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Renato Portaluppi: dai bagordi anni 80, con le “mille donne” e il flop Roma, alla Libertadores da record con il Gremio

30.11.2017 | 16:25

Dall’altra parte del mondo è l’uomo del giorno: Renato Portaluppi nella notte ha vinto la Copa Libertadores alla guida del suo Gremio. Un trionfo che proietta il 55enne tecnico carioca nell’olimpo dei grandi: Renato è infatti il primo brasiliano ad aver vinto il trofeo più ambito sia da calciatore, nel 1983 e sempre con il Gremio (il club che lo lanciò nel grande calcio), che appunto da allenatore. Un nome, quello di Renato Gaucho, che oggi a molti può risultare quasi indifferente. Non è così invece per gli appassionati di lungo corso, che ricorderanno bene la storia del bad boy di Guaporé, indiscusso re della notte. La Roma, nel 1988, lo prelevò dal Flamengo per 3 miliardi di lire con l’oneroso e ingeneroso compito di sostituire un monumento del calibro di Bruno Conti. Portaluppi arrivò a Trigoria in elicottero per prendersi quella maglia numero 7, ma sul campo lasciò poche tracce: 23 presenze e zero gol in Serie A, 3 partite e 1 rete in Coppa Uefa, 6 apparizioni e 3 reti in Coppa Italia. Il tutto a corredo di prestazioni da 5 in pagella, una costante che lo rese idolo della Gialappa’s ai tempi del primo “Mai dire Gol”. Di lui restarono essenzialmente le dichiarazioni sulla bella vita, con allegati aggiornamenti del ruolino da latin lover: “Ho avuto almeno 1000 donne”, disse in una celebre intervista l’antesignano dei bomber nella nuova accezione social, che però in patria fece quasi sempre la differenza, al di là delle 20 birre che, secondo un suo allenatore dei tempi, arrivava trangugiare nel giorno di riposo. Oggi, però, tutte le copertine in Sudamerica sono per lui e il presidente del Gremio, Romildo Bolzan, ha annunciato che gli farà persino erigere una statua.

Foto: iogiocopulito.it-gremistasangueazul.com