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ASHLEY BARNES, L’ATTACCANTE PER TUTTE LE CATEGORIE

29.12.2014 | 12:13

L’uomo che ha fermato i milionari del Manchester City facendo passare a José Mourinho l’arrabbiatura per i torti arbitrali lamentati a Southampton non è un big del calcio europeo e neppure della Premier. A dirla tutta, Ashley Barnes è uno degli attaccanti meno pagati di tutto il campionato inglese. Fino a qualche mese fa, anzi, in Premier non aveva mai neanche messo piede. Oggi, invece, le prime pagine dei giornali d’Oltremanica sono tutte per lui. Logico, dopo aver messo a segno il gol del 2-2 all’Etihad Stadium, il tempio del City. Ma chi è questo ragazzone di 25 anni e di un metro e 86 a cui in Italia avrebbero già affibbiato da un pezzo l’etichetta di “attaccante di categoria”? Ashley Luke Barnes nasce il 30 ottobre – lo stesso giorno di Maradona – del 1989 a Bath, la più grande città inglese senza una squadra di calcio professionistica. Comincia a giocare quasi per hobby nel Paulton Rovers, un piccolo club delle sue parti, e nel 2007, a 18 anni, fa un provino per il Plymouth, lo supera e si guadagna un contratto di 18 mesi. Centravanti d’area di rigore dotato di discreta tecnica, deve farsi le ossa e finisce spesso e volentieri tra le riserve. Debutta in Coppa di Lega contro il Wycombe ma in campionato – il Championship, la serie B inglese – non vede mai il campo. Viene girato in prestito all’Oxford, al Salisbury, poi nell’estate 2008 respira per la prima volta l’atmosfera del grande calcio internazionale. Champions? Coppe europee? Nazionale? Sì, ma dell’Austria. Già, proprio così. Tutto merito – o colpa – della nonna paterna, nata nel paese di Mozart. L’under 20 austriaca lo convoca per un match del ‘Quattro Nazioni’ contro la Svizzera, gioca 17 minuti al posto di Perstaller ma l’Austria perde 1-0: non sarà più riconvocato. In Inghilterra, nel frattempo, continua a girovagare per le categorie minori – segna 5 gol in 8 gare con l’Eastborne Borough, quarta categoria – prima di segnare il primo gol nel Championship contro il Coventry. È il 2009, ma il giovanotto del sud stenta ad imporsi nonostante le prestazioni in crescendo. Nella stagione successiva, dopo l’ennesimo prestito – al Torquay United – mette finalmente radici. Il Brighton & Hove Albion lo vuole per il finale di campionato, Barnes ci va e segna 4 reti pesanti, di cui una al debutto contro il Tranmere. Il contratto col Plymouth scade, arriva quello proprio con il Brighton: un biennale. E Barnes, finalmente, esplode. La continuità d’impiego, la fiducia dell’ambiente lo esaltano. Firma 18 reti, segna anche il gol che vale la promozione in Championship nel 4-3 sul Dagenham & Redbridge, chiude al secondo posto nella classifica dei marcatori della squadra dietro Glenn Murray. Si ripete l’anno successivo, nella categoria superiore, mettendo a segno 11 gol e guadagnandosi il prolungamento del contratto. La stagione 2012-13, però, non è così fortunata. Il 9 marzo 2013, anzi, Barnes finisce sulle pagine di tutti i giornali e non per una prodezza: espulso nel corso della gara contro il Bolton, prova addirittura a sgambettare l’arbitro. Rimedia sette giornate di stop, si becca anche la reprimenda del tecnico Gustavo Poyet e dei tifosi perché il Brighton grazie alla sua bravata si ritrova senza attaccanti, visti gli infortuni di Mackail-Smith e Hoskins. E finisce pure nelle liste dei ‘cattivi’, quelle classifiche più o meno simpatiche che i tabloid in Inghilterra di tanto in tanto si divertono a stilare. Per farsi perdonare, al rientro, firma una doppietta contro il Blackpool, ma il rapporto con l’ambiente è ormai incrinato. A gennaio 2014, non a caso, lascia il Brighton. Lo vuole il Burnley, che sta facendo un campionato di vertice e che gli offre tre anni e mezzo di contratto. Per Barnes il ‘cattivo’ è un’occasione d’oro e con il Burnley conquista di lì a qualche mese la promozione in quella Premier che aveva ammirato soltanto da lontano. Non è un titolare fisso, ma conquista spazi sempre maggiori proprio nella stagione in corso. Il centravanti generoso ma sgraziato degli esordi ora è un attaccante maturo, smaliziato, capace di giocare anche da seconda punta, in appoggio. Il Burnley annaspa in classifica, ma per lui è una buona stagione. Segna due gol pesanti, da tre punti, contro Hull City e Southampton, si ripete in casa del Tottenham ma non basta (1-2). Poi segna il gol del clamoroso 2-2 in rimonta sul campo del Manchester City. Storia di ieri. Ma anche di domani. Perché Ashley Barnes, l’attaccante di categoria che ha girato in lungo e in largo tutte le categorie del calcio inglese, i gol sa farli anche ai top club.

foto: burnleyexpress.net