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Addio Boskov, le reazioni di club e giocatori

27.04.2014 | 20:55

Ecco le prime reazioni del mondo del calcio alla morte del tecnico Vujadin Boskov.
 

La Roma: “L’AS Roma si unisce al cordoglio per la scomparsa di Boskov, allenatore giallorosso nella stagione 92/93. Ciao Vujadin“.
 

La Sampdoria: “Vogliamo ricordarti così. Ciao, grande ‘Vuja’
 

La Juventus: “Un grande tecnico, un fiero avversario, un uomo speciale. @juventusfc si unisce al cordoglio per la scomparsa di Vujadin Boskov. Ciao mister“. 
 

Francesco Totti: “Oggi è scomparso un altro membro importante della famiglia del calcio, Vujadin Boskov, un grande uomo, competente, vincente e dotato di un umorismo acuto e intelligente. Ricordo ancora il giorno del mio esordio con lui sulla nostra panchina… Come potrei dimenticarlo? Grazie mister per avermi dato questa possibilità, unica come sei stato tu. Ora dal cielo con la tua ironia e il tuo sorriso sono sicuro che continuerai a guardare il calcio con l’occhio dell’immenso maestro che sei stato». 
 
Sinisa Mihajlovic: “Sono davvero addolorato. Per me era come un padre. È stato un maestro, un esempio, sul piano calcistico e anche sul piano umano, una di quelle persone che non vorresti mai lasciare e quando se ne vanno lasciano un vuoto incolmabile. Di sicuro non lo dimenticherò: insieme abbiamo condiviso diverse esperienze che porterò per sempre con me. Vujadin resterà una persona unica, inimitabile, una leggenda del calcio serbo e un mito per ogni sampdoriano. Partirò domani per la Serbia per rendergli l’ultimo saluto, quello che merita un grande uomo, di sport e di vita, come è stato lui“.
 
Gianluca Pagliuca: “Sapevo che era malato da tempo, ma ora sono addolorato, perché se ne va una persona che mi ha dato tanto. La sua bravura era quella di sdrammatizzare dopo le sconfitte e di criticarci dopo le vittorie, quando andava sempre a cercare il pelo nell’uovo per darci ulteriori stimoli. Prima degli allenamenti c’era sempre la riunione tecnica e lui era una sagoma, e un grande psicologo. A volte faceva dei versi e ci faceva morire dal ridere“.