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ALBERTO PALOSCHI, A CACCIA DI GOL PESANTI IN PREMIER

29.01.2016 | 10:20

Lo Swansea si tinge sempre più di tricolore. Non solo Francesco Guidolin, tornato in sella e già vincente al debutto in casa dell’Everton. In terra gallese è in arrivo anche Alberto Paloschi. Anzi, l’attaccante di Chiari ha già lasciato l’Italia per sottoporsi alle visite mediche con i Cigni, passaggio obbligatorio prima della firma e di un’ufficialità da record. Proprio così, perché per il Chievo si tratta della cessione più remunerativa della sua storia: ben 8 milioni di sterline, poco più di 10 milioni di euro, a rimpolpare le casse gialloblù. Più di Amauri, che fu ceduto al Palermo nell’estate del 2006 per quasi 9 milioni più l’attaccante Godeas; più di Constant, che salutò Verona per accasarsi al Genoa previo pagamento di 5 milioni oltre al cartellino di Acerbi. Insomma, gioie e dolori per i tifosi del Chievo e per la sua dirigenza. Per un bottino che arriva, un pezzo grosso che va. Otto reti siglate fin qui in campionato (e sarebbero potute essere 10 se non avesse fallito due calci di rigore), 42 in 144 presenze totali nella sua ormai conclusa esperienza veneta. Un apporto sempre decisivo per garantire la costante permanenza clivense nella massima serie (compresa la stagione in corso, con 27 punti collezionati in 21 gare e un rassicurante più 9 sul Carpi terz’ultimo). Più che probabile, a questo punto, la definitiva promozione a titolare inamovibile per il suo quasi coetaneo Roberto Inglese, che in più occasioni ha mostrato di possedere doti tecniche da primo della classe. Ma – impossibile negarlo – il vuoto agonistico ed emotivo che lascerà Alberto sarà difficilmente colmabile, almeno in breve tempo. 


E Guidolin da ieri non sta più nella pelle: “Era un mio giocatore ai tempi del Parma, era molto bravo e molto giovane. Ora è un calciatore importante e credo che ci possa dare una grande mano segnando tanti gol”. Parma, ma prim’ancora il Milan. Lui, frutto delle giovanili rossonere, comincia la propria carriera con una storia che sembra una favola. Il suo debutto assoluto avviene in Coppa Italia contro il Catania il 20 dicembre 2007, gara in cui va a segno (e si ripeterà anche al ritorno). Quanto basta per convincere Carlo Ancelotti (non uno qualsiasi) ad aggregarlo definitivamente alla prima squadra. Il 10 febbraio 2008 accade l’impensabile: entra al minuto numero 10 della gara contro il Siena, ancora bloccata sullo 0-0, al posto di Serginho. E’ l’esordio in serie A, e per un ragazzo che aveva compiuto 18 anni appena sei giorni prima come regalo potrebbe bastare. Invece no, il regalo decide di farselo da solo e a tutto il pubblico del Meazza: dopo soli 18 secondi, sfruttando il perfetto lancio di Seedorf, Paloschi si inventa un diagonale dal limite dell’area che fa impazzire i tifosi rossoneri e che risulterà decisivo. E’ il delirio, il pomeriggio più bello della sua vita. “E’ un predestinato”, sentenzierà a fine gara il Carletto nazionale. A proposito di Nazionale, è lì che finora Alberto ha raccolto le gioie più grandi di una carriera che tra Parma e Genoa, prima del trasferimento al Chievo, non gli ha riservato i riconoscimenti che meritava. Argento con l’Under 19 a Euro 2008, bronzo in Svezia un anno dopo e di nuovo argento in Israele nel 2013, stavolta con l’Under 21. L’ebbrezza dell’Italia “dei grandi” non l’ha ancora provata, ma nel frattempo il reparto offensivo di Antonio Conte in vista degli Europei in Francia è un continuo tourbillon di candidature che salgono e scendono. Che siano i (possibili) gol pesanti in Premier a sconvolgere clamorosamente le gerarchie azzurre?

Foto: goal.com