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CHRISTIAN ABBIATI, ADDIO ALL’ALBA DI UNA NUOVA ERA

14.05.2016 | 10:31

Un match-day uguale a tutti gli altri ma dal sapore particolare, l’ennesimo pranzo, riposo e spuntino con la squadra, poi il trasferimento allo stadio, dove seguirà il riscaldamento e infine sarà tempo di giocare a calcio. Arriverà il triplice fischio di questo Milan-Roma, partita che segna la fine del campionato per entrambe le squadre, e con esso un’altra icona lascia il calcio italiano: Christian Abbiati saluterà il popolo rossonero, sfilando sotto i maestosi riflettori dello stadio “San Siro”. Saranno gli ultimi novanta minuti con indosso i guantoni da portiere. L’annuncio è arrivato ieri pomeriggio, quando la compagine allenata da Christian Brocchi aveva ormai terminato la rifinitura in quel di Milanello. La società rossonera ha invitato tutti a presenziare questa sera, per rendere il giusto omaggio all’ultimo senatore della squadra. Il glorioso portiere italiano decide di dare l’addio alla soglia dei 39 anni. Un pensiero, quello di lasciare il calcio giocato, che ronza da diverso tempo nella mente dell’estremo difensore che è stato fedele alla causa milanista per 15 stagioni. Durante le due ultime annate ha svolto un lavoro più che altro di mediazione e da uomo spogliatoio, necessario e fondamentale in una squadra senza bandiere e incapace di ottenere risultati sportivi all’altezza del suo blasone. La saggezza e l’umiltà ci sono sempre state, al pari della voglia di mettersi in gioco anche con i più giovani. E’ successo due anni fa, quando la dirigenza rossonera decide di puntare su Gabriel Agazzi: il portiere lombardo non fa un grinza e riesce a conquistarsi il posto da titolare, nonostante la concorrenza dei giovani. Ha difeso i pali anche il 3 marzo 2014, quando il Milan, allenato da Clarence Seedorf, gioca l’ultima partita in Champions League contro l’Atletico Madrid al Vicente Calderon. Sembra essere passato tantissimo tempo. La situazione non è migliorata e, a breve, Silvio Berlusconi passerà la mano dopo trent’anni al vertice. Anche Abbiati viene coinvolto, come impone madre natura, in questo ricambio generazionale. La consolazione arriva osservando l’astro nascente Gianluigi Donnarrumma difendere i pali di quella che è stata la sua porta: unica nota positiva di questa stagione e giovane attorno al quale va costruito il futuro. Questa sera, però, il ruolo da protagonista spetta al portierone nato l’8 luglio 1977 ad Abbiategrasso. Le stelle splenderanno sul cielo di Milano per onorare la sua vincente carriera e il sole che sorgerà domani sarà quello di una nuova era. Sotto la Madonnina ha vinto praticamente tutto quello che c’era da vincere. Dal 1998 all’agosto del 2005 conquista 2 campionati, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana, 1 Champions League e 1 Supercoppa europea. La seconda e ultima parte, che si conclude oggi, inizia nel 2008 dopo le parentesi con Juve, Torino e Atletico Madrid. Gioca da titolare e vince un campionato e una Supercoppa italiana nella stagione 2010-2011, quando i rossoneri erano guidati da Massimiliano Allegri. In totale ha difeso i pali della squadra milense per 380 partite, troppe per non esser entrato nei cuori del popolo rossonero.