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Allan torna sull’ammutinamento del Napoli: “Non eravamo contro Ancelotti, volevamo chiarire ma il club impose il silenzio stampa”

30.05.2022 | 10:18

Raggiunto dai microfoni del Corriere dello Sport, Allan è tornato sul punto più basso della storia recente del Napoli, ovvero l’ammutinamento del 5 novembre 2019: “Vicenda triste, sulla quale sono state riportate inesattezze. Ma io non vorrei adesso starne qui a parlare. E comunque la verità non si è mai saputa. Intanto, sgombero il campo da una falsità: che i calciatori fossero contro Ancelotti.

Io uno dei promotori? Ruolo che mi venne incollato addosso e ho dovuto condividere con un paio di miei compagni, con Lorenzo ad esempio. Mentre, invece, quella fu una scelta di gruppo e il Napoli sapeva che ritenevamo ingiusto andare in ritiro.

Passai, con Insigne, come uno dei capi. Io che ero infortunato e che potevo non essere lì, che non giocai quella volta, scoprii di essere ritenuto un ideologo della sommossa. C’è chi aggiunse che ce l’avevo con Carlo, la persona più speciale che abbia incontrato e che mesi dopo mi avrebbe voluto con lui all’Everton. Ci furono malintesi che si sarebbero potuti chiarire, ma venne imposto il silenzio stampa e quindi fu impossibile parlarne. Cosa avremmo detto, se avessimo potuto? Che noi eravamo tutti con Carlo. Punto.

Gattuso? Ho avuto ottimi rapporti anche con lui, che da calciatore è stato un modello. Fu diretto, mi riteneva importante, e la società mi propose il rinnovo. Però volevo andar via, volevo sorridere, la mia immagine era uscita macchiata mentre io sono una persona seria“.

Foto: Twitter Napoli