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Andrea e Simone, piccoli Pagni crescono e sognano

18.03.2022 | 22:25

Piccoli Pagni crescono. Due talenti che sono già cresciuti e che possono andare in rampa di lancio: Andrea è un trequartista, esterno offensivo classe 2006; Simone una mezzala classe 2004, che all’occorrenza può agire anche in una zona più avanzata del campo. Il papà è Danilo, direttore sportivo con un passato anche al Milan, che come tutti i papà vorrebbe vedere i figli studiare e magari diventare… medici o avvocati. Ma il sangue nelle vene è un’eredità preziosa, il calcio non può essere un optional, nel segno di una meritocrazia verificata da parte di chi ha avuto l’opportunità di vederli giocare. Entrambi sono protagonisti nella Reggina, ma hanno una bella trafila alle spalle, malgrado la giovanissima età. Andrea ha frequentato la scuola calcio del Castrovillari, quindi le esperienze con Crotone e Cosenza prima di un bel balzo verso Brescia. Tre anni alla Lazio gli sono serviti per accumulare esperienza e crescere ancora, quindi il ritorno in Calabria per motivi di famiglia e la Reggina nel suo presente. Trequartista ambidestro, estroso, nella Lazio ha spesso giocato da mezzala. Nel club amaranto è un punto di riferimento dell’Under 16 di Zito, vive nel centro sportivo di S.Agata e studia al liceo delle scienze umane. Simone ha due anni in più, tra Brescia e Lazio ha avuto la stessa trafila del fratello, il suo piede dominante è il destro anche se ha trovato il gol con il sinistro. Conosciuto nell’ambiente Lazio come “Yo Yo”, attribuitogli dal direttore biancoceleste Bianchessi – molto attento da sempre alle evoluzioni dei giovani – che ha sempre creduto in lui, anche dopo l’infortunio. E proprio quel momento difficile (con una telefonata di incoraggiamento di Ciro Immobile) ha affinato le qualità caratteriali di Simone, che oggi è un punto di forza della Primavera amaranto guidata da Ferraro e che ultimamente ha battuto squadre blasonate risalendo la classifica. Nel frattempo Simone si allena spesso con la prima squadra. Adesso è forse il momento più importante della loro giovanissima carriera, sotto lo sguardo sempre attento e più che mai esigente della mamma Monica, che raccomanda loro di studiare e studiare, pur immaginando che il percorso calcistico potrebbe essere ricco di soddisfazioni.