Ultimo aggiornamento: lunedi' 29 aprile 2024 00:30

AUBAMEYANG, LA RINASCITA

21.02.2022 | 15:10

A tutti i criminali di Gotham, è tornato Batman! Non si tratta però di Bruce Wayne, ma di un altro personaggio che ama travestirsi da pipistrello: Pierre Emerick Aubameyang. Proprio ieri, nella casa dei pipistrelli – il Mestalla di Valencia – una prestazione stratosferica con il suo nuovo Barcellona. Una tripletta che sa di rinascita, per chi nell’ultimo periodo ha vissuto nell’ombra.

Un destino strano per chi, negli ultimi anni ,è stato uno dei maggiori goleador europei. Aubameyang nasce in Francia da madre spagnola, ma decide di sposare fin da subito il Gabon, nazione africana d’origine del padre. L’attaccante dopo un girovagare nelle giovanili di Laval, Rouen e Bastia, si trasferisce in Italia, al Milan. Nella Primavera rossonera Aubameyang è la stella, tanto da essere il capocannoniere della prima edizione della Champions Youth Cup. Il talento, già allora, è evidente, per cui il Milan decide di girarlo in prestito per fargli trovare più continuità.

Di seguito il passaggio al Digione (8 gol in 34 presenze), successivamente esperienze meno fortunate a Lilla e Monaco. A gennaio 2011, il Milan decide allora di prestarlo al Saint Etienne, con cui nei primi sei mesi segna 2 gol in 14 presenze. Rinnovato il prestito, nel campionato seguente con l’ASSE si ritaglierà man mano un ruolo da protagonista. Il Milan decide di privarsi delle sue prestazioni – e sarà uno dei rimpianti maggiori di Galliani – cedendolo al club della Loira per un milione di euro. Chiude l’annata con 18 gol, ma nella stagione seguente si migliora ulteriormente riuscendo a segnare 19 gol in 37 partite (secondo miglior marcatore della Ligue 1 2012/13, dietro solo a Ibrahimovic del PSG). Gli occhi delle big europee si fiondano sul gabonese, che decide di trasferirsi al Borussia Dortmund, per un esborso di 13 milioni più bonus.

In 4 anni e mezzo con i gialloneri Aubameyang vince due supercoppe, una DFB-Pokal (la coppa di Lega) e il titolo di capocannoniere della Bundesliga 2016/17, con ben 31 reti. Tra i numeri da collezione una tripletta all’esordio con il BVB, in casa dell’Augusta, un poker in 48 minuti all’Amburgo nel 2016 e 26 reti in Champions League. Lascia a gennaio 2018 il Borussia Dortmund dopo 4 stagioni e mezza, condite da 213 presenze, 141 gol e 36 assist, oltre ad esultanze iconiche festeggiate indossando la maschera di supereroi come Spiderman o Batman. Aubameyang passa quindi all’Arsenal, per 64 milioni di euro.

Con i gunners i numeri sono sempre quelli di un cannoniere tra i più prolifici d’Europa. La sua prima stagione con i londinesi si chiude con 10 gol in 14 partite. L’anno dopo si classifica capocannoniere della Premier League con 22 gol, ex aequo con Salah e Mané. Anche allora, per uno strano scherzo del destino, segna una tripletta al Valencia, in semifinale di ritorno di Europa League. La finale, poi, la vincerà il Chelsea, battendo 4-1 i biancorossi. A novembre 2019 diventa anche capitano dell’Arsenal, mentre a fine anno il suo score recita ancora 22 gol, dietro solo a Vardy. La gioia più grande è, però, la vittoria della FA Cup, in cui segna una doppietta nella finale col Chelsea. La stagione successiva è meno prolifica con 15 reti in 39 partite, tra le cui cause anche un periodo ai box per aver contratto la malaria in Africa con il Gabon.

La scorsa estate iniziano i guai con l’Arsenal, che complice un contratto faraonico non più sostenibile, decide di metterlo alla porta. Aubameyang in quel periodo viene accostato a tutti i principali club europei, impossibilitati però a coprire i costi dell’operazione. Il gabonese resta così a Londra, ma a dicembre gli viene tolta la fascia da capitano per un ritardo in allenamento. L’addio è ormai scritto e si consuma a gennaio, quando il Barcellona lo sceglie al posto di Aguero, che nel frattempo si è ritirato per aritmie cardiache, e soprattutto non potendo prendere Morata. Con i blaugrana ieri i primi tre gol, per un nuovo inizio. Perché un attaccante come Aubameyang deve sempre essere protagonista.
FOTO: Twitter Barcellona