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PULISIC, L’ENFANT PRODIGE CHE FA IMPAZZIRE DORTMUND E STATI UNITI A SUON DI RECORD

10.11.2016 | 09:25

C’è chi le tappe merita di bruciarle, a prescindere dalla carta d’identità. Pian pianino lo stiamo capendo anche in Italia, all’estero funziona così da sempre. E in quest’ottica merita sicuramente un plauso il Borussia Dortmund. L’ultima campagna acquisti della società della Westfalia è stata emblematica in tal senso. Concesso il foglio di via ai senatori Hummels e Gundogan, oltre a Mkhitaryan, in entrata ecco una bella infornata di giovani dal futuro assicurato: il 22enne Guerreiro, il 20enne Merino, i 19enni Ousmane Dembelé e Emre Mor e i più stagionati (si fa per dire, dato che nessuno di loro superava al momento dell’acquisto i 25 anni di età) Schürrle, Götze e Bartra. Il BVB però da sempre lavora così sul mercato, basti pensare ai riscontri positivissimi che stanno arrivando da Christian Pulisic.

Il 4 gennaio del 2015, all’età di 16 anni, Watzke e Zorc lo avevano tesserato – senza alcuna gara disputata da professionista – per la formazione Under 17 prelevandolo dalla PA Classics, modesta società della nativa Pennsylvania nella quale si era formato fino a qual momento; 6 gol e 5 assist in otto partite, in campo sembrava di vedere un alieno. L’estate successiva promozione in Under 19, rendimento parimenti mostruoso: 17 incontri disputati, con 8 reti e altrettanti assist all’attivo. Attenzione, non stiamo utilizzando aggettivi a casaccio: Pulisic, a dispetto di quello che i numeri potrebbero far intendere, di professione non fa la prima punta, bensì il trequartista/esterno offensivo, collocabile a piacimento (sa usare entrambi i piedi, il destro quello naturale) nella batteria dei tre alle spalle dell’unica punta nel 4-2-3-1, limitando l’analisi all’attuale modulo utilizzato dal Borussia, fermo restando che Christian ha le caratteristiche per imporsi in qualsiasi sistema di gioco. Insomma, il passaggio in prima squadra è stato pressoché automatico, a far data dall’esordio del 30 gennaio del 2016, regalatogli da Thomas Tuchel in occasione della vittoriosa sfida contro l’Ingolstadt. Da lì in poi il ragazzo statunitense – di origini croate – ha inanellato 24 presenze condite da 4 gol e 6 assist. Tutte pertanto nell’anno solare che volge al termine. Nella corrente stagione il tecnico giallonero lo ha chiamato in causa 14 volte tra Bundesliga e Champions League, 9 dal primo minuto. Ebbene sì, ormai il gioiellino a stelle e strisce (chissà se anche lui sarà rimasto traumatizzato dall’elezione di Donald Trump, come altri suoi colleghi) può considerarsi un titolare del Borussia Dortmund. Non male per un classe 1998, nato a Hershey il 18 settembre. Sì, avete fatto bene i conti: il nostro personaggio del giorno ha da poco compiuto 18 anni. E, nell’ ambito della sua pur brevissima carriera, Pulisic può già fregiarsi di numerosi record: più giovane calciatore del BVB ad essere sceso in campo in Champions League, più giovane straniero a segnare un gol in Bundesliga, più giovane giocatore (tedeschi compresi) a realizzare una doppietta nella stessa Bundesliga, più giovane nazionale Usa ad andare a segno in una gara di qualificazione alla Coppa del Mondo. In quest’ultimo caso per la gioia di Jurgen Klinsmann, che lo ha fatto debuttare il 30 marzo contro la rappresentativa del Guatemala, precettandolo poi per la Copa America Centenario: 3 reti in 8 apparizioni sin qui per quello che in patria viene già considerato, in prospettiva e non solo, il più forte calciatore mai sfornato dagli Stati Uniti d’America.

Capitolo futuro: attualmente Pulisic ha un contratto fino al 2019, in estate il Dortmund ha rifiutato un’offerta da 11 milioni di sterline presentata dal Liverpool del grande ex Jurgen Klopp. Scelta condivisibile, anche perché il Borussia non è una società che vende subito, l’esatto contrario, e sa già che con lui un domani farà una cassa monstre. Presto o tardi però il diretto interessato andrà a misurarsi in Premier League, in aderenza ai suoi desiderata. Un amore, quello per il calcio inglese (e la sua mentalità), sbocciato da bambino: all’età di 7 anni, infatti, Christian visse un anno in Inghilterra, al seguito del padre Mark, ex calciatore e all’epoca allenatore di calcio indoor: “A Brackley, nei pressi di Oxford, è nato il mio amore per il calcio. Dopo la scuola passavo ogni giorno tante ore nel parco a giocare con i miei compagni, è stato un qualcosa di fondamentale per lo sviluppo della mia passione. Se oggi la mia vita è questa lo devo anche a quel magnifico anno in Inghilterra. Ovvio, allora era soltanto un divertimento, poi con il tempo mi sono reso conto che ero abbastanza bravo e che potevo fare qualcosa di buono in questo sport”. Buono? Abbastanza riduttivo, Pulisic ha tutte le carte in regola per far parlare di sé fino al 2030. E oltre.

Foto: sito ufficiale Bundesliga