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DALEY BLIND, BUON SANGUE NON MENTE

12.09.2014 | 09:30

“Come sapete posso ricoprire diverse posizioni, ma sono a completa disposizione del mister. Io voglio giocare, non importa se da terzino sinistro o a centrocampo, questa è una decisione che spetta a Van Gaal, la cui presenza ha certamente influito sulla mia scelta. Mi ha dato tanta fiducia al Mondiale e sono davvero felice di lavorare di nuovo con lui qui a Manchester. È un allenatore molto rigoroso, legge benissimo le partite, sa sempre come affrontare le variabili”.

Con queste parole ieri Daley Blind, presentato in pompa magna dal Manchester United unitamente al colpaccio last second Radamel Falcao, ha preso contatto con la sua nuova realtà.

Una trattativa della quale si era lungamente parlato, quella tra Blind e il club dei Glazer, concretizzatasi definitivamente nella mattinata dell’1 settembre con l’annuncio della firma, anche se già il 30 agosto i Red Devils avevano anticipato via Twitter l’arrivo del versatile specialista olandese, pronto a sottoporsi alle visite mediche.

Un affare da 14 milioni di sterline – circa 18 in euro – finiti nelle casse dell’Ajax, che ha fatto anche discutere i critici.

Non tanto per la bontà dell’operazione in sé, nessun dubbio sulle qualità dell’ex Lanciere, quanto per l’opportunità per lo United di acquistare un altro terzino sinistro. Ma su questo punto va fatta un po’ di chiarezza. Perché è vero che erano già stati ingaggiati, rispettivamente da Southampton e Sporting Lisbona, Luke Shaw e Marcos Rojo. Ma è vero anche che il primo è un esterno di professione, un classe 1995 assolutamente devastante, mentre il secondo il terzino l’aveva fatto più che altro con la sua Argentina vice campione del mondo, mentre in Portogallo si era egregiamente disimpegnato per lo più al centro della difesa. E in tal ruolo dovrebbe impiegarlo LVG, già sotto accusa per il magrissimo bottino di 2 punti raggranellati nelle prime 3 giornate di Premier League.

Oltretutto, come anticipato in parte dal diretto interessato nel virgolettato propostovi, Blind può essere impiegato anche in mediana, grazie a piedi educatissimi e ad un ottimo senso della posizione, o al limite anche da centrale difensivo. Indi per cui non va affatto escluso che alla fine tutti e tre trovino spazio nell’undici titolare.

Ripercorrendo le tappe salienti del suo percorso, Daley nasce il 9 marzo del 1990 ad Amsterdam, dove il padre Danny era impegnato a scrivere pagine di storia del calcio: basti pensare che 5 anni più tardi, sempre agli ordini di Van Gaal, vinse da perno inamovibile anche la Coppa dei Campioni, superando il Milan di Fabio Capello in finale, e la Coppa Intercontinentale.

Un feeling consolidatosi in Nazionale quello tra Van Gaal e la famiglia Blind. Il senior gli ha fatto da vice (e continua a farlo con Hiddink), il ragazzo lo ha seguito all’ombra dell’Old Trafford.

Tornando al nostro personaggio del giorno, Daley si forma appunto nel vivaio dell’Ajax, da sempre serbatoio inesauribile di talenti, e, dopo le fruttuose esperienze con le compagini juniores, nella stagione 2008-09 viene aggregato stabilmente alla prima squadra, debuttando nel dicembre del 2008 in occasione della vittoriosa trasferta contro il Volendam.

Nel gennaio del 2010 viene girato in prestito al Groningen, dove disputa la seconda parte dell’annata totalizzando 17 apparizioni. Rientrato alla casa madre l’estate successiva, Blind in maglia biancorossa ha complessivamente disputato 143 partite, condite da 3 reti, contribuendo alla conquista di 4 Eredivisie e 1 Supercoppa olandese, successi conseguiti con Frank De Boer in panchina.

A livello di Nazionale maggiore, dopo aver percorso tutta la trafila delle rappresentative giovanili, sono invece 21 le presenze, con un gol all’attivo: quello realizzato ai padroni di casa del Brasile nella finale per il terzo posto dell’ultima rassegna iridata. Domenica pomeriggio a Manchester arriva il Qpr, Blind già scalpita: attraversare il tunnel che porta al Theatre of Dreams regala emozioni uniche.

Foto: manutd.com