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BERTRAND TRAORÈ, L’ORO DEL BURKINA FASO

19.12.2014 | 12:06

I tornei di “maracana” sono molto popolari in Burkina Faso: è una variante del calcio, dove si gioca 7 contro 7, in un campo dalle misure di quelli per la pallamano. Il più delle volte, manco a dirlo, a piedi scalzi. Le dimensioni ridotte del campo favoriscono da un lato il contatto fisico ma dall’altro, obbligano i giocatori a sviluppare la tecnica: oltre che vero e proprio evento sociale, sono il primo vero banco di prova per i giovani burkinabè che vogliono diventare dei calciatori. Come i suoi coetanei, anche Bertrand Traorè, ieri una doppietta col Vitesse nel 4-0 all’Ajax che elimina i Lancieri dalla Coppa Nazionale, ha cominciato a giocare nei “maracana”. Rimasto orfano ad un mese dalla nascita, Bertrand è stato cresciuto assieme ad altri 3 figli solamente dalla madre Isabelle. Non avevano nemmeno diritto alla pensione per la morte del padre: purtroppo Isai Traorè non aveva maturato i 15 anni di contributi che servono in Burkina Faso. La madre allora ha dovuto arrangiarsi: vendendo riso, legna per il fuoco e carbone, ad esempio. Aveva trovato tuttavia il tempo per organizzare una piccola scuola calcio, l’Espoir de Kolsama, dove Bertrand militava in pianta stabile. “Erano periodi difficili”, ha dichiarato in seguito la signora Traorè, “ma due volte al giorno mi facevo accompagnare da mio figlio Bertrand alla tomba di mio marito per chiedere consiglio, questo mi aiutava”. La svolta è arrivata grazie al secondo dei fratelli, Alain, il primo ad aver ereditato il talento calcistico del padre, anche lui molto bravo stando ad Isabelle. Alain Traorè viene selezionato dall’Auxerre e questo per la famiglia significa la fine di un incubo: “adesso stiamo meglio”, racconta Isabelle, “fortunatamente siamo noi che aiutiamo le altre persone ora”. Il passaggio di Alain all’Auxerre è un avvenimento importante anche per Bertrand, che nel frattempo è cresciuto mostrando delle doti fuori dal comune: aggressività, dribbling e grande abilità nel tiro sono tutte doti che mette al servizio della squadra. Alain lo inserisce in uno stage formativo dell’Auxerre nel 2008 e l’anno successivo viene già selezionato per la nazionale Under 17 del suo paese a soli 14 anni. Si vola in Nigeria per i Mondiali di categoria e qui Bertrand passa alla storia come il più giovane esordiente e più giovane marcatore del torneo: segna alla Costarica un gol spettacolare, battendo il portiere dopo aver dribblato tre difensori. L’anno successivo firma con il Chelsea: o meglio, si accorda con i Blues, va da loro e loro si prendono cura della sua crescita. Il perché? Bertrand è ancora minorenne e non può firmare, come la stessa società londinese ribadisce più volte. Qui si trova subito bene con Drogba e Kalou: “mi aiutano”, affermò Berto, “mi trattano come un fratello minore ed io ascolto i loro consigli”. Tecnicamente è anche più dotato del fratello Alain, come riferiscono i suoi allenatori degli Etalons Cadets (nomignolo per le giovanili del Burkina Faso), “col pallone più fare di tutto”. Fisicamente però non è ancora pronto a sostenere lo scontro con giocatori di categoria superiore alla sua, rispetto al fratello è più longilineo. Ecco perché il Chelsea, dopo essersi affrettato appena possibile a fargli firmare un contratto da professionista, lo ha girato in prestito al Vitesse, società “amica” nel campionato olandese, per farlo crescere con la dovuta calma. Bertrand però, di momenti sportivamente intensi, ne ha già vissuto qualcuno: finora l’apice c’è stato al debutto con la Nazionale maggiore, guidata dal fratello Alain, contro la Guinea Equatoriale. Come sempre titolare, Alain vede suo fratello accomodarsi in panchina e la cosa lo infastidisce un po’: il ct Duarte tuttavia inserisce Bertrand al 72° ed il giovane, dopo una conclusione di poco a lato, si procura il fallo da cui nascerà il gol firmato proprio dal fratello maggiore. La numerosa famiglia Traorè fa festa, la partita si sta giocando proprio a Bobo–Doulasso, città natale dei due fratelli. Con loro un’intera nazione spera nell’ascesa di Alain e di Bertrand: l’oro del Burkina Faso è lui.