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ALEX IWOBI, L’ARSENAL HA SCOPERTO UN NUOVO GIOIELLO

20.03.2016 | 09:30

A Londra è sbocciato un nuovo talento. Alex Iwobi, per ora un nome non così popolare, ma che nel giro di 2-3 anni – potremmo scommetterci – farà ingolosire mezza Europa. E in effetti più passano le settimane, più lievita il suo prezzo di mercato. L’ultimo scatto (in tutti i sensi) è freschissimo: nella non agevole trasferta di ieri al Goodison Park contro l’Everton è stato proprio lui a blindare nella prima frazione il prezioso successo dell’Arsenal. Sul lancio di Bellerin l’involata sulla fascia destra ha ricordato illustri predecessori che fanno già brillare gli occhi dei Gunners. Baines non lo contiene, la rasoiata passa sotto le gambe di Robles. Sì, è la prima gioia tra i professionisti. Che poi coincide anche con la prima marcatura con la maglia biancorossa. Già, perché abbiamo a che fare con un classe 1996 che sin dal compimento degli otto anni quella casacca l’ha indossata e non l’ha lasciata più. Prima rete in Premier League alla prima presenza da titolare. Lui, che ha esordito in campionato in Swansea-Arsenal del 31 ottobre 2015, gara vinta 3-0 in cui non aveva particolarmente impressionato per colpi di genio o rapidità memorabile. Da quel giorno sembra essere passata una vita. E il primo sentore che i tempi fossero ormai maturi ci riporta ancora più indietro nel tempo. Ma non di troppo: esattamente a mercoledì scorso, serata della mission impossible in casa del Barcellona. Wenger deve rimontare il 2-0 subito all’Emirates all’andata nel proibitivo ottavo di finale di Champions sentenziato dall’urna di Nyon. La mossa a sorpresa? L’inserimento dal 1′ di un giovane promettente. “Ma chi è questo Iwobi?”, si saranno chiesti in tanti. Il contesto era oggettivamente complesso, dominato dall’ondata blaugrana e concretizzatosi con il 3-1 finale griffato MSN. Ma se lui era su quel terreno, un motivo c’è. Eccome. 


Gli elogi, com’è lecito attendersi di fronte a un così vasto capitale umano, si sprecano. “In lui vedo un giocatore creativo, che lavora molto e ha un grande spirito di squadra. Può giocare sulle fasce o al centro, quindi è molto interessante”, dice di lui il tecnico francese. “Credo proprio che lascerà il segno. In Nigeria sono tutti con lui, è il campione che aspettavamo”, gli fa eco l’ex stella nigeriana e vecchia conoscenza del calcio italiano Nwankwo Kanu. Tutto nasce, molto probabilmente, da quei 3 gol in 6 partite nella Youth Cup 2013/2014, traguardo che gli fa guadagnare la fascia da capitano l’anno successivo, chiuso con 9 centri in altrettanti incontri con l’Under 21. Il rinnovo di contratto, il debutto in Nazionale, il gran gol a ottobre contro il Bayern Monaco (sempre in Youth League). Poi il dovuto upgrade in prima squadra, dove il nipote di Jay-Jay Okocha sta pian piano sfoderando tutte quelle che sono le sue caratteristiche migliori. Aratro della fascia, fantasia da vendere, all’occorrenza può adattarsi anche come trequartista o da seconda punta, sa ricoprire bene il campo e non ha nessuna paura delle grandi sfide. A quest’età – si sa – l’incoscienza la fa da padrona. “Crescendo ho avuto qualche fase negativa, ma col passare delle stagioni continuo a migliorare. Giocare in prima squadra all’Arsenal significa molto, perché ripenso a tutto quello che ho fatto per arrivare fin qui e sono contento”. Parole di un piccolo grande uomo, che sa bene da dove è partito e conosce ancor meglio dove è arrivato. E dove può arrivare. Perché i suoi margini di crescita sono spaventosamente grandi. In un parco attaccanti che comprende gente del calibro di Sanchez, Welbeck, Ozil, Walcott e Giroud, il gioiello di Lagos è partito decisamente con il piede giusto. Con un secondo posto come obiettivo minimo, Iwobi avrà tante chance per scalare le gerarchie. Intanto, la gloria. Per ripercorrere le orme delle leggende dell’Emirates, serve anche godersi i momenti belli. I primi di una serie destinata ad allungarsi parecchio.


Foto: Arsenal on Twitter