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Alberto De Rossi: “Alla Roma ho dato professionalità. Tanti talenti lanciati. Potevo allenare la prima squadra, ma…”

12.06.2022 | 17:23

Alberto De Rossi, storico allenatore della Primavera della Roma, che quest’anno ha lasciato il suo incarico dopo anni, ha parlato di tanti temi ai media del club giallorosso.

Queste le sue parole: “Trigoria per me è come una seconda casa, non l’ho mai considerata un posto di lavoro. Ho un rapporto benissimo con tutti. Il primo giorno mi ricordo perfettamente tutte le emozioni, quando mi dissero che l’interessamento era diventato realtà. Essere fedele per 29 anni per me è stato semplice. Oltre alla passione, il lavoro: è l’attaccamento al club che fa la differenza. Ho dimostrato questo attaccamento perché il legame è molto forte, questo fa passare tutto in secondo ordine, anche gli interessamenti di altri club. Questo mi ha portato a rimanere tutti questi anni qui”.

Quali obiettivi ha perseguito?
“L’obiettivo principale non è il piazzamento o vincere un trofeo, ma quello di portare giocatori in prima squadra. C’è chi utilizza il settore giovanile per crescere come allenatore, invece quello che noi facciamo qui è quello di far crescere i ragazzi. Non esiste trofeo che possa portarci fuori da questo obiettivo. Noi lo facciamo esclusivamente per la Roma”.

Che ruolo ha l’allenatore di ragazzi così giovani?
“Non mi voglio sostituire ai genitori, ma una guida si. La figura dell’educatore non mi piace molto, ma quando dobbiamo farlo interveniamo. Non mi piace imporre le cose, anche gli allenamenti condivido insieme ai ragazzi. Ho avuto tante dimostrazioni di affetto e condivisioni insieme ai ragazzi. Non mi piace entrare troppo nella loro privacy”.

Lei e suo figlio due bandiere della Roma.
“Lui bandiera, si. Io mi sento un lavoratore onesto. Ognuno ha fatto il suo lavoro, abbiamo rispettato gli spazi dell’altro e nessuno dei due ha parlato dell’altro. Poteva dare adito a chiacchiere. In passato ho avuto la possibilità di allenare la prima squadra e ho rifiutato proprio perché Daniele faceva parte di quel gruppo. Credo che avrei creato problemi. Tra i due lui è più romanista. Chiamarla fede mi sembra forte, ma non gli riuscivamo mai a togliergli la maglietta della Roma da piccolo”.

Cosa sente di aver dato da quando è alla Roma?
Professionalità e passione.

Foto: Sito Roma