Da Van Basten in giù: gli acquisti top del Milan targato Berlusconi

14/04/2017 | 00:20:25

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Dopo aver esaminato gli acquisti flop della indimenticabile gestione Berlusconi, a maggiore ragione facciamo altrettanto con le principali operazioni in entrata concluse dal Milan negli ultimi 31 anni.

 

Marco Van Basten – Si fa fatica a doverne parlare in poche righe. Probabilmente il più forte centravanti della storia, capace di vincere ben 3 Palloni d’Oro. Il Cigno di Utrecht, preso dall’Ajax per meno di 2 miliardi d’indennizzo, ha deliziato il mondo, eccellente in tutti i fondamentali, per non parlare delle doti balistiche. In cassaforte 4 Scudetti, 4 Supercoppe italiane, 2 Coppe Campioni, 2 Supercoppe europee e 2 Coppe intercontinentali. Quando lasciò il calcio, di fatto a soli 28 anni, per quella maledetta cartilagine della caviglia, tutti gli appassionati persero qualcosa di grande.

Ruud Gullit – Come spendere bene 13,5 miliardi, una cifra enorme per i mitici Anni 80 che fece la gioia del Psv Eindhoven. Secondo tulipano in ordine d’importanza, le sue treccine rendono più allegre una Serie A che si inchina alle sue qualità tecniche: il Pallone d’Oro del 1987 apre l’epopea di vittorie berlusconiane: 3 Scudetti, 3 Supercoppe italiane, 2 Coppe dei Campioni, 2 Supercoppe europee e 2 Coppe Intercontinentali.

Frank Rijkaard – L’ultimo tulipano, anche in ordine cronologico di arrivo, del terzetto olandese guadagnatosi l’immortalità calcistica, ben oltre i confini del San Siro rossonero. Marco e Ruud firmano la prima Coppa dei Campioni, con una doppietta a testa alla Steaua, lui la seconda consecutiva di Sacchi, infilando il Benfica in finale. Per un totale di 2 campionati, 2 Supercoppe italiane, 2 Coppe Campioni, 2 Supercoppe europee e 2 Coppe intercontinentali.

Andrea Pirlo – Sebbene si parlò di una valutazione di 35 miliardi, l’Inter se ne liberò a cuor leggero in uno scambio con Brncic a titolo di parziale contropartita. Nelle 10 stagioni in rossonero, grazie all’intuizione di Ancelotti che lo reinventa regista basso, si consacra il più forte del mondo nel ruolo, soltanto Xavi forse alla sua altezza. Saluta dopo aver vinto 2 scudetti, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana, 2 Champions League, 1 Supercoppa europea e 1 Mondiale per club. Imperdonabile, però, il trasferimento a parametro zero alla Juventus.

Clarence Seedorf – Vedi Pirlo. Altro clamoroso autogol dell’Inter che rinforza i cugini, nell’ambito di uno scambio con Francesco Coco, regalando loro un fenomeno della mediana. Dieci anni tondi tondi per il pupillo del patron (al punto che in seguito gli affiderà anche la panchina), per lui 2 Scudetti, una Coppa Italia, due Supercoppe italiane, due Champions League, 2 Supercoppe europee e un Mondiale per club.

Gennaro Gattuso – Uomo simbolo del ciclo ancelottiano, nell’arco di 13 lunghi anni lega il suo nome in maniera indelebile alla storia del Milan. Caparbietà e garra dentro e fuori dal campo, Ringhio entra nei cuori di tutti i tifosi rossoneri. All’occhiello 2 Scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe italiane, 2 Champions League, 2 Supercoppe europee e 1 Mondiale per Club.

Andriy Shevchenko – Acquistato dalla Dinamo Kiev per 25 milioni di dollari, il Re dell’Est nel suo settennato al Milan mette a segno 175 gol, vincendo 1 scudetto, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana, 1 Champions League (suo il rigore decisivo a Manchester contro la Juve) e 1 Supercoppa europea. Poteva evitare il ritorno in prestito dopo il flop al Chelsea.

Kakà – Geniale intuizione di Leonardo, che lo porta a Milano con soli 8,5 milioni di euro. Lui ripaga la fiducia con un centinaio abbondante di gol, 1 scudetto, 1 Supercoppa italiana, 1 Champions League, 1 Mondiale per club e 2 Supercoppe europee. Oltre al Pallone d’Oro che mette nella bacheca personale, tra una progressione palla al piede e l’altra.

Alessandro Nesta – Anche pochi i 31 milioni investiti per prelevarlo dalla Lazio nel 2002, con lui Berlusconi e Galliani sistemano la difesa per quasi un decennio. Comanda il reparto con la personalità e l’eleganza che lo ha sempre contraddistinto, anche lui vince il vincibile, nell’ordine: 2 Scudetti, 1 Coppa Italia, 1 Supercoppa italiana, 2 Champions League, 2 Supercoppe europee e 1 Mondiale per club.

