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AYMERIC LAPORTE, CORTEGGIATISSIMO BALUARDO DEL BILBAO

24.10.2015 | 11:01

Sono quasi due anni che le big d’Europa si sono messe sulle sue tracce. Ad oggi, però, l’Athletic Bilbao non ha mai ceduto ai corteggiamenti serrati di club come Bayern Monaco, Chelsea e Manchester United. Ma per Aymeric Laporte la strada che lo porterebbe verso Barcellona dispone di una corsia preferenziale che sarebbe già stata imboccata. La stampa britannica negli ultimi giorni ha parlato di un deciso scatto blaugrana verso il più dolce dei traguardi, una fumata bianca che arriverebbe grazie all’ingente esborso per il suo cartellino, ben 40 milioni di euro. E chissà che cosa ne penserebbe Louis Van Gaal, nel caso l’affare dovesse davvero andare in porto la prossima estate. Lui, che aveva inseguito a lungo Sergio Ramos ma che, dopo la netta chiusura del Real Madrid, si era tuffato a capofitto sul centrale francese classe 1994. Un tassello di sicuro affidamento e di prospettiva – ma già pronto per palcoscenici di primo livello – che potrebbe presto arricchire il bagaglio tecnico della Liga. Per la gioia di Luis Enrique.


Ma perché i top club del Vecchio Continente sono letteralmente impazziti per questo 21enne difensore? Il motivo è presto spiegato. La parola chiave, quella che ormai conta più di ogni altra cosa nel calcio moderno, è semplice: duttilità. Laporte gioca al centro della retroguardia, che sia a tre o a quattro, ma può essere anche schierato senza problemi da terzino sinistro, un ruolo ricoperto già diverse volte al servizio di Valverde, prima causa emergenza, poi con la convinzione di poter ottenere da lui un rendimento pressoché identico al suo posizionamento naturale. Parliamo di un tassello di autentico valore, cresciuto esponenzialmente proprio fin dal suo approdo in Spagna. 189 centimetri di altezza, una vera e propria roccia, Laporte detiene un record che, letto con la giusta interpretazione, dice molto su quanto sia fondamentale per i biancorossi e per il futuro della Nazionale transalpina: con il suo approdo a Bilbao nella stagione 1996/1997 è diventato il primo cittadino francese nella storia della società a militare in un club rigorosamente vietato ai calciatori non baschi. Se ne è valsa la pena, un motivo ci sarà eccome. Così come si intuisce facilmente il perché del suo rinnovo fino al 2019 fattogli firmare a marzo del 2014, quando le voci su un suo possibile addio già impazzavano. Laporte è progressivamente diventato, nelle ultime tre stagioni, il verso pilastro della sua squadra, con cui ha finalmente alzato al cielo anche un trofeo, la Supercoppa spagnola 2015 contro ogni pronostico, proprio contro il Barcellona, complice l’incredibile 4-0 casalingo all’andata griffato Aduriz. Dall’Under 21 alla Nazionale maggiore il passo sarà brevissimo, la Francia potrà contare su una coppia di centrali (Laporte-Varane) che le farà dormire sonni tranquilli almeno per i prossimi 10 anni. Intanto, il Bilbao è consapevole che prima o poi dovrà lasciarlo volare altrove. Se sarà Barcellona o meno, lo scopriremo tra qualche mese. Ciò che è sicuro è che l’impronta di Laporte sul calcio che conta c’è e si vede. E siamo solo all’inizio.


Foto: Talksport