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DAVID DE GEA: NATO CON LA… CAMISETA

16.10.2014 | 09:38

David de Gea e Iker Casillas sono due personaggi legati da una miriade di affinità. Entrambi portieri, entrambi nati a Madrid (David nel ’90, Iker nel 1981), l’uno cresciuto nell’Atletico Madrid e oggi tra i pali del Manchester United, l’altro da sempre nella famiglia del Real. Entrambi dotati di grandissimo talento, un talento che ogni tanto si spegne e lascia spazio a errori grossolani. Stesso dna, anche in questo. Infine, li unisce oggi un sottile filo di continuità: in Nazionale, dove Iker dovrebbe presto lasciare spazio al giovane David, e anche al Real Madrid. Se ne parla da oltre un mese: il successore di Casillas tra i pali del Bernabeu sarà proprio de Gea. David ha un contratto con i Red Devils fino al 2016. Il Man Utd vuole evitare di perderlo a “ricavo zero” tra due anni. Nel frattempo il Real è alle prese con il futuro di Casillas, infastidito da un Bernabeu sempre meno tollerante, bersaglio di critiche dopo un paio di errori evidenti commessi in Nazionale, ma blindato dalle parole del suo tecnico Carlo Ancelotti (“Il suo futuro è qui, rappresenta un pezzo della storia di questo club”). Nel frattempo il giovane de Gea prova a dimostrare che per quella prestigiosa maglia “blanca” è ormai pronto. Lo ha fatto appena 10 giorni fa, senza andare troppo indietro nel tempo, salvando di fatto la porta del Manchester in almeno 3 occasioni nella vittoria sull’Everton per 2-1. Ma in passato non sono state sempre rose e fiori. L’esordio assoluto in Champions League con la maglia dei Colchoneros, ad esempio, coincise con una sconfitta secca (30 settembre 2009, 2-0 per il Porto). Incostante e geniale, de Gea fece invece faville nella finale di Europa League vinta contro l’Amburgo e nella Supercoppa Europea del 2010 contro l’Inter, con tanto di rigore parato a Milito. I primi 6 mesi a Manchester, squadra che lo acquistò nel 2011 per 21 milioni di euro, furono quasi un incubo, come svelato di recente dallo stesso portiere. Eppure le sue “papere” non risultarono quasi mai decisive in negativo. Come il 6 agosto 2011, giorno dell’esordio con i Red Devils nella finale di Community Shield contro il Manchester City: due errori clamorosi sulle reti di Lescott e Dzeko non impedirono al Man Utd di vincere il trofeo. O come il 14 agosto 2011, nel suo debutto in Premier sul campo del West Bromwich Albion: altro errore, ma la sua squadra vinse 2-1. I maligni dicono che sia nato con la “camicia”. Chissà se tra qualche mese indosserà la “camiseta”…