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Commisso: “Abbiamo fatto un ottimo campionato. Ho già speso tanto”

03.08.2020 | 18:15

Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso è intervenuto ai microfoni del sito ufficiale dei viola: “Il momento più bello è il primo giorno, con l’accoglienza avuta da me e dalla mia famiglia. Poi abbiamo incominciato a prendere soldi dall’America, dall’Italia, aiutando gli ospedali a Firenze. Ricordo le mascherine che abbiamo mandato a Gioia Marina. E poi quando ci siamo salvati dalla possibilità di andare in B. Nelle ultime sette partite abbiamo giocato bene, siamo arrivati al posto che la Fiorentina si merita”.

Commisso fa un bilancio:  La tifoseria, non lo avevo capito prima di venire a Firenze, non conoscevo l’importanza della Fiorentina per i suoi cittadini. Negativa era la situazione della squadra, abbiamo accelerato molto per comprare la Fiorentina nello spazio di due-tre settimane. Pensando a Milan, Inter o Roma… Gli accordi si fanno in mesi e non vanno avanti. Prima del nostro arrivo i ricavi della Fiorentina erano andati giù, in dieci anni. Oggi un giocatore che potevi comprare a 20 milioni ora costa il doppio, minimo. Con i ricavi andati indietro e con i costi del calcio e dei giocatori, siamo molto molto più messi male rispetto a dieci anni fa. Abbiamo ancora quaranta giocatori, non lo sapevo precisamente che dobbiamo fare questo grande grande lavoro per potere aiutare la squadra a ridurre i costi dell’ingaggio e portare questi in qualche altro posto oppure venderli. Il management è stato tutto cambiato, con Joe Barone, Pradè, altra gente se n’è andata, c’è stata una rivoluzione manageriale e stiamo andando avanti”.

Le dichiarazioni dopo Juventus-Fiorentina furono clamorose: “Forse avrei dovuto parlare più piano e non gridare, ma il concetto è che andando nello spogliatoio ho visto i ragazzi depressi e arrabbiatissimi. Parlo tipo Dragowski. Come ex capitano della mia squadra, 50 anni fa, mi andava di prendere le difese della squadra e dei giocatori. Ho visto molte cose, dall’arbitraggio incominciato con il Napoli – e i tifosi lo ricordano, con Mertens – ed è continuato, continuato, continuato. Sia Pezzella, Ribery, Chiesa, ci hanno menato e non mi è piaciuto affatto. Ho sbottato. Volevo ricordare che la legge sugli arbitraggi dev’essere uguale per tutti. Come me, come la Juventus, come il Napoli, come il Lecce, come il Genoa. Tutti devono essere trattati lo stesso. Io questo non l’ho visto. Faremo raccomandazioni pubbliche per far sì che il calcio italiano vada avanti. Le televisioni parlano male del calcio italiano, della quantità di rigori, perché l’arbitro alle volte va al Var e altre no. Manderò delle raccomandazioni scritte a Gravina e Nicchi, responsabili degli arbitri in Italia”.

Sulle difficoltà gestionali tra Mediacom, 4800 dipendenti e la Fiorentina:
“Tra quattro giorni noi pubblichiamo i risultati di Mediacom del secondo bimestre. Sono buonissimi, sarà il novantaquattresimo trimestre consecutivo dove abbiamo migliorato il fatturato rispetto all’anno scorso, in un clima economico che è il peggiore della mia vita. Mediacom è come un orologio svizzero, è facile progettare e ricevere risultati, non so se è fortuna oppure è sapere fare, penso tutte e due. È considerata come una delle migliori società per risultati ottenuti in qualsiasi ramo. Se poi parliamo di telecomunicazioni e dell’intrattenimento, molte compagnie più grandi non hanno fatto bene come noi. Siamo un’eccezione nei nostri campi. Nella Serie A, o nella Fiorentina, io sto spendendo il 97% del mio tempo. La Fiorentina, rispetto alla Mediacom, è piccolissima: ma prende molto del mio tempo perché questo è il calcio. Speriamo di potere andare in vacanza nel futuro, quando so che tutto va bene…”.

