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ALLEGRI, LA GENTE SA CAPIRE

23.03.2022 | 11:10

Massimiliano Allegri non ha accettato la parola “fallimento” dopo la clamorosa eliminazione della Juve dalla Champions per opera del Villarreal e anche per un risultato davvero umiliante. Un giornalista glielo ha chiesto a caldo, lui ha riposto che utilizzare quella parola significa “disonestà intellettuale”.

Un ottimo insulto, il giornalista in questione non ha risposto, si è rintanato nel suo giardino in religioso silenzio. Forse sarebbe stato più giusto replicare che si può rispondere a una considerazione, non offensiva, senza utilizzare termini così pesanti. Ma siccome Allegri gode di un’ottima stampa, soprattutto buona parte di quella che lo frequenta nelle conferenze settimanali, tutto è lecito. Anche un insulto insopportabile.

Allegri è un grande allenatore, nessuno lo discute, ma si è presentato male al nuovo appuntamento con la Juve. Contrariamente a Spalletti che ha utilizzato i due anni sabbatici per studiare bene e per trovare con motivazioni, anche tattiche, importanti. La Juve ha avuto problemi, come il Napoli, tra infortuni seri, stagioni finite, Covid, eventuali e varie. Ma il Napoli, rispetto alla Juve, ha avuto un’identità sconosciuta ai bianconeri. Per il 20-30 per cento rispetto ad Allegri, sia Sarri (che comunque ha vinto uno scudetto) che Pirlo sono stati lapidati. Se ci fosse stato uno dei due oggi, sarebbe stato esonerato almeno tre mesi fa.

Con Allegri non si può perché, capiamo, ha un contratto da 7,5 milioni netti più bonus per arrivare a 9 stagione. Per quattro anni e sulla durata noi abbiamo le nostre perplessità, anche se Andrea Agnelli è libero persino di fare un decennale all’allenatore dei suoi sogni. Ma fossimo in Allegri eviteremmo di prendere in giro la gente, soprattutto i tifosi della Juve che hanno occhi per guardare, per rendersi conto da soli, per giudicare senza condizionamenti.

Se avesse detto “abbiamo giocato un buon primo tempo”, avrebbe avuto il senso della misura. Invece, è andato oltre. Quando esci dalla Champions in quel modo, contro una squadra magari inferiore, non ci sono chiacchiere che tengano. Bisogna solo chiedere scusa, come ha fatto Danilo, e non parlare di disonestà. Noi pensiamo che la fotografia della Juve (e il discorso non cambierebbe se paradossalmente dovesse vincere lo scudetto in rimonta per il crollo delle avversarie) sia quella dell’andata contro il Villarreal: 32 secondi, un gol bellissimo di Vlahovic, la possibilità di giocare una partita diversa senza rinunciare o speculare. Nulla, la solita Juve. Certo, avrà qualche lacuna, mancano i centrocampisti giusti, ma Allegri può fare meglio con il materiale che ha. Magari non dicendo sempre che “è stata una bella partita” anche quando è stata banale. Già, perché il più grande fallimento sarebbe quello di prendere in giro la gente.

Foto: Twitter Juve