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UMILTÀ, IMPEGNO E SUDORE: MCHEDLIDZE, IL NUMERO NOVE OPERAIO DELL’EMPOLI

20.12.2016 | 10:00

Per sfondare nel mondo del calcio non è necessariamente obbligatorio possedere talento cristallino, tecnica sopraffina e qualità eccelse. A volte bastano soltanto alcune componenti: umiltà, abnegazione, impegno, spirito di sacrificio e tanto, tanto sudore. Come nel caso di Levan Mchedlidze, un numero nove operaio che si è ritagliato il proprio spazio con duro lavoro. Il centravanti dell’Empoli, probabilmente, rievoca – insolitamente di questi tempi – la vecchia figura del calciatore. Quando l’uomo, rispetto al personaggio mediatico dei nostri giorni, aveva più rilevanza. Levan nasce a Tbilisi, capitale della Georgia, il 24 marzo del 1990. L’età adolescenziale la trascorre rincorrendo perennemente un pallone e con un sogno ben riposto nel cassetto. Aspirazione che inizia a prendere piede nel 2005 la formazione del Dila Gori lo nota a e decide di tesserarlo. Dopo una sola stagione, all’età di 16 anni sbarca in Italia, l’Empoli decide di investire fortemente su di lui. Al suo arrivo viene immediatamente aggregato alla Primavera guidata da Ettore Donati. Il ragazzo sorprende sin da subito, la sua prestanza fisica non passa inosservata. Il CT della Nazionale georgiana nel frattempo lo convoca e gli regala un debutto dalla gioia inenarrabile, proprio contro l’Italia di Roberto Donadoni, con una maglia da titolare e a soli 17 anni. L’anno seguente, viene aggregato nella prima squadra allenata da Luigi Cagni. Purtroppo i numerosi infortuni, in particolare al ginocchio, gli impediscono di scendere in campo. Una volta guarito del tutto, alla porta bussa il Palermo.
 
Il 30 agosto 2008, infatti, viene acquistato dai rosanero in prestito oneroso (1,5 milioni di euro) con diritto di riscatto dell’intero cartellino fissato a 6,2 milioni. Mchedlidze diventa il primo e, finora, unico calciatore georgiano della storia della società siciliana. Il suo esordio in Serie A, dunque, avviene con il nuovo club, il 24 settembre, allo Stadio San Paolo di Napoli entrando al 78′ al posto di Mark Bresciano (gara che terminerà 2-1). La sua prima rete nel massimo campionato, invece, arriva poco dopo in un incontro speciale. L’attaccante non poteva desiderare di meglio e, nella partita tra Juventus e Palermo, batte Gianluigi Buffon, il numero uno migliore al mondo. Marcatura che si rivelerà anche decisiva quanto pesante, i rosanero sbancano l’Olimpico di Torino 1-2. La scelta di Davide Ballardini è stata azzardata e coraggiosa, ma ha portato i frutti sperati. Per l’allora 18enne (da quel momento il più giovane marcatore della storia del Palermo) è una giornata indimenticabile, un’emozione indelebile. Il sogno tanto sperato e desiderato diviene realtà. Purtroppo, però, questa resterà anche la sua unica rete stagionale. In totale colleziona soltanto 9 gettoni. Ma in compenso trova spazio nella formazione Primavera con la quale vince il campionato di categoria. Termina l’annata, il riscatto non avviene, ma Empoli e Palermo si accordano per un altro anno di permanenza in Sicilia a titolo temporaneo.
 
In panchina arriva Walter Zenga e, nonostante la presenza in rosa di attaccanti più esperti come Miccoli, Cavani, Budan e Succi, gli viene concessa qualche chance. Successivamente, il tecnico viene esonerato e al suo posto subentra Delio Rossi. Il georgiano troverà sempre meno spazio. Inoltre, dopo la sosta natalizia, non si presenta alla ripresa degli allenamenti e resta in Georgia con la sua famiglia. Il club lo mette inevitabilmente fuori rosa: “Il mister mi ha confinato tra le riserve, vengo inserito come rinforzo per le squadre di Eccellenza che disputano con noi le partitelle del giovedì” questa la spiegazione del calciatore giunta poco dopo. Pertanto, lo strappo è ormai inevitabile e ad aprile avviene la risoluzione del contratto. Nel futuro del centravanti c’è nuovamente l’Empoli che lo riaccoglie a braccia aperte. All’ombra del “Castellani” torna subito protagonista e pian piano diventa uno dei principali leader del sodalizio toscano. Mchedlidze inizia a sentire sempre più sua questa maglia, avverte la giusta responsabilità e, dopo tre anni tra i cadetti, contribuisce da assoluto protagonista al ritorno in Serie A. Il georgiano, ormai, ad Empoli ci ha messo le tende. La doppietta (la sua secondo nel massimo campionato) firmata lo scorso weekend contro il Cagliari, è l’ennesima dimostrazione di attaccamento a questi colori. Eppure, Mchedlidze, non è mai stato un tipo stravagante, esilarante o un tipo che fa parlare di sé fuori dal campo. Il bomber made in Georgia ha semplicemente fatto la quasi sconosciuta e dimenticata gavetta, un percorso che l’ha portato sin qui, a spalle larghe. Martusciello può contare sulle sue importanti capacità fisiche e sulla discreta – almeno finora – vena realizzativa, tenendo ben in mente l’obiettivo salvezza. Forse, questo, potrebbe divenire proprio l’anno della definitiva consacrazione. Ma sempre con addosso la maglia dell’Empoli, ormai una seconda pelle.
 
Foto: zimbio