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Da “Provvidenza” Massaro al trionfo targato Mou: Milan-Inter in salsa amarcord

03.03.2018 | 23:55

Milan-Inter, il fascino del derby della Madonnina. Anche in chiave amarcord. Tra gli innumerevoli derby di campionato, disputatisi negli anni in un San Siro a forti tinte rossonere, ne abbiamo scelti due.

Il 20 marzo del 1994, Milan-Inter rappresenta il match clou dell’undicesima giornata di ritorno, all’interno di un campionato double-face per le due contendenti. Gli Invincibili di Fabio Capello, lanciatissimi verso il terzo scudetto consecutivo, si impongono per 2-1 sui malcapitati cugini alla peggiore annata della loro storia in Serie A, con la salvezza che arriverà per un solo punto alla penultima giornata. In compenso i nerazzurri, guidati dal tecnico della Primavera Giampiero Marini, promosso dal presidente Ernesto Pellegrini alla guida della prima squadra al posto di Osvaldo Bagnoli, vinceranno la loro seconda Coppa Uefa, superando nella doppia finale il Salisburgo. Mentre i rossoneri centreranno il doblete scudetto-Champions League, con il fantastico trionfo sul Barcellona di Cruyff nella finale di Atene. Il derby, il primo giocato in notturna, sembra scivolare via senza grandi sussulti, eccezion fatta per una clamorosa chance sciupata da Bergkamp e una punizione al veleno di Jonk, minaccia sventata da Sebastiano Rossi. Ma dopo 50 secondi dal rientro in campo dopo l’intervallo, i rossoneri passano in vantaggio grazie a un’autorete di Beppe Bergomi: lo Zio corregge la traiettoria del debole sinistro di Savicevic e spiazza Zenga. Marco Simone e Zorro Boban sfiorano il raddoppio, dall’altra parte Totò Schillaci subentra all’acciaccato Fontolan, andato a fare compagnia in infermeria a Nicola Berti, infortunatosi nel primo tempo. E proprio l’eroe delle Notti Magiche, condizionato in quella stagione dalla pubalgia, con una zampata delle sue su palla inattiva regala il pari alla Beneamata al minuto 86’. Sembra finita, invece Daniele Massaro, non a caso denominato Provvidenza, tre minuti dopo indovina una traiettoria velenosa dal limite, facendo venir giù lo stadio, e regala i due punti ai suoi.

Adesso ci proiettiamo al 30 agosto del 2009, il derby d’andata cade a fine estate e coincide con la seconda giornata. Il Milan di Leonardo viene dalla vittoria di Siena, l’Inter all’esordio non è andata oltre l’1-1 casalingo contro il Bari di Giampiero Ventura. Ma i pronostici della vigilia non avevano fatto i conti col fattore Wesley Sneijder, ufficializzato appena due giorni prima e subito lanciato nella mischia dal 1’ da José Mourinho, che presenta per la prima volta l’undici tipo che dominerà la scena arrivando a conquistare lo storico Triplete. Il trequartista olandese scalda subito le mani a Storari, prima che Ronaldinho si divori la palla dell’1-0 spedendo in curva una sorta di rigore in movimento. Gol sbagliato-gol subito, è la legge del calcio: splendida azione corale degli ospiti al 29’, rifinita da Milito per l’altro ex Genoa Thiago Motta che con un imparabile sinistro sul palo lungo insacca all’incrocio e sblocca il risultato. Sei minuti più tardi Gattuso stende Eto’o in area di rigore, Rizzoli gli mostra solo il giallo, El Principe realizza dagli undici metri e Ringhio dopo un paio di giri di lancette falcia WS e si becca la seconda ammonizione, e quindi il rosso. In inferiorità numerica non c’è più partita, in chiusura di frazione Maicon si fa beffe di Jankulovski, ottiene l’uno-due da Milito e chiude definitivamente i giochi infilando Storari con un preciso diagonale. Nella ripresa c’è gloria anche per Stankovic, che al 67’ gonfia la rete con una bordata dalla distanza sulla quale nulla può il portiere (rossonero anche in questa stagione). Quella prova di forza schiacciante fu la prima vera avvisaglia di quella che sarebbe stata la cavalcata trionfale della banda di Mou.

 

Foto: Wikipedia-sito ufficiale Inter