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PINILLA, IL RE DELLE ROVESCIATE CON IL GENOA NEL DESTINO

06.01.2017 | 09:30

Mauricio Pinilla e il Genoa ancora insieme, due anni esatti dopo essersi lasciati. L’ex attaccante dell’Atalanta – come vi abbiamo raccontato in esclusiva con dovizia di particolari a partire dallo scorso 15 dicembre – torna a indossare la maglia rossoblu, trasferendosi alla corte del presidente Preziosi in prestito con obbligo di riscatto: il cileno è già a disposizione del tecnico Ivan Juric e nella giornata di ieri ha svolto la prima seduta di allenamento con i suoi nuovi compagni di squadra. Il Grifone, dopo l’addio di Pavoletti al Napoli, l’ha corteggiato e l’ha voluto fortemente, Pinilla ha risposto presente e adesso è pronto a trascinare il Genoa a ritmo di gol.

Mauricio Ricardo Pinilla Ferrera nasce a Santiago del Cile, il 4 febbraio 1984. La sua carriera da calciatore inizia nell’Universidad de Chile, dove nella stagione 2002-2003 realizza 20 gol in 39 partite. Nel luglio del 2003 viene acquistato dall’Inter, che lo porta nel Vecchio Continente per una cifra vicina ai 2,5 milioni di euro. Il calciatore, però, viene immediatamente girato in prestito al Chievo Verona. Nella squadra veneta il giovane cileno non riesce a trovare spazio, disputando solo 6 partite in Serie A e 2 in Coppa Italia, senza realizzare nessuna rete. Dopo cinque mesi fa ritorno all’Inter, che decide nuovamente di cedere il giocatore in prestito: questa volta sono gli spagnoli del Celta Vigo che si assicurano le prestazioni di Pinilla per il resto della stagione. Nella Liga colleziona 6 presenze in campionato, altre 2 in Coppa del Re (con 2 reti, le uniche in questa sua esperienza) e 2 in Champions League, esordendo nella massima competizione europea per club nel match contro l’Arsenal. Nel luglio del 2004, un anno dopo il suo approdo in nerazzurro, viene ceduto a titolo definitivo allo Sporting Lisbona per 1,5 milioni di euro. Inizia così una girandola di trasferimenti, che lo portano a cambiare ben sei squadre in tre anni: tra il 2006 e il 2009, Pinilla ha infatti militato tra le file di Sporting Lisbona, Racing Santander, Hearts, Universidad de Chile, Vasco da Gama e Apollon Limassol.

