Marotta:”Conte resta. Nessun aereo per Pogba e Vidal”
17/04/2013 | 21:37:00

Un Giuseppe Marotta a tutto tondo ha parlato ai microfoni di Juventus Channel. Dal suo arrivo ad oggi, sui retroscena di mercato di ieri, Pirlo su tutti e sulle voci di mercato di domani, Pogba e Vidal in prima linea. Di seguito le parole del direttore generale della Juventus in uno stralcio preso dalla versione integrale dell’intervista come riportato da tuttojuve.com:
Tu sei arrivato nel 2010, hai ereditato una rosa con soltanto quattro giocatori: Buffon, Chiellini, Marchisio e De Ceglie. E da lì hai cominciato a costruire la Juventus che da oggi sta vincendo tutto o quasi tutto. Come è stata la costruzione di questa squadra? Come si costruisce una rosa così competitiva passando da un settimo posto, a uno Scudetto, a un quasi Scudetto?
“Intanto quello è stato un momento in cui sono state fatte delle profonde analisi di quella che era la situazione di Juventus. Devo dire innanzitutto che il mio arrivo è una conseguenza dell’arrivo di Andrea Agnelli, che ha dato sicuramente un’impronta molto importante al processo di analisi e di rifondazione di quello che era la Juventus, perchè dalla sua aveva il fatto di portare un grande senso di appartenenza e di continuità. Poi aveva dalla sua una sua esperienza, un grande entusiasmo tipico dei giovani, accompagnato però anche da una buona preparazione di impreditorialità e soprattutto di esperienza calcistica, avendo frequentato gli spogliatoi con il papà presidente, con lo zio presidente, quindi aveva sicuramente una sua infarinatura. Da lì, la costruzione di una società forte e quindi credo che la costruzione della squadra non sia altro che la conseguenza di avere alle spalle una società forte. Non credo esista una squadra vincente se dietro non ha una società vincente. Quindi abbiamo proceduto a creare un modell di riferimento partendo da un cambiamento che nulla aveva a che fare col biasimare quello che era stato prima, ma semplicemente fosse un ciclo già terminato, provvedendo a cambiare anche figure semplici come possono essere quelle dei magazzinieri, fino ad arrivare alla creazione di nuove figure nell’area tecnica, nell’area commerciale e amministrativa. Questo è stato il primo compito che ha dato poi l’input per una nuova ricostruzione di quello che poi è il core business di una società di calcio, cioè giocare al calcio, fare del calcio, quindi attraverso l’utilizzo di una squadra e dei calciatori. Tanto è che nell’arco di tre anni c’è stato un andare e venire di giocatori. I giocatori in entrata sono stati più di trenta. E’ chiaro che quando si tratta di un numero così elevato, evidentemente, ci sono stati degli errori, ma soprattutto abbiamo cercato di costruire nel tempo un modello calcistico di riferimento, partendo inzialmente da una scelta, che è quella del leader dell’area tecnica, cioè l’allenatore. Questa è stata una ottima intuizione da parte di Andrea Agnelli, da noi supportata, che ha portato un ex calciatore, un capitano, con una juventinità molto pronunciata, e comunque un allenatore che aveva dalla sua una forte e spiccata personalità, che quindi diventava nel contempo un grande motivatore. E poi la scelta di quello che era il suo principio ispiratore dal punto di vista tattico, la composizione di una rosa che si adattava a questo”.
Noi possiamo parlare anche di una rivoluzione bianconera per quanto riguarda lo stadio che tutto il mondo vi invidia, il museo, il progetto Continassa, il College bianconero e tante altre cose fanno della Juventus una società indubbiamente egemone. Però bisogna vincere e trovare i giocatori giusti. Tu mi devi spiegare, una volta per sempre, Pirlo. E’ stato un colpo da maestro: quando alcuni lo davano ormai sul viale del tramonto, ecco Pirlo tornare ventenne.
“Ma questo diciamo che rientra in quelli che sono i compiti dei manager calcistici, cioè quelli di cogliere le opportunità che il mercato offre in determinati momenti. Quindi, quando c’era l’ipotesi dell’abbandono, o quanto meno della fine consensuale del rapporto tra il Milan e Andrea Pirlo, ci siamo inseriti, ci siamo confrontati con il calciatore per vedere poi se aveva ancora delle forti motivazioni, delle ambizioni; la risposta è stata affermativa; ne abbiamo parlato con Conte che nel frattempo stava arrivando, perchè Pirlo è stato preso ancor prima dell’arrivo di Conte; Conte chiaramente ha dato il suo avallo e quindi nel momento in cui è stato definito questo matrimonio, abbiamo definito anche l’aspetto contrattuale. Da lì, attorno a lui, dovevamo costruire una squadra che rispondesse ai dettami tattici dell’allenatore”.