Thiago Silva – Arrivato nel 2009 dalla Fluminense per soli 10 milioni, nei tre anni trascorsi indossando la casacca del Diavolo si consacra come uno dei difensori centrali migliori del mondo, se non il migliore per un periodo abbastanza ampio. . In rossonero vince 1 scudetto e 1 Supercoppa italiana, nel 2012 parte – direzione Parigi – tra mille rimpianti dei tifosi, cessione figlia di un ridimensionamento indigesto.

Filippo Inzaghi – Il rapporto con Del Piero si incrina, la Juve sceglie naturalmente Alex e lo cede al Milan per 40 miliardi più il cartellino di Cristiano Zenoni valutato 30 (sic!). E in rossonero Super Pippo continua a vincere, anzi no, vince tutto: 2 Scudetti, 2 Supercoppe italiane, una Coppa Italia, 2 Champions League, 2 Supercoppe europee e 1 Mondiale per Club. Una vita per il gol, da celebrare sempre con le ‘sue’ esultanze.

Roberto Donadoni – Il primo acquisto della gestione Berlusconi, 10 miliardi nelle casse dell’Atalanta. In oltre un decennio di Milan scrive pagine indelebili, sulla fascia destra a scodellar palloni e non solo. Palmarès da urlo: 6 Scudetti, 4 Supercoppe italiane, 3 Coppe dei Campioni e 2 Coppe intercontinentali.

Carlo Ancelotti – Centrocampista di lotta e di governo, nel 1987 si trasferisce dalla Roma al Milan per poco meno di 6 miliardi. In rossonero vince tutto: altri 2 scudetti, 1 Supercoppa italiana, 2 Coppe dei Campioni, 2 Supercoppe europee e 2 Coppe Intercontinentali.

Marcel Desailly – Batte il Milan in finale di Champions League con il Marsiglia e poi ne sposa la causa. Mediano di un’eleganza senza pari, in cinque anni vince 2 scudetti, 1 Supercoppa italiana, un’altra Coppa dalle grandi orecchie e 1 Supercoppa europea.

Marcos Cafu – Colpaccio a parametro zero di Galliani e Braida. Qualcuno gli aveva dato del bollito, guardando la carta d’identità di un 33enne, ma Pendolino fece ricredere tutti mettendo le mani in un quinquennio su 1 scudetto, 1 Supercoppa italiana, 1 Champions League, 1 Mondiale per club e 2 Supercoppe europee.

Zvonimir Boban – Dieci di Milan, tra tocchi felpati e lanci illuminanti. Zvone sulla riva rossonera dei Navigli disegna calcio, malgrado qualcuno si fosse lamentato dei 10 miliardi investiti per prelevarlo alla Dinamo Zagabria. In bacheca 4 scudetti, 2 Supercoppe italiane, una Champions League e una Supercoppa europea.

George Weah – Il primo Pallone d’Oro non europeo giocava nel Milan, caso strano. Il nove liberiano, preso dal Psg nel 1995, vince poco a livello di squadra (appena due campionati) perché deve fare i conti con la prima famelica Juve di Lippi. Ma tanti dei suoi 58 gol in rossonero sono perle da lucidare ad ogni occasione, a partire dal fantastico coast to coast contro il Verona.

Zlatan Ibrahimovic – Preso dal Barcellona in prestito con diritto di riscatto, per 24 milioni di euro, c’è la sua firma sull’ultimo scudetto rossonero, quello del 2011 a spezzare l’egemonia dell’Inter. Nel biennio trascorso a Milanello il fuoriclasse svedese riesce a segnare 56 gol in 85 presenze, vincendo 1 Scudetto e 1 Supercoppa italiana prima di volare al Paris-Saint Germain malgrado le rassicurazioni dirigenziali.

Dejan Savicevic – Genio, stop. Un sinistro delizioso quello del talento proveniente dalla Stella Rossa, capace di annebbiare la vista agli avversari e disegnare traiettorie imprendibili, come quella che trafisse il Barcellona nel 4-0 in finale di Champions. Al suo attivo anche 1 Supercoppa europea, 3 Scudetti e 3 Supercoppe italiane. Se avesse avuto maggior continuità, sarebbe stato tra i più grandi di sempre.

Manuel Rui Costa – Un altro diez mica da ridere, classe sopraffina al servizio delle punte. E può fregiarsi del titolo di acquisto più oneroso della gestione Berlusconi, alla luce degli 85 miliardi di vecchie lire scucite alla Fiorentina. In cinque stagioni solleva al cielo 1 scudetto, 1 Coppa Italia e una Supercoppa italiana, 1 Champions League e 1 Supercoppa europea.

Roberto Baggio – E’ lui, soltanto per questo merita di essere inserito in elenco. In rossonero il Divin Codino trascorre due anni, segna 19 gol in 67 presenze nelle varie competizioni ma, sebbene avesse ancora meno di 30 anni, non riesce a dare il meglio di sé, anche per via della concorrenza. Si consola con la vittoria di 1 scudetto.

 

Tra gli altri da ricordare Papin e i brasiliani Leonardo e Pato: anche il Papero, per quanto fatto prima di incappare nella continua serie di problemi fisici, meritava una menzione.