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DANIELE VERDE, IL NUOVO ORO DI ROMA

10.02.2015 | 09:35

Vi risparmieremo le dissertazioni ormai inflazionate sulla linea Verde, di fatto e di nome, che ha consentito alla Roma di espugnare Cagliari e di rispondere, così, alla Juve capolista impostasi nel big match dello Stadium sul Milan.

Nel nostro appuntamento quotidiano ci concentreremo esclusivamente su Daniele, il diciottenne proiettato in copertina dal magico pomeriggio del Sant’Elia. Il calcio, come la vita, è fatto di occasioni. Mister Garcia, a dispetto delle assenze di Iturbe, Ibarbo (infortunati), Florenzi (squalificato) e Gervinho (a giocarsi la finalissima di Coppa d’Africa, poi levata al cielo a spese del Ghana), contro i sardi non voleva rinunciare al suo collaudato 4-3-3. Ljajic da una parte, capitan Totti in mezzo…e dall’altra? Pochi dubbi per il buon Rudi, che ha scelto di lanciare Verde dal 1’, convinto che i due assaggi contro Palermo e Cagliari potessero già costituire un viatico sufficiente.

E lo scugnizzo napoletano ha risposto come meglio non avrebbe potuto: due assist – strepitosa la scucchiaiata che ha mandato in porta il serbo Adem – ad impreziosire una prestazione di sostanza e qualità. Sensazioni uniche per un classe 1996 che quest’anno aveva fatto sfracelli in Primavera (media di un gol a partita in campionato – 8 complessivi – più due nella Youth League, la Champions dei baby), esternate così nel dopo partita: “Emozionante, non so nemmeno cosa provo davvero, forse è stata la giornata più bella della mia vita. Sono contento per i tre punti. Quelle di oggi sono giocate che proviamo sempre in allenamento. Certi uno-due vengono bene quando ci sono giocatori rapidi davanti, grazie a Dio è riuscito tutto a meraviglia. A chi mi ispiro? Cerco di prendere tanto da vari campioni. Volete qualche nome? Cristiano Ronaldo e Francesco Totti. A Palermo ero più teso, ma con la fiducia di Garcia e della squadra è andata bene, stavolta ci ho messo più personalità. Questa vittoria ci porta carica e fiducia. Abbiamo passato un momento difficile che stiamo superando tutti insieme. Non dobbiamo mollare lo scudetto: siamo una grande squadra e vogliamo avere la possibilità di guadagnare il titolo”. Parole sincere, poche frasi fatte, per chi sta muovendo i primi passi nell’Olimpo dei grandi, in una piazza esigente come quella della Capitale per giunta.

Nato a Napoli il 20 giugno del 1996, Daniele attira su di sé le attenzioni dei grandi club incantando, poco più che bambino, nel campetto del Pigna Calcio (quartiere Pianura di Napoli), affidato alle cure di mister Pignalosa. Fisico quasi tozzo (168 cm per 64 kg) ma scattante, a suon di dribbling conquista lo scouting facente capo a Bruno Conti, che soffia il talentino alla Juventus e lo mette sotto contratto affidandolo a Vincenzo Montella, ai tempi allenatore dei Giovanissimi Nazionali della Roma.

E’ proprio l’ex aeroplanino a far svoltare la carriera del ragazzo, cresciuto calcisticamente come terzino e spostato 40 metri più avanti, sempre sulla corsia, dall’attuale allenatore della Fiorentina, che nel suo bagaglio tecnico intravedeva l’essenziale per interpretare il ruolo di esterno alto. Da lì in poi l’ascesa è stata pressoché inarrestabile.

Al Daniele aveva pensato il Catania nelle battute finali della sessione invernale del calciomercato, per sua fortuna non se ne è fatto nulla: non avrebbe vissuto l’ebbrezza di un simile esordio. Magari un po’ di gavetta dovrà farla, come (quasi) tutti, per mettere nelle gambe minuti da titolare, ma le premesse sono le migliori possibili. Fermo restando che la maglia della Roma ha un peso non indifferente e che sui giovani bisogna puntarci, sì, ma senza generare pressioni che alla lunga potrebbero anche rivelarsi controproducenti. Verde però ha la cultura del lavoro nel sangue, l’ultimo gioiellino giallorosso va semplicemente gestito con cura. E nel suo prossimo futuro, come ammesso dal ct Gigi Di Biagio, potrebbe esserci l’Europero Under 21 con gli azzurrini.

Foto: sito ufficiale Roma