Un altro colpo magistrale è quello di Paul Pogba che è uno dei giovani di talento a livello mondiale…
“Ecco, colgo l’occasione per dire che probabilmente io sono la persona che si espone nel bene e nel male alle critiche e agli elogi da parte della gente e da parte dei media. Però, dietro di me, c’è una struttura all’avanguardia, che è costituita dai miei collaboratori, c’è Fabio Paratici, c’è Giovanni Rossi, Federico Cherubini, tutti gli allenatori delle giovanili. Quindi devo dire che la nostra è proprio una società che ha una sua identità precisa, ma che non può non considerare assolutamente quello che è il lavoro anche magari oscuro, dietro le quinte, di personaggi che veramente, soprattutto nell’ambito dell’area tecnica, svolgono un’attività di monitoraggio di scouting estremamente importante”.
Non ci sono aerei in volo da Madrid per prendere Pogba?
“No, questa assolutamente è una cosa… non dico che sia fantasiosa, ma quasi, nel senso che Pogba è legato con noi da un contratto che è stato siglato l’anno scorso, un contratto che… non dico che lo blindi, perchè è un termine molto forte, ma che comunque ha dato la possibilità alla Juventus di inserirlo con il giusto rispetto, perchè devo dire che lui ha anticipato poi la sua crescita: rappresentava un investimento per il futuro, ma in realtà si è rivelato un investimento che ha dato risultati a breve termine. Però, al di là di questo, c’è da parte del ragazzo il grande piacere di stare con noi. Noi siamo comunque una società d’elite per quanto riguarda gli obiettivi e i risultati, quindi direi che meglio della Juventus per la sua crescita non c’è”.
Conte resta? Stiamo tranquilli?
“Conte è un allenatore che ha fatto, sta facendo molto bene, farà molto bene nel futuro. Io penso che sia, non dico l’inzio di un suo percorso professionale, ma quasi. Lui stesso l’ha riconosciuto, quindi direi che anche qui c’è una forte simbiosi tra l’allenatore e la società, tale da prevedere che possa rimanere con noi tantissimi anni, perchè gli obiettivi da raggiungere sono ancora di grande qualità ed elevati, per cui assieme lotteremo – calcisticamente parlando – per centrare questi obiettivi”.
C’è un forte canto di sirene anche per Vidal e c’è preoccupazione da parte del popolo juventino. Anche Vidal, però, fa parte del presente e farà sicuramente parte del futuro…
“Mah… Vidal è stata una valida intuizione della società, valorizzato dall’allenatore e dire anche dalle qualità che poi lo stesso giocatore ha espresso in questi due anni. Quindi è chiaro che su di lui si sono rivolte le attenzioni dei maggiori club mondiali, non lo nascondo. Ma la nostra volontà è quello di trattenerlo, perchè da sempre la Juventus non è una società venditrice, la Juventus è una società che vuole continuare a crescere in questo percorso che ha visto la partenza di un nuovo ciclo due anni or sono, per cercare di centrare obiettivi ancora più importanti. E Vidal è un elemento indispensabile”.
Io vorrei sottolineare il campionato di Barzagli, che è strepitoso. Non solo come difensore che è bravissimo, ma come giocatore in senso assoluto…
“Sono d’accordissimo, anzi è un giocatore che è stato sottovalutato da tutti. Io lo ritengo il miglior difensore italiano in questo momento. E’ un professionista molto serio. Accanto alla sua caparbietà, agonistica, calcistica, c’è dietro un uomo veramente molto valido. Quando ci sono questi presupposti, non può che nascere, non dico un campione, ma comunque un giocatore di talento. Barzagli è un giocatore di talento”.
Una grande società guarda al mercato, ma anche al bilancio. Non bisogna fare follie dal punto di vista economico per non correre rischi da un punto di vista delle finanze. Ma è chiaro che il mercato è sempre questa grande fiera dei sogni e sappiamo come sono i tifosi. Vari nomi sono stati fatti, dal ritorno di Ibrahimovic, Suarez, Sanchez, eccetera. Cosa possiamo dire sul mercato futuro della Juventus?
“E’ chiaro che quando i dirigenti, siano essi presidenti, amministratori delegati o direttori, mettono il cappello da tifosi, evidentemente vorrebbero acquisire i giocatori migliori al mondo. Poi quando mettono quelli di amministratori si rendono conto che la cosa più difficile è proprio quella di coniugare eccellenti risultati sportivi a un’eccellenza anche in campo di gestione economica e finanziaria. Perchè all’orizzone c’è il fair play finanziario che non è altro che un deterrente per le folli spese che sono state fatte in questi decenni e che hanno portato spesso società blasonate a scomparire dallo scenario calcistico. Quindi questo fair play porta al fatto che bisogna viaggiare sempre in un’ottica di equilibrio di bilancio e di conseguenza bisogna necessariamente adattarsi. E’ chiaro che le strade che possiamo seguire sono diverse, ma l’obiettivo rimane sempre quello di vincere, perchè una società calcistica come la Juventus opera in un contesto per raggiungere il massimo di quelli che sono gli obiettivi sportivi. D’altro canto c’è questo obbligo, perchè obbligo è, di rispettare certi equilibri economici. Quindi è chiaro che noi non possiamo fare follie, ma la follia spesso non porta al risultato sportivo. La nostra costruzione, il nostro obiettivo, è quello di arrivare a vincere con un modello di riferimento che tenga conto anche di quell’obbligo di cui ho parlato poco fa”.