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Countdown Brasile 2014: il girone C ai raggi X

29.05.2014 | 20:50

Fare le carte ai Mondiali non è impresa tra le più semplici. Generalmente i valori effettivi alla lunga emergono, ma bisogna sempre considerare che il tutto si concentra nell’arco di un solo mese, al termine di una faticosa stagione agonistica. Al di là delle problematiche legate a condizioni di forma e peso specifico degli organici, in Brasile potrebbe incidere anche il fattore climatico, tra alture e calura le sorprese non mancheranno di certo. All’interno di questa nuova rubrica vi presentiamo le 32 partecipanti alla prossima kermesse iridata, cercando di individuarne punti forti e deboli. In calce ad ogni articolo troverete i link di indirizzamento ai convocati delle rappresentative in questione e ai gironi già analizzati.

Lasciamoci ammaliare dall’appeal della Coppa del Mondo: una sola Nazionale si guadagnerà l’immortalità calcistica, il countdown è già scattato.

 

GIRONE C

 

COLOMBIA (4-2-3-1)

Falcao o non Falcao, questo è il problema. José Pekerman avrebbe certo preferito non indossare i panni del novello Amleto, ma da mesi ormai la corsa contro il tempo del fuoriclasse del Monaco tiene con il fiato sospeso un Paese intero, al di là del plurititolato Ct a livello giovanile (3 Mondiali under 20 vinti con la sua Argentina, prima di passare per un biennio alla guida della Nazionale maggiore).

Con il passare degli anni i Cafeteros si son conquistati uno spazio importante nell’élite del calcio mondiale, al punto da arrivare ad occupare la posizione numero 3 del Ranking Fifa. Un paio di decenni fa erano le pittoresche chiome degli Higuita e Valderrama a fare notizia, oggi l’organico della Colombia annovera almeno 6-7 stelle di statura internazionale. Basti pensare che Jackson Martinez generalmente fa panchina, perché l’idea di gioco del mister contempla un solo riferimento offensivo e, con Radamel in condizione, non ce n’è per nessuno, neanche per il formidabile centravanti del Porto.

Tra i pali Ospina dovrebbe essere preferito a nonno Mondragon, la linea a quattro di difesa potrebbe vedere protagonista Santiago Arias – talento emergente del PSV Eindhoven – sull’out di destra (Zuniga è alla ricerca della miglior condizione), mentre Eder Balanta sgomiterà con Perea, Zapata e Mario Yepes per trovare spazio al centro. In mediana, qualora il selezionatore dovesse insistere sul 4-2-3-1, difficilmente troveremo Fredy Guarin, eventualmente utilizzabile qualche metro più avanti – unitamente a Cuadrado e James Rodriguez – nella batteria dei tre interpreti a sostegno dell’unica punta. Per ciò che concerne l’artiglieria pesante, detto del rebus Falcao e di Jackshow, ultimamente sono in rialzo le quotazioni del sevillista Carlos Bacca, invece gli altri “italiani” Ibarbo e Muriel sembrerebbero a rischio taglio (la lista dei 23 ha già perso Mosquera, Soto, Torres e l’infortunato Valencia) a dispetto della loro devastante velocità, abbinata ad una tecnica non indifferente. Occhio dunque alla rappresentativa sudamericana, cui si attaglia perfettamente il ruolo di outsider di lusso della manifestazione, oltre che di favorita d’obbligo del girone.

 

 

 

COSTA D’AVORIO (4-2-3-1)

La terza volta potrebbe essere quella buona. L’urna di Costa do Sauipe si è infatti rivelata benevola per gli Elefanti, in Brasile l’obiettivo mancato in Germania e Sudafrica è raggiungibile: passare il turno si può, puntando sull’esperienza dei veterani all’ultimo Mondiale della loro carriera, ma anche sulla voglia degli assi nel pieno del vigore fisico di consacrarsi a livello planetario. Il commissario tecnico Sabri Lamouchi, che gli appassionati ricorderanno per le avventure italiane con le maglie di Parma, Inter e Genoa, ha assemblato un roster di tutto rispetto pur lasciando a casa senatori come Eboué e Romaric, reduci da un’annata al di sotto delle aspettative.

Passando al setaccio i vari reparti, non può che spiccare quello offensivo, assolutamente da top eight. In pochi possono vantare al proprio arco frecce del calibro di Didier Drogba, Gervinho, Salomon Kalou, Wilfried Bony e Seydou Doumbia, lasciar fuori due di loro dai titolari sarà certamente un cruccio per il condottiero francese, che al pari dei summenzionati colleghi adotta l’efficace quanto inflazionatissimo 4-2-3-1. Le gerarchie però sembrano abbastanza chiare: Kalou e l’imprendibile romanista larghi sugli esterni, con Yaya Touré a completare la terna alle spalle dell’eterno Didier. Scusate se è poco, aggiungeremmo. Quest’ultimo, centrocampista universale nonché cannoniere principe del Manchester City campione d’Inghilterra (le 20 reti nell’ultima Premier costituiscono un bottino da urlo) rappresenta un autentico valore aggiunto per gli ivoriani, che negli altri settori non possono certo contare su una classe paragonabile.

La retroguardia poggia le sue fondamenta sul maggiore dei fratelli Touré, Kolo, cui viene affiancato solitamente l’altro over 30, Didier Zokora, professione mediano riadattato in difesa: non esattamente due fulmini di guerra. Un po’ di brio alla manovra dovrebbe portarlo sulla fascia destra Serge Aurier, terzino in ascesa del Tolosa appetito da più di un top club europeo. La speranza è che i due frangiflutti impiegati a centrocampo, verosimilmente Diomandé e il magpie Tioté, riescano a proteggere bene i compagni per poi fare ripartire l’azione. La sensazione, almeno a bocce ferme, è che i Les Elephants dovranno sempre puntare a fare un gol in più dell’avversario, le tattiche sparagnine potrebbero non giovare stante le esigue garanzie difensive.

