l’avrà giocato anche Craig Dawson

 

Foto: teamtalk.com