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Dal Ponte San Pietro al Milan, passando per Cagliari, Roma e Firenze. Astori, campione di buone maniere

04.03.2018 | 18:05

Il mondo del calcio piange la tragica e prematura scomparsa di Davide Astori, prima un uomo di valore e poi un calciatore dalle immense qualità. La Fiorentina perde il proprio capitano, ma è l’intero movimento a restare attonito e sconvolto dinanzi a un simile avvenimento. Astori nasce a San Giovanni Bianco, piccolo paesino in provincia di Bergamo, il 7 gennaio del 1987. Sin da piccolo il suo sogno è sempre stato quello di diventare un calciatore professionista e all’età di 12 anni, nel 1999, entra nelle giovanili del Ponte San Pietro. Nel 2001 il Milan nota le sue ottime capacità e decide di prelevarlo inserendolo nel proprio prolifico vivaio dove, col passare del tempo, plasma il suo talento. Dopo cinque stagioni, i rossoneri lo svezzano mandandolo in prestito in Serie C prima al Pizzighettone e poi alla Cremonese. Il suo rendimento attira le attenzioni del Cagliari che, senza esitare, lo preleva a titolo definitivo proprio dal Milan. In Sardegna, dal 2008 al 2014, sfodera prestazioni personali di altissimo livello che gli valgono la chiamata della Nazionale italiana con Cesare Prandelli come commissario tecnico. Segna il suo primo gol in azzurro il 30 giugno 2013 durante la spedizione in Brasile per la Confederations Cup, precisamente nella finale per il terzo e quarto posto contro l’Uruguay. Si tratta, inoltre, del primo centro di un giocatore del Cagliari in Nazionale dopo quarant’anni: l’ultimo era stato Gigi Riva in Italia-Svizzera 2-0, il 20 ottobre del 1973. Il 24 luglio del 2014 per lui si fa avanti la Roma e Astori accetta la sfida. L’esordio in giallorosso avviene, strana coincidenza, nella gara con la Fiorentina. Nella Capitale si rende protagonista con 29 presenze e una rete siglata, nemmeno a farlo apposta, proprio a Udine contro i bianconeri (0-1 il risultato finale). Nell’estate del 2015, una volta rientrato a Cagliari dopo il prestito annuale, sposa il progetto della Fiorentina che gli affida le chiavi del pacchetto arretrato. Con i viola firma un contratto quadriennale, sintomo che i Della Valle ripongono in lui un’enorme fiducia. Con il suo carisma e con la sua invidiabile eleganza, dentro e fuori dal campo, il centrale diviene uno dei principali leader dello spogliatoio. Così, dopo l’addio di Gonzalo Rodriguez, la società gli affida anche la fascia di capitano. Astori e la Fiorentina, un connubio perfetto che, però, oggi si è tragicamente interrotto. Astori, campione assoluto di buone maniere, vola via. Ma il suo ricordo resterà per sempre vivo nel cuore di tutti gli sportivi.

Foto: zimbio