Ultimo aggiornamento: giovedi' 28 marzo 2024 12:30

Accardi, Canovi e Galli in coro: “Giusto anticipare la chiusura del mercato. No alla sessione di gennaio, sarebbe meglio…”

06.03.2018 | 14:05

Tabella mercato Serie B

Nella giornata di ieri il presidente del Coni Giovanni Malagò ha annunciato le nuove date del prossimo calciomercato, abbreviato di circa due settimane rispetto al passato, sia nella sessione estiva (chiusura prevista il 18 agosto) che in quella invernale (chiusura prevista il 19 gennaio). A tal proposito registriamo le reazioni di alcuni procuratori, tutti sostanzialmente favorevoli alle modifiche sopra elencate ma con una piccola riserva: anticipare la finestra invernale nel mese di novembre rispetto alla sessione di gennaio.

Queste le parole di Dario Canovi: “Sono d’accordo con quanto annunciato da Malagò. Onestamente, penso che iniziare il campionato con le rose ancora da definire fosse un’assurdità. C’era sempre il rischio che un calciatore giocasse la seconda giornata di campionato contro la squadra con cui aveva giocato la prima. Con queste nuove date si è tornato un po’ indietro nel tempo. Penso che sia giusto concludere il calciomercato in anticipo, in modo da dare la possibilità agli allenatori di creare e assemblare la propria squadra prima dell’inizio della stagione. Probabilmente avrei anticipato la chiusura al 10 di agosto, per far inserire al meglio anche i nuovi arrivati, ma capisco che non era facile arrivare a questo. Per quanto riguarda la sessione invernale, invece, io credo sia meglio farla nel mese di novembre anziché a gennaio. Detto ciò, mi sembra una scelta saggia quella annunciata ieri da Malagò. Se rischia di penalizzare il lavoro di procuratori e direttori sportivi? Purtroppo ci siamo abituati a concludere spesso gli affari all’ultimo giorno. E’ una cattiva abitudine del calcio italiano, ma non solo. Ecco perché arrivare al 31 o al 18 agosto sarà più o meno la stessa cosa. Ma sono dei cambiamenti che andavano fatti per una questione di buonsenso”.

Sulla stessa linea anche Beppe Galli, che ha dichiarato ai nostri microfoni: “Credo che anticipare la chiusura del mercato sia una decisione molto valida. Mi sarebbe piaciuto ancor di più tornare al passato, vale a dire chiudere la sessione estiva a luglio e poi fare una piccola finestra di riparazione di 3 giorni a novembre. La novità annunciata da Malagò è comunque un passo avanti, sia per agenti e direttori sportivi che per gli allenatori. Condivido questa scelta, permette agli addetti ai lavori di operare in maniera differente, con maggiore responsabilità, perché i tempi sono minori. Bisognerà iniziare a programmare prima le operazioni, non si può aspettare sempre gli ultimi due giorni. Come detto, io addirittura accorcerei ulteriormente il mercato: in estate lo chiuderei a luglio, poi al posto della sessione di gennaio farei una piccola finestra di 3 giorni a novembre, in modo da avere le squadre definite per tutto il girone di ritorno. In più aggiungerei la possibilità di acquistare i calciatori svincolati dopo le due sessioni, per esempio se una squadra dovesse perdere qualcuno per infortunio”.

Favorevole alla chiusura anticipata anche Beppe Accardi: “Era ora! Io sarei addirittura più contento se si tornasse all’antico con il mercato di riparazione fissato a novembre, della durata di 15 giorni, e non più a gennaio. Le società che programmano, sanno già quello che devono fare: tenere aperto il mercato fino al 31 di agosto è un’agonia. Avendo la sessione più lunga, gli addetti ai lavori aspettano sempre gli ultimi giorni per cercare di trarre dei vantaggi, poi invece spesso i giocatori li devi pagare di più. Facendo il mercato ridotto si programma meglio, si lavora con più tranquillità e si buttano meno soldi. Ridurre le finestre dá anche un altro vantaggio: permette ai club di non avere dubbi sui calciatori acquistati, perché li devono far giocare per forza e non bocciarli dopo una partita. Ribadisco che sono totalmente d’accordo con la chiusura anticipata, anche perché così si capisce chi sono quelli che sono capaci di operare sul mercato e chi no”.

Mauro Cossu