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Abete: “Con l’Europa League un posto in Champions”

18.09.2012 | 10:03

Giancarlo Abete è intervenuto in diretta a Sky Sport 24 per fare il punto di partenza del movimento italiano in vista della partenza, questa sera, della fase finale della Champions League e, giovedì, dell’Europa League. “Oggi inizia una competizione importante – ha dichiarato il presidente della FIGC -, in cui l’Italia ha la necessità di rimanere competitiva, cercando punti importanti a livello di ranking che, nelle scorse stagioni, ci ha penalizzato, con la perdita di un posto per la Champions. La nazionale ha dimostrato che si può rimanere competitivi anche con una gestione oculata delle risorse e, per questo, mi aspetto che le formazioni italiane diano tutto al 100%. Juve in Europa? E’ stato fatto un ottimo lavoro dalla dirigenza bianconera per riposizionare la Juventus nella posizione che le compete, nel gotha del calcio europeo. La Juve è attrezzata per fare bene, quindi in bocca al lupo per lei e per l’Italia. Conte? Io non sono mai entusiasta quando ci sono sanzioni che coinvolgono un tesserato, dispiace a livello umano, ma la giustizia sportiva si è già pronunciata e ora aspettiamo l’importante ultimo grado di giustizia del Tnas che porrà la parola fine a questa vicenda. Europa League? Con Platini si sta valutando la possibilità di passaggio, per coloro che arrivano nella fase finale dell’Europa League, nella massima competizione continentale aprendo, quindi, la strada della Champions a società che non riescono a raggiungere le posizioni di campionato che permetterebbero l’accesso diretto”.

 

L’intervista fiume del presidente della FIGC, Giancarlo Abete, tuttavia, non si è fermata alle competizioni internazionali ma, al contrario, ha toccato ad ampio raggio anche l’intero movimento italiano, schiacciato fra stadi vuoti, Serie A a 20 squadre e problemi burocratici sulla legge degli stadi. “Curve vuote? Ci sono dei parametri che fanno riflettere – ha proseguito Abete -, ovviamente. Però ci sono dati che ci fanno capire che sul versante televisivo i ricavi verso le squadre sono in crescita e questo, in questo momento di crisi, è un dato più che positivo. Per quello che riguarda gli stadi vuoti non siamo arrivati ad una posizione così drastica, siamo in una crisi di consumi a livello di paese Italia e questo si rispecchia negli stadi, tuttavia dobbiamo anche considerare la necessità di migliorare le infrastrutture. La legge non è però stata ancora approvata da tutto il parlamento e, da quello che mi risulta ci sono problemi per il ramo del parlamento che ancora non si è espressa. Il problema è che l’attesa rompe la programmazione delle società che restano in bilico fra la costruzione dello stadio e l’attesa nel passaggio della legge. Per la Serie A playoff e playout sono difficilmente attuabili perché ci sarebbe il forte rischio di un impoverimento della competizione regolare, rimarrebbe il problema del numero di squadre e, soprattutto, il calendario europeo non concede date disponibili per poter piazzare un’ipotetica fase finale. Ridurre il numero delle squadre da 20 a 18 o a 16 non è una decisione che spetta alla FIGC, bensì ai club. Tuttavia, nessun club, soprattutto quelli di fascia medio piccola, accetterebbe mai di ridurre il numero di squadre perché si auto-priverebbe della possibilità di giocare il campionato italiano. Una piacevole sorpresa? Il ritorno al gol di Luca Toni e la sua successiva dedica, poi Del Piero, che è e rimane un’icona del calcio italiano anche ora che è arrivato a Sidney. Sull’esonero di Sannino non posso esprimermi per il ruolo che ricopre, diciamo che a Coverciano escono più allenatori rispetto ai posti disponibili, e un presidente importante per la serie A come Zamparini ci permette di rimediare a questi inconvenienti.