Nell’estate del 2009, ecco il ritorno in Italia. Dopo una settimana di prova, Pinilla convince lo staff tecnico del Grosseto che decide di tesserarlo offrendogli un contratto di un anno con opzione per il secondo. La stagione 2009-2010, nonostante gli infortuni, si rivela un successo inaspettato: l’attaccante cileno riesce ad eguagliare il record italiano di marcature in partite consecutive (11, dalla 15ª alla 26ª giornata), che in precedenza apparteneva a Gabriel Batistuta (1994-1995), e a realizzare 24 reti in 24 partite disputate (secondo in classifica marcatori della Serie B alle spalle dell’empolese Éder, autore di 27 centri). A fine stagione arriva il salto in Serie A, con la chiamata del Palermo, che ne ufficializza l’acquisizione a titolo defintivo l’11 giugno 2010, strappandolo alla concorrenza del Genoa – segno del destino – come confermò più tardi lo stesso attaccante: “Era quasi tutto fatto con il Genoa, ma poi andai a Palermo su consiglio del mio procuratore. Evidentemente però il destino mi voleva a Genova”. In maglia rosanero Pinigol (soprannome affibbiatogli dai tifosi del Grosseto) colleziona un totale di 45 presenze e 11 gol. Le sue brillanti prestazioni nelle due annate in terra siciliana convincono il Cagliari a puntare su di lui: il 25 gennaio 2012 i rossoblu lo prelevano in prestito con diritto di riscatto fissato a 3 milioni di euro, firmando un contratto quadriennale. La prima stagione in Sardegna si chiude con un bottino di tutto rispetto, considerati anche i numerosi infortuni: 8 gol in 14 presenze. Numeri non replicati nel campionato successivo, concluso con 23 presenze e 7 gol, dei quali 5 su calcio di rigore, alcuni di questi decisivi per la salvezza dei sardi. Da un rossoblu ad un altro, nell’estate del 2014 è il Genoa che questa volta si assicura le prestazioni del centravanti cileno, fortemente voluto da Gasperini. Ma l’avventura a Marassi è più breve del previsto, complice anche qualche incompresione con il tecnico di Grugliasco: dopo soli 6 mesi, 14 presenze e 4 gol, nel gennaio del 2015 passa all’Atalanta in prestito con diritto di riscatto. Sotto la gestione di Colantuono le cose procedono nel verso giusto. 14 presenze e 6 gol nella seconda parte di stagione, altri 6 gol nei 21 gettoni collezionati la stagione seguente. A Bergamo, all’età di 32 anni, Pinilla sembra aver trovato quella stabilità tanto ricercata. Fino all’estate scorsa, con l’arrivo di Gasperini sulla panchina orobica. Il rapporto tra i due non è tra i più idilliaci e le prestazioni in campo ne risentono. “Pinilla lo sa, farà molta panchina quest’anno. Se vuole andar via…”, aveva dichiarato il tecnico orobico al suo arrivo a Zingonia. E Pinilla, infatti, viene utilizzato con il contagocce: soltanto 4 presenze stagionali finora (per un totale di 157 minuti giocati) e una rete, quella decisiva messa a segno all’88’ del match contro l’Inter, che vale il 2-1 finale in favore della Dea. Ed ecco che arriviamo così ai giorni nostri. Il centravanti cileno, lo scorso 15 dicembre, decreta i titoli di coda della sua avventura a Bergamo con un post apparso sul suo profilo Instagram: “Cari tifosi ormai non è più un mistero la mia situazione e mi dispiace tanto per non avervi salutato come meritavamo entrambi ma il calcio è così, ho avuto la fortuna di urlare, saltare, ridere, soffrire ed abbracciarvi sotto la curva questi 2 anni… Sinceramente ho le valigie pronte ma oltre ai vestiti ci sono tante cose che vanno via con me e me le tengo strette. Siete veramente fantastici, continuate ad inculcare la vostra fede ai vostri figli come fate da una vita. Grazie di cuore per avermi accolto e trattato come un bergamasco, vi porterò nel cuore per tutta la vita. Forza Dea”. Parole che segnano l’addio all’Atalanta dopo due anni esatti e che aprono la strada al clamoroso ritorno a Genova, ancora una volta sponda rossoblu.

Mauricio Pinilla è l’uomo dalle mille rovesciate, l’attaccante cileno si può senza dubbio considerare uno dei miglior goleador a testa in giù nella storia del calcio. In pochi prima di lui sono riusciti nell’impresa di segnare così tante reti (solo con la maglia dell’Atalanta ha realizzato ben 5 gol in rovesciata) grazie a questo gesto tecnico tanto difficile quanto folle. Gol in cui c’è tutto Pinilla: potenza, tecnica, istinto, follia. I suoi marchi di fabbrica. “Mi sono sempre venute facili le acrobazie, fin da ragazzo. La rovesciata è bella da vedere, i tifosi apprezzano. La provo sempre, senza pensarci”, ha dichiarato Pinigol qualche tempo fa. Adesso il Genoa è pronto a riabbracciarlo, ancora una volta, come i più magici segni del destino. I tifosi del Grifone non vedono l’ora di esultare per un gol dell’attaccante cileno, magari sotto la Gradinata Nord, magari dopo una di quelle acrobazie frutto di potenza, tecnica, istinto e follia. O più semplicemente alla Pinilla.

Foto: Twitter Genoa