 

 

 

GIAPPONE (4-2-3-1)

Fino ad una ventina d’anni fa per calcio made in Japan si intendeva per lo più quello di Holly&Benji, il mitico cartone animato anni 80 dal rettangolo di gioco degno, quanto a lunghezza, di un oro olimpico sui 3.000 siepi. A partire dal 1992, anno di fondazione della J-League, lo sport più amato del mondo iniziò però a prendere piede nel Sol Levante, specie grazie all’effetto volano per l’intero movimento generato dallo sbarco dei primi campioni (Zico, Dunga e l’eroe di Italia ’90, Totò Schillaci tra i primi). Tant’è che questa brasiliana sarà la quinta partecipazione consecutiva dei Samurai Blue alla fase finale di una rassegna iridata e, previsioni alla mano, gli orientali non partono affatto battuti nel raggruppamento.

Tralasciando la Colombia che dovrebbe fare storia sé, alla qualificazione del Giappone agli ottavi viene infatti attribuita sostanzialmente la stessa quota della Costa D’Avorio, che può sicuramente vantare delle individualità migliori ma che potrebbe pagare dazio sotto l’aspetto tattico. Merito che va ascritto anche, se non soprattutto, ad Alberto Zaccheroni che ha parecchio accelerato il processo di europeizzazione della selezione nipponica. La nazionale disimpegnatasi contro gli azzurri di Prandelli 12 mesi or sono in Confederations Cup stupì per il 4-2-3-1 snello, basato su rapidi fraseggi palla a terra e senza dare grandi punti di riferimento in avanti: tutta un’altra storia rispetto allo Zac prima maniera, divenuto celebre per il suo 3-4-3 champagne che, consolidatosi nella provincia dorata di Udine, nel 1999 portò in dote lo scudetto numero 16 al Milan.

Analizzando l’organico allestito dall’allenatore di Cesenatico, giunto all’ultimo atto dell’avventura quadriennale da Ct degli asiatici, va subito rimarcato come trattasi di scelte definitive: 12 dei 23 convocati giocano nel vecchio continente, la più rappresentata è la colonia tedesca che annovera 6 elementi.

Oltre che sulle corsie esterne, egregiamente ricoperte dal terzino destro Atsuto Uchida, in forza allo Schalke 04, e dall’interista Yuto Nagatomo, i profili di maggior spessore li troviamo negli ultimi 30 metri: i due Shinji, Kagawa (Manchester United) e Okazaki (15 reti in Bundesliga col Mainz), il rossonero Keisuke Honda e la stella del campionato patrio Yoichiro Kakitani (Cerezo Osaka) potenzialmente integrano un poker – se non d’assi – per lo meno figurato, al quale prestare la massima attenzione. Con Kiyotake del Norimberga in rampa di lancio.

 

 

 

GRECIA (4-3-3; 4-5-1)

Dall’inaspettato trionfo ad Euro 2004 son passati 10 anni, i navigatissimi Kostas Katsouranis e l’ex Inter Giorgios Karagounis sono gli unici due reduci del clamoroso blitz in Portogallo che sovvertì ogni possibile pronostico. Eppure, dal punto di vista squisitamente qualitativo, tra questa di Fernando Santos e la selezione laureatasi campione d’Europa agli ordini di Otto Rehagel non si intravedono grandi gap. Anzi, sulla carta questa sembra anche assortita meglio.

Kostas Mitroglou è la punta di diamante dell’undici greco: i guai fisici non hanno consentito all’esplosivo bomber di evitare la retrocessione al Fulham, che aveva sostenuto un investimento importante per prelevarlo dall’Olympiacos lo scorso gennaio e che in estate verosimilmente lo vedrà emigrare verso altri lidi, ma nella terra del samba il ventiseienne dovrebbe prendere per mano i suoi, spalleggiato dai compagni di reparto Samaras e Salpingidis. Nella zona nevralgica del campo il 59enne timoniere lusitano è orientato a dar fiducia al trio composto da Maniatis, l’ex senese Tziolis e il succitato Karagounis, tenendo presente che i “nostri” Fetfatzidis, Kone e Christodoulopoulos (questi ultimi in uscita da Bologna) gli permetterebbero di apportare delle interessanti varianti in corso d’opera, ben potendo risultare utili sulla trequarti grazie alle riconosciute doti in sede di ultimo passaggio e inserimento sotto porta.

La terza linea è quella che offre minori certezze: peserà tantissimo il forfait del baluardo dello Schalke 04, Kyriakos Papadopoulos, indiscutibilmente il difensore di maggior qualità del panorama ellenico. L’infortunio, l’ultimo di una interminabile serie, rimediato ai primi di maggio ha definitivamente tolto di mezzo il classe 1992, cui farà compagnia sul divano l’affidabile ma altrettanto fragile Dimitris Siovas, che bene si era destreggiato anche in occasione del playoff contro la Romania. Coppia centrale tutta da inventare quindi per Santos, più Manolas che Maniatis in pole per supportare un’altra vecchia conoscenza del calcio italiano, Sokratis Papastathopoulos, rappresentato anche da Torosidis e Moras: il duttile laterale della Roma è un titolare inamovibile, lo scaligero proverà a mettere in difficoltà il Ct.

                                                                                  Jody Colletti           Twitter: @jodycolletti

CONVOCATI

GIRONE A

GIRONE B

 

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