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Buffon: “Tuchel trasmette serenità. La Juventus non aveva più bisogno di me. Su Cristiano Ronaldo…”

19.10.2018 | 10:23

Nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Buffon ha parlato anche di Tuchel: “Trasmette un’empatia incredibile. E una grande serenità, non come certi allenatori in Italia che blindano gli allenamenti come fossero laboratori nucleari… Poteva avere delle riserve su un portiere di 40 anni. Invece ha osservato, ha capito e sta gestendo molto bene. Nella tattica offensiva poi è preparatissimo“. E su una possibile finale di Champions League fra Juventus e PSG: “No, perché non voglio che la mia eventuale gioia sia condizionata dalle lacrime dei miei ex compagni e dei miei ex tifosi. Ne abbiamo già piante troppe insieme. Mi merito una gioia piena. Se proprio devo affrontare la Juve, meglio prima della finale. I bianconeri sono fra le tre favorite“.

Sul rimpianto di non aver vinco la coppa dalle grandi orecchie con la Juventus: “No. Nessun rimpianto e nessuna delusione. Io e la Juve abbiamo programmato insieme, da molto lontano, un percorso d’addio che ha chiuso il cerchio in modo perfetto. Andava chiuso lì. Con la piena soddisfazione di tutti. Non aveva senso ritardare la decisione di un anno. La forza della Juve è la serietà della programmazione. Io alla Juve mi sono sempre sentito amato: dal presidente, da John, dai compagni, dai tifosi. E so che devo andare nei posti dove c’è bisogno di me. Alla Juve non c’era più bisogno, ormai volava da sola. Anche perché sentivo il peso delle responsabilità portate per tanti anni. Allora ho deciso di smettere, di lasciare il calcio, anche se mi sentivo ancora in grado di giocare. Ma se ti comporti bene, senza egoismo, la vita ti premia sempre. Infatti è arrivata la chiamata del PSg, dove c’era bisogno di me. Ho telefonato ad Andrea Agnelli che mi ha detto: “Vai pure, Gigi. Buona fortuna”. Se avessi saputo di Cristiano Ronaldo? No, il cerchio andava chiuso“.

Buffon è tornato poi su quel famoso Real Madrid-Juventus: “Io non ho mai detto che l’arbitro sbagliò di sicuro. Io, in modo un po’ colorito, dissi solo che c’era un dubbio e che a quel punto della partita andava gestito in modo diverso dall’arbitro. E di questo ne sarò convinto per tutta la vita. Ma vedendo Valencia, non ho pensato a Madrid. Cristiano Ronaldo venne a consolarmi? Lo ringrazio per un’altra cosa. Se sono arrivato a parare fino a 40 anni, lo devo anche alla grande cultura del lavoro di Cristiano Ronaldo che mi ha ispirato“.

 

Foto: PSG Twitter