Piccini: “Sbagliai ad andare all’Atalanta. Al Betis non mi comportai come un professionista, ho sofferto di depressione”
25/10/2025 | 12:49:09

L’ex Atalanta, Betis e Valencia Cristiano Piccini si è raccontato in una intervista concessa a La Gazzetta dello sport: “Il Betis fu la prima esperienza all’estero. Da Livorno a Siviglia, 45-50 mila persone a tutte le partite, un tifo tra i più caldi ed esigenti d’Europa e io ero un bambino. Sono da solo e penso che sia la stessa roba di Spezia, Carrarese, Livorno. E no. Non ti parlo a livello solo calcistico ma di vita, io uscivo e facevo il ragazzino, una bevuta di qua una di là, la sigaretta in bocca, finiva tutto su Twitter e io venivo massacrato perché non ero visto come un professionista, e avevano ragione, non ero un professionista in quegli anni. Fisicamente ero un portento, non avevo bisogno di mangiare ed allenarmi bene. Non dormivo neanche e all’allenamento andavo il doppio degli altri. Depressione, errori, dolore, disperazione. È stata veramente dura. Ho vissuto tanti mesi nei quali non ero me stesso, ero un’altra persona. Super aggressivo, incazzato col mondo, non mi potevi stare accanto dal nervosismo e dalla negatività che trasmettevo. Triste, depresso, non mi vergogno a dirlo, e tutto questo male si riversa nella vita quotidiana, nelle scelte che fai, nelle decisioni che prendi, che spesso si rivelano sbagliate sotto tutti i punti di vista. Sbagliai ad andare a Bergamo: per giocare nell’Atalanta di Gasperini devi essere al 100% fisicamente e mentalmente, e non lo ero. A Valencia sapevano che cosa avevo passato fisicamente, a Bergamo no. Mi pagavano, e pretendevano. Ho sbagliato ad andare alla Stella Rossa, un mondo troppo diverso: ero titolare ma non volevo giocare, avevo perso la voglia di fare la cosa che più amavo della vita. Ho avuto problemi coi tifosi al Betis: mi sono rotto il crociato dopo 18 partite da titolare quando ero uno dei migliori terzini della Liga. Rientrai dopo 6 mesi e a ogni minimo errore mi linciavano, mi hanno scritto delle cose tremende su Instagram e Twitter, roba veramente da denuncia, certi messaggi arrivavano… Io leggevo e stavo male e non riuscivo a digerire il fatto che mi ero rotto il crociato, che ero tornato, avevo fatto tre gol e tre assist e niente, mi prendevano di mira”.
FOTO X Atalanta