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ALEXANDRE PATO, AL CHELSEA PER RILANCIARSI

28.01.2016 | 10:00

Prima di venire in Italia a giocare per il Milan, nel 2007, ho visto sui giornali che il mio nome è stato accostato ad alcuni club inglesi. Mi è stato detto che il Chelsea era interessato, ma il mio sogno era giocare con Ronaldo e ho scelto il Milan. Ma un giorno mi piacerebbe arrivare in Inghilterra, penso che la Premier League è il campionato numero uno al mondo. è molto competitivo. Mi piace l’emozione del campionato inglese”. Mai parole furono più profetiche. Parole firmate da Alexandre Pato. Al termine della sua esperienza al San Paolo, “la più bella della carriera” da lui stesso definita, il Papero si era espresso così, a pochi giorni dal Natale. E nel pomeriggio, dopo settimane di intense voci, rumors poi trasformatesi in trattativa vera e propria, è arrivata la conferma. Pato sarà un giocatore del Chelsea. Il suo sogno di approdare in Premier League si è realizzato. Nel pomeriggio, dicevamo. Già, perché l’attaccante brasiliano ha raggiunto la capitale britannica per sottoporsi alle rituali visite mediche, dopodiché si metterà a disposizione di Guus Hiddink e iniziare la sua avventura oltremanica. Pato torna a giocare in Europa, tre anni dopo la positivissima esperienza in Italia, con la maglia del Milan. Un ritorno quasi naturale, se vogliamo, per un calciatore che ha molto ancora da dare al calcio europeo. Un calciatore dotato di tecnica sopraffina e un fisico che, nonostante la notevole prestanza acquisita negli anni, gli ha creato non pochi problemi negli ultimi tempi. D’altro canto stiamo parlando di un ragazzo di 27 anni, che torna nel pieno della maturità e – forse – sprecato per restare confinato in Brasile. Con tutto il rispetto per club del calibro di San Paolo e Corinthians (gli ultimi, in ordine temporale, che ne hanno toccato con mano le gesta), Pato merita di giocare in Europa. Ancor di più al Chelsea, una delle squadre top. Perché seguendo le parole di un grande brasiliano del passato, Paulo Roberto Falcao, “Pato era già un potenziale campione a 16 anni, al tempo delle giovanili. Si vedeva che era “diverso”. Lui doveva imparare ancora quasi tutto. Ma aveva colpi. Ha forza fisica, di testa è bravo, ha personalità”. La firma con i Blues risponde perfettamente a questa descrizione. Tecnicamente dotato, abile nel controllo di palla, velocità, progressione, dribbling: sono solo alcune delle caratteristiche di Alexandre Pato.

 

I tifosi del Milan lo ricorderanno con estremo piacere: dal 2007al 2013, il Papero ha collezionato 63 reti in 150 presenze totali, vincendo al contempo uno scudetto e una Supercoppa Italiana nella quasi perfetta stagione 2010/2011 dei rossoneri. Un ruolino importante, per un calciatore arrivato giovanissimo e pagato tanto, forse troppo. Berlusconi consegna all’Internacional de Porto Alegre 22 milioni di euro il 2 agosto del 2007, per un ragazzo di 17 anni. Una cifra mai pagata fino ad allora per un minorenne. Un investimento che diventa effettivo soltanto a gennaio del 2008, in quanto le norme Fifa impediscono i trasferimenti internazionali dei minorenni. Il 4 gennaio, Pato viene ufficialmente tesserato, con un contratto quinquennale dal valore di 2 milioni netti a stagione. E l’esordio è da brividi: 13 gennaio, sfida di campionato contro il Napoli. Pato fa il bello e il cattivo tempo. A parte il gol, già messo a segno alla sua prima apparizione assoluta, tante giocate di qualità e impatto eccezionale. Due settimane più tardi, la prima doppietta. Nei primi sei mesi rossoneri, Pato segna 9 reti in 20 partite. Il Papero, prima di approdare al Milan, si era fatto notare in patria con la maglia dell’Internacional. Un campionato brasiliano Under 20 nel 2006, un Mondiale per club e una Recopa Sudamericana nello stesso anno. In tutta la trafila nelle giovanili si era già capito di avere di fronte un potenziale campione. Che poi si è confermato in Italia. Pochi trofei, tanti gol, ma anche tanti, troppi infortuni nella sua avventura italiana. E mettiamoci pure l’amore, con la relazione non tanto nascosta con Barbara Berlusconi. Gli infortuni sono stati, probabilmente, la causa della sua interruzione del rapporto con il club meneghino. Ma se volessimo analizzare nel dettaglio il suo score personale, troviamo certamente dati estremamente confortanti. La miglior stagione di Pato al Milan, paradossalmente, non è stata quella dello scudetto, ma la prima vera e propria dopo i sei mesi iniziali di “apprendistato”. Nel 2008/2009, 42 presenze e 18 gol tra campionato e coppe. Si ripete l’anno dopo (30 presenze, 14 reti), dignitosa la stagione del tricolore (16 reti in 33 apparizioni totali). L’addio alla maglia rossonera si consuma il 3 gennaio del 2013, allorquando si trasferisce al Corinthians in cambio di 15 milioni di euro. Un affare per tutti. Vincerà un campionato Paulista, un’altra Recopa e metterà a segno 17 reti in 62 presenze. L’esperienza al Corinthians dura solo un anno: a febbraio del 2014, infatti, Pato passa al San Paolo in prestito biennale. Prenderà la maglia numero 11. Nella squadra della capitale brasiliana, il Papero torna alla ribalta internazionale. Forse per questo il Chelsea ha deciso, adesso, di puntare su di lui. E chissà con che numero di maglia giocherà. Bentornato in Europa, Pato. L’Inghilterra è ansiosa di abbracciarti.

 

Foto: Twitter Joao Castelo-Branco