Le parole di Tevez su Juve, Conte-Allegri, Boca e Messi

24/02/2015 | 19:05:00

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Carlos Tevez ha rilasciato un’ampia intervista a El Pais, eccone l’estratto più significativo: “Da piccolo giocavo con le biglie, non avevamo neanche i soldi per le figurine. Però non cambierei nulla della mia vita, è grazie alla strada che sono diventato un uomo. Idoli? Volevo essere Maradona, quindi volevo essere Dio. Così optavo per Batistuta, era come tenere un po’ i piedi più per terra. L’ho visto di recente, ha problemi a camminare viste le tante infiltrazioni fatte. Obiettivi stagionali? Voglio vincere lo scudetto e andare più avanti possibile in Champions League. La Juve è la mia seconda casa, a Torino mi trattano tutti bene, mi sono ritrovato e sono cresciuto. La maglia numero 10 non mi pesa. Al Manchester City ho pagato dopo aver sbagliato, volevo smettere dopo il litigio con Mancini ma adesso, in Italia, sono maturato tanto. Qui la cosa più difficile è stata adattarmi agli allenamenti, molto diversi da quelli che si svolgono in Inghilterra, Brasile o Argentina. Qui ci sono grandi professionisti che vivono per il calcio, in Inghilterra a mezzogiorno ero ancora a casa. La differenza tra Conte e Allegri? Con quest’ultimo ho più libertà che con Conte, il mister chiede la posizione fissa solo in fase difensiva, Conte amava due punte bloccate. Adesso posso inventare e svariare. Con Conte non ti potevi mai rilassare un secondo, né in allenamento né tanto meno in partita, è un vincente. La sfida col Borussia? Siamo pronti a combattere, abbiamo esperienza. I miei compagni? Giocare con Pirlo è davvero un piacere, Pepe è il più divertente, mentre Lichtsteiner è scontroso. Cosa faccio nel tempo libero? Stacco la spina giocando a golf  e passando del tempo con la mia famiglia, non mi piace guardare calcio a casa.  Il Boca Juniors? Ho realizzato il sogno di scendere in campo e di vincere con quella maglia. Il Boca è una passione difficile da spiegare. Sai che allo stadio sarà sempre una festa, che si vinca o che si perda. Messi mi aveva escluso dalla Nazionale? In Argentina ci vedono spesso in contrapposizione, la verità è che noi ci siamo sempre trovati bene sia in campo che fuori, Leo non imporrà mai nulla ad un allenatore, credo che non abbia il potere di farlo. Non mi è pesato vedere il mondiale alla tv, non mi sentivo parte di quel gruppo. Ora invece sì, mi sento un giocatore della Selecciòn”.