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BOLOGNA, LA NUOVA SFIDA DI ROBERTO DONADONI

30.10.2015 | 12:24

Sembra proprio che Roberto Donadoni ami le sfide difficili. Quasi impossibili. Già, perché dopo la dolorosa esperienza di Parma (dolorosa calcisticamente, intendiamoci), ripartire da una piazza in estrema difficoltà (sempre calcistica) è quantomeno considerabile un suicidio sportivo. E invece no. Donadoni ha scelto Bologna. Quel Bologna tornato in serie A a giugno scorso pieno di speranze e ambizioni, ma trovatosi catapultato in un triste quanto inaspettato ultimo posto in classifica. La gestione Delio Rossi si è conclusa con la sconfitta del Dall’Ara contro l’Inter. L’immagine del tracollo è racchiusa nella clamorosa occasione del pareggio sprecata da Mattia Destro, l’uomo su cui il club di Saputo ha riposto le aspettative maggiori. I felsinei, archiviato Delio Rossi, hanno virato sull’ex tecnico del Parma. Ma anche della Nazionale. Ma anche del Napoli. Ma anche del Cagliari. Italia a parte, il vicecampione del mondo di Usa ’94 – nelle sue ultime avventure da allenatore – ha sempre lavorato da subentrato, sfruttando gli esoneri dei colleghi. E’ una sfida anche questa, riuscire a raggiungere gli obiettivi quando non si ha a disposizione una squadra costruita a propria immagine e somiglianza. Ma Donadoni non si spaventa: “Non sono abituato a guardarmi indietro, penso al presente. Ho accettato la proposta del Bologna perché qui intravedo possibilità importanti, riparto da dove ho finito, ossia dall’Emilia. Questa è una terra di gente che lavora e sa divertirsi. Bologna è una città importante, stiamo parlando di una squadra con una storia importante. Dobbiamo conquistare ogni punto che ci serve, con forza e determinazione”. L’umiltà di Roberto Donadoni è racchiusa in queste parole rapide e semplici, dette a chiare lettere durante la conferenza stampa di presentazione. Umiltà e coerenza sono, senza dubbio, due caratteristiche imprescindibili del suo carattere. Nel Parma lasciato nel baratro da Ghirardi prima e da Manenti poi, non ha mollato la barca che piano piano affondava: ha continuato a lottare, contro tutto e tutti, ha guidato una squadra mentalmente a pezzi, senza stipendi e senza alcuna motivazione. Eppure, la sua cultura del lavoro l’ha fatto andare avanti, e con lui tutti i ragazzi con addosso la maglia gialloblù. A Bologna, invece, Donadoni potrà contare su ben altre basi, soprattutto a livello economico. Certo, è subentrato a Delio Rossi, ma già a gennaio – col mercato di riparazione – potrà sopperire agli errori, gravi, commessi in estate dalla società. Ha chiesto rinforzi, come è giusto che sia per una squadra che vuole mantenere la categoria. Ma l’ha chiesto con la sua proverbiale umità (appunto), la sua pacatezza e il suo rigore. “Il Bologna è la quarta squadra più giovane della Serie A come età media, io sono qui per far si che questi ragazzi possano rendere al massimo. Tutti insieme dobbiamo lottare per raggiungere la salvezza”. L’ennesima sfida difficile, quasi impossibile, di Roberto Donadoni è appena iniziata. Umiltà e pacatezza sì, ma anche tanta rabbia. Sportiva, ovviamente. “Se firmerei per il 17esimo posto? No, non firmerei niente. Mi auguro che questi ragazzi non debbano attingere dalla mia rabbia, anche se sportivamente può essere un sentimento positivo. Ho una responsabilità e darò tutto il mio aiuto a ogni singolo giocatore”. In bocca al lupo.

 

Foto: sito ufficiale Bologna