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Conte: “In Champions servirà un’impresa. Lo stipendio? Parla la mia carriera”

15.11.2020 | 11:32

Nel corso dell’intervista alla Gazzetta dello Sport, Antonio Conte ha parlato anche della Champions: “Serve una impresa. Ma abbiamo dimostrato nelle tre partite giocate, nonostante i risultati non ci abbiano sorriso, di poterci stare. E faremo di tutto per restarci. Scudetto? I tifosi hanno il diritto di sognare, ma dobbiamo essere consapevoli che quella scorsa è stata una stagione anomala in cui abbiamo fatto qualcosa di incredibile anche grazie a defaillance altrui. Siamo finiti a -1 anche perché la Juve, dopo aver vinto il titolo, nelle ultime partite ha un po’ mollato. Io paradossalmente sono più fiero di essere arrivato così davanti al Napoli, che partiva per vincere lo scudetto. Della Juve non ricordo solo il -1 finale, ma anche la partita che hanno giocato e vinto contro di noi pre lockdown. In cui loro hanno mostrato di avere ancora intatta cattiveria e fame di successo. Noi stiamo lavorando per non essere da meno”.

“Quello che guadagno lo stabilisce ciò che ho fatto nella mia carriera. Nessuno ti regala niente nel calcio. So che vengono riposte tante speranze perché ci sono io e lo accetto”, ha detto Conte, che ha poi ricordato l’esempio al Liverpool di Klopp. “È stato i primi 4 anni senza vincere nulla e sono serviti tempo e innesti importanti ogni stagione per costruire una squadra tra le più forti al mondo. Noi veniamo da anni in cui in Italia c’è una squadra dominatrice assoluta. E quando questo accade quella squadra scava un fosso tra lei e le altre, crea un gap. Chi insegue spesso invece di lottare per colmarlo, si è adattato ad essere il primo tra i secondi”.

“Io come Herrera e Mourinho? I paragoni sono lusinghieri. E la responsabilità di raggiungere i loro risultati la sento. Ma non confondiamo le epoche e le fasi storiche del club. L’Inter di Herrera e di Mourinho erano realtà consolidate. Squadre con tanti uomini che avevano già vinto tanto. Gente di personalità, abituata alle pressioni, che si prendeva le responsabilità e non sbagliava mai nei momenti decisivi. Perché la leadership in campo non si conquista a parole, ma con i fatti… Anche la mia Inter ha dei valori importanti, voglio solo che non si confondano dimensioni diverse. Noi siamo partiti molto più indietro”.

Foto: Instagram personale