Il patron della Fiorentina parla degli allenatori: “Io ho questa predisposizione di ritenere di non mandare via le persone. Io non sono qui come manager, come leader, come capitano, come vuoi chiamarmi, Ceo, presidente, Rocco. Non mi piace mandare via gente, non mi piace rovinare la carriera a nessuno. So che le decisioni che prendo io avranno un potenziale risultato per le famiglie di quelli che lavorano per me. Il calcio è differente, lo sto vedendo. 

Commisso è molto sincero e simpatico: “Voglio essere la prima squadra nel mondo, contenti? Sto scherzando. Noi abbiamo studiato scrupolosamente quello che han fatto i presidenti il primo anno. Perché non possiamo fare come l’Atalanta? Ragazzi e ragazze, Percassi ha giocato a pallone, sa molto più di me. Il primo anno era in B, poi è salito in Serie A. Poi dodicesimo, quindicesimo, diciassettesimo, sedicesimo…

Il numero uno viola non si sbilancia sul mercato: “Non dirò niente. Perché gli incontri con Joe Barone e Pradè non sono ancora stati fatti. Se io voglio un calciatore e lo dico, poi il prezzo raddoppia. Non sono stupido”.

Su Chiesa:Io non l’ho mai criticato, ci vogliamo bene ed è un ragazzo in gamba. Io l’ho tenuto e credevo fosse la cosa migliore da fare l’anno passato. Non potevo presentarmi a Firenze vendendo il mio più grande asset. È stata la decisione giusta, qualcuno capisce quanto fosse importante mettere il piede giusto a Firenze. Abbiamo parlato con Chiesa, con suo padre: ora può andare, se i soldi sono giusti per noi. Dobbiamo parlare con lui e capire cosa vuole fare lui, ora non voglio più parlare di questo”.

Una battuta su Amrabat: “Ho detto a Pradè di prendere questo ragazzo, se possibile, e lo ha fatto. È stato l’unico che ho detto “andate a prenderlo perché lo voglio”. Gli altri li scelgono Barone e Pradè. Per il resto sono errori loro. Forse sono stati fatti due sbagli, tipo Pedro, ma anche buoni acquisti fatti. Nei report vedo che ogni settimana viene dato alla squadra, sul lavoro di Pradè, di Joe, non lo annuncio pubblicamente. Me lo tengo io”.

Su Castrovilli e la maglia numero 10: “Se la deve meritare chi la porta, visto che l’ha avuta Antognoni. Non è giusto che sia una mia decisione, dev’essere di Iachini con Pradè e Joe. Tutti credono che la maglia vada a Castrovilli io sono contentissimo”.

Sul nuovo stadio:“Vorrei parlare ancora di Centro Sportivo. A Mediacom abbiamo investito 3 miliardi di euro, 100 milioni l’anno. Ci impiego 20 ore a decidere cosa fare. Venti ore. Ma nessuno viene a dirmi “No Rocco, non puoi fare questo”. La politica per me ha già perso molta credibilità nei miei confronti. Ci sono cose che stanno succedendo a Roma, con il PD, con Nardella, con Renzi, con la Soprintendenza. Prima che si faccia una conclusione devo guardare a dove andiamo. C’è bisogno di troppo tempo in Italia per arrivare a una cosa giusta. Le leggi devono essere uguali per tutti, non una cosa a Milano, una a Torino, una a Bergamo o una a Firenze. Io non so quello che succederà, spero che qualcuno si metta in mente che lavora nella politica, di aiutare gli investimenti per mandare avanti la nostra situazione economica. Certe volte devono fare decisioni non belle. Bisogna farle velocemente e con qualcuno che si arrabbia. Non vedo perché gli investimenti non si possano fare il prima possibile”.

foto: Twitter ufficiale Fiorentina