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Ancelotti: “Nazionale? Contatti in corso, non so cosa farò. Su Napoli, Juve, Roma e Milan…”

12.03.2018 | 10:21

Carlo Ancelotti, ex tecnico di Bayern Monaco e Psg, ha parlato toccando vari argomenti ai microfoni di Radio Rai Uno nel corso di Radio Anch’Io lo Sport: “Non so ancora cosa deciderò di fare. Sto osservando partite, guardando campionati. Sostanzialmente non ci sono grosse novità, né da un punto di vista tattico né da un punto di vista tecnico, ma il calcio resta sempre molto interessante per me. Arsenal-Milan? E’ molto difficile pensare al ribaltamento ma non impossibile. L’Arsenal però è in ripresa. Prima della partita col Milan era in difficoltà, ora si è ripreso, ma tutto è possibile anche se complicato visto il risultato dell’andata. Il Var? E’ una cosa necessaria. Se qualcuno ha ancora qualche dubbio è abbastanza naturale perché è una cosa nuova. Ma si tratta di un aiuto indispensabile per gli arbitri e per tutto il sistema. Serve per placare le polemiche, perché toglie tanti dubbi. I tempi li allunga ma non troppo. In una partita al massimo ci sono un paio di interventi. E’ chiaro che si può ridurre con l’esperienza. Telefonata da club o Nazionale? Sono in contatto, ma è ancora presto per tutti per prendere delle decisioni definitiva. Strappo Juventus? Ha dato un passo importante. In un momento importante della stagione è riuscita a superare tutto e tutti. Non so se può essere decisivo questo strappo, ma la Serie A è ben indirizzata. Io ct azzurro? Non è un’ipotesi lontana, conosco bene Costacurta. E’ necessario aspettare perché ci sono tanti altri allenatori che stanno lavorando e che non possono essere contattati. Giusto prendere tempo anche guardando con interesse al lavoro di Di Biagio. Io Costacurta lo sentivo anche prima di diventare vice-commissario della FIGC e questo ruolo non mi impedisce di sentirlo. Meriti della Juventus? Tutte le componenti sono coinvolte nei successi: sia giocatori, allenatore che società. Stanno facendo tutti bene e da tempo. Napoli addio scudetto se la Juve batte l’Atalanta? Non può alzare bandiera bianca perché è ancora lì. 4 punti non sono un’infinità e non sono pochi. E’ chiaro che il Napoli continua a nutrire la speranza che la Juve faccia un passo falso. Non do per scontato che la Juve batta l’Atalanta, ma è chiaro che ci sia questa possibilità. La Dea potrebbe fare anche una sorpresa al campionato, ma nella logica delle cose è chiaro che siano favoriti i bianconeri. Come mai la Juve non è ai livelli dei top club nel mondo? Ha fatto due finali negli ultimi tre anni. Non ha vinto, ma vincere in Champions è un terno al lotto. L’obiettivo di ogni squadra europea è arrivare in finale. Buffon? Lo conosco e sarei più sorpreso se smettesse. Sono convinto che possa continuare ancora. La mia idea è che possa andare avanti, conoscendolo e ascoltandolo mi sembra ancora molto motivato. Di Biagio fa sempre bene a puntare su di lui. Squadre più vecchie rispetto al passato? E’ migliorato molto l’aspetto preventivo e gli allenamenti. Gli allenatori hanno capito l’importanza del turn over. Le rose sono più ampie, si riduce il numero delle partite e si ha una carriera più lunga. In futuro la rosa sarà sempre più ampia, con sempre minor numero di partite. Per migliorare il gioco bisogna diminuire le partite. Se non ci sono miglioramenti in qualità, è perché il numero delle partite aumenta. Il gioco del Napoli? Quello che è evidente è l’identità. Gioca sempre alla stessa maniera. In alcuni frangenti può essere meno brillante, ma l’identità è sempre la stessa. Ad alcuni piace il gioco del Napoli, a me personalmente piace, ma ad altri meno. Due posti per quattro squadre in Champions? Stanno meglio le squadre che sono avanti, ma il Milan sta recuperando molto bene e diventa un secondo campionato. Il terzo e quarto posto sono un campionato a sé e molto importante, visti i milioni in palio. Il Milan? Gattuso ha creato una buona sintonia coi giocatori e questo fa la differenza. Gli ha dato chiarezza nel gioco e obiettivi. Quanto tempo impiega un allenatore a creare una squadra a propria immagine? E’ difficile dirlo. Dipende. Se è una squadra nuova, con un allenatore nuovo, per impiantare le proprie idee serve almeno da luglio a ottobre. Questo è il tempo, poi dipende dal rapporto che si riesce a instaurare. E’ una cosa divertente da vivere. Roma-Shakhtar? Gioca una partita difficile contro una squadra complicata, ma la Roma nelle ultime due partite ha dato ottimi segnali. Le partite vinte contro Napoli e Torino hanno riportato la fiducia. Mi auguro che possano passare. Il risultato è abbordabile. Fare il ct vuol dire smettere di allenare? No perché ci sono tanti allenatori che sono tornati nel club con successo, come Conte. La mia idea sarebbe quella di allenare tutti i giorni, solo per questo ho un dubbio sulla Nazionale. L’unione del calcio nel nome di Astori? Mi auguro che questa lezione non venga dimenticata. Ha riunito tutte le tifoserie e spero che ciò possa continuare. La violenza nel calcio continua a essere un problema per l’Italia. Mi auguro che questa dolorissima perdita che abbiamo avuto possa veramente riappacificare tutti gli animi e vivere il calcio senza violenza e nella maniera più serena possibile. Quando ci sarà la nuova panchina per me? Non lo so, perché non dipende da me. Stiamo a vedere. Se lo sapessi lo direi”.

Foto: worldfootballnet