Ultimo aggiornamento: lunedi' 06 maggio 2024 00:30

BIRKIR BJARNASON, IL VICHINGO CHE TRASCINA IL PESCARA

27.05.2015 | 11:15

Il Pescara sogna l’impresa: dopo un campionato fatto di alti e bassi, il club abruzzese è riuscito a qualificarsi ai Playoff per la serie A proprio nel corso dell’ultimo turno della serie cadetta. Un traguardo importante che però sembrava potersi interrompere già nel primo turno in cui la squadra di Massimo Oddo avrebbe dovuto affrontare un Perugia in forma e con il fattore casa a favore. Sembrava così anche al 52esimo quando gli umbri passano in vantaggio grazie al gol di Goldaniga che, a meno di 40 dal termine, avvicinava sempre di più il Perugia alle semifinali. Così però non è stato: dopo il pareggio di Politano arrivato 10 minuti dopo è la freddezza dal dischetto di Birkir Bjarnason, che al 74esimo non sbaglia dagli 11 metri, a decidere il match e regalare di fatto al Pescara una vittoria davvero importante sia per la squadra che per la piazza. Ci sono rigori che pesano più di altri, quelli in cui 11 metri sembrano davvero pochi e il portiere appare come un gigante, quelli da cui passa un’intera stagione: quello di ieri era proprio uno di questi ma l’ex giocatore della Sampdoria ha dimostrato tutta la sua freddezza insaccando un pallone che mantiene vivo il sogno dei biancazzurri che dovranno ora vedersela con il Vicenza. Il gol di Bjarnason però è solo la ciliegina sulla torta di una stagione che ha visto il giocatore protagonista, consacrandolo a faro della mediana abruzzese, e che ha messo in mostra tutte le sue qualità.

 

La storia del centrocampista del Pescara parte dalla fredda Islanda, terra natia del calciatore. La prima grande chance nel mondo del calcio arriva però in Norvegia con la maglia dei Viking dove resta, fatta eccezione per un anno in prestito al Bodø/Glimt, per 6 anni e dove fa il suo esordio anche in quella che allora era la Coppa Uefa. A gennaio del 2012 lo acquista lo Standard Liegi, una delle squadre più importanti del Belgio: resta solo 6 mesi, disputando 20 gare tra campionato e coppe. In estate arriva poi lo sbarco in Italia: a chiederlo in prestito è il Pescara che, appena conquistata la serie A, vede nel calciatore islandese un innesto importante per la propria squadra. Quell’anno Bjarnason disputa un buon campionato e, con 25 presenze e 2 reti in campionato, convince gli abruzzesi a riscattarlo nonostante la retrocessione. La permanenza nelle file dei biancazzurri però non dura molto: proprio sullo scadere della sessione estiva del 2013 infatti la Sampdoria lo prende in comproprietà e lo porta subito a Genova. L’avventura in blucerchiato, cominciata con l’esordio nel derby contro il Genoa, è fatta di alti e bassi e si chiude con 14 presenze in campionato 2 in Coppa Italia. Al termine della stagione Sampdoria e Pescara non trovano l’accordo per il giocatore e si finisce così alle buste con gli abbruzzesi che hanno la meglio e riportano Bjarnason in squadra dopo solo una stagione. E’ un giocatore diverso, sicuramente più maturo e più consapevole delle caratteristiche del calcio italiano quello che affronta la nuova avventura con il Pescara: con 34 presenze e 10 goal diventa il vero trascinatore della squadra portandola di fatto ai playoff, grazie in particolar modo alla doppietta nell’ultimo turno di campionato contro il Livorno (in quello che praticamente era uno spareggio). Chioma alla Thor, abile negli inserimenti e duro nei contrasti, Bjarnason è un giocatore che farebbe comodo a qualsiasi allenatore per la sua capacità di lottare su ogni pallone e alternare in maniera davvero buona fase difensiva e fase offensiva. Qualità che lo hanno portato a diventare un punto fermo anche della sua nazionale con cui ha già totalizzato 37 presenze. Una storia lunga fatta di addii e ritorni quella di Bjarnason e il Pescara, che confida nel vichingo per continuare a inseguire il sogno serie A.