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Da Chinaglia a Totò, i giocatori globali

05.09.2012 | 15:50

Alessandro Del Piero non sarà l’ultimo giocatore italiano a scegliere mete calcistiche esotiche per terminare la carriera. Se queste cose succedevano in passato, figuriamoci ora, nel mondo della globalizzazione. Uno dei precursori nel campo dell’esportazione del calcio made in Italy è stato il padre di Christian Vieri, Bob, che andò a giocare proprio a Sydney. L’esempio più famoso, forse, è quello di Giorgio Chinaglia, che approdò ai Cosmos di New York dove ebbe la possibilità di giocare al fianco del mitico Pelè. Fece inoltre scalpore il trasferimento di Totò Schillaci nella J League con il Jubilo Iwata, diventando per i tifosi nipponici ‘Toto’ San’. Come Schillaci, anche Daniele Massaro scelse il Giappone per chiudere la carriera, vestendo la maglia dello Shimizu S-Pulse. Negli Stati Uniti giocarono Roberto Donadoni, ai N.Y. Metrostars (ora Red Bull) tra il ’96 e il ’97, prima di andare in Arabia all’All Ittihad, e Walter Zenga, che nella Mls difese i pali dei New England Revolutions dal ’97 al ’99. In Australia, invece, hanno giocato Nicola Berti nel Northern Spirit, Andrea Icardi nel Marconi Stallions e Benny Carbone nel Sydney FC . Ultimamente il Canada è diventata una meta agognata dai calciatori nostrani. Uno de primi ad andare ai Montreal Impact, in pochi lo sanno, è stato Stefano Pesoli, fratello minore di Emanuele. Adesso la squadra di Montreal può vantare giocatori del calibro di Corradi, Nesta, Ferrari e Di Vaio mentre, molti anni prima, a fare la parte del leone furono i Toronto Blizzard che ingaggiarono gli ex juventini Morini e Bettega. Non si possono non citare gli Emirati degli opulenti sceicchi: le esperienze di Fabio Cannavaro all’Al Ahli e di Luca Toni all’Al Nasr sono note a tutti. Qualche mese fa, infine, fece scalpore il ritorno in panchina del Campione del Mondo Marcello Lippi, allenatore dell’Evergrande Guangzhou in